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Un webtoon italiano che si fa volume: Viola Musaraj e Martina Ioppolo raccontano Dragonslayer

Un'intervista alle due autrici che hanno trasformato la loro serie in un nuovo libro per Edizioni BD

Può sembrare strano a chi è fuori da questo mondo, ma il fumetto è una delle arti che più si è evoluta nel suo formato lungo la sua storia e sta continuando a farlo. Un esempio recente è il mondo dei webtoon, che si infilano perfettamente nella tendenza moderna che si sposta sempre più verso formati verticali. Un concept nato nella Corea del Sud e da lì diffusosi nel mondo, toccando ovviamente anche i confini italiani. Viola Musaraj e Martina Ioppolo hanno dato vita da tempo alla loro serie Dragonslayer, che dopo la sua pubblicazione sulla piattaforma TacoToon da pochi giorni si è trasformata anche in un primo volume “tradizionale”, pubblicato da Edizioni BD. Un debutto per entrambe nel mercato italiano, dopo aver già ottenuto grandi successi oltre confine, che ci siamo fatti raccontare in un’intervista speciale…

Di cosa parla Dragonslayer, la serie di Viola Musaraj e Martina Ioppolo?

Come si può facilmente supporre a partire dal titolo, questa serie ci teletrasporta in un universo fantasy abitato da creature mitologiche. La nostra protagonista è Drah, una contadina con un futuro già scritto. Il suo destino sarà quello di dedicarsi al lavoro nei campi, per rendere omaggio alla regina Cornelia, salvatrice del Regno.

Ma Drah non ci sta e cova un sogno differente per sé stessa. Sente che un giorno riuscirà a trovare un legame con un drago e così ottenere la possibilità di entrare nei ranghi dei Dragonslayer, diventando la prima donna nella storia a farlo. Amici e parenti la lasciano sognare, pur ricordandole che si tratta di un obiettivo impossibile. Ma a volte il destino sa ignorare le probabilità ed è così che Drah entra in contatto con un uovo di drago, dando inizio a un’avventura incredibile per la ragazza…

In Dragonslayer Viola Musaraj e Martina Ioppolo ci raccontano un’avventura che mescola tanti stili differenti. Lo dicevamo, siamo nel pieno contesto del fantasy da medioevo europeo, con cavalieri, contadini, sovrani e draghi. Ma a questi elementi se ne uniscono altri, che spostano il baricentro verso l’oriente, con uno stile sia di disegno che narrativo che richiama i classici del mondo anime e manga.

Il risultato è un’avventura divertente e appassionante, che ha una sua personalità forte. La narrazione di Musaraj si sposa perfettamente con i disegni di Ioppolo e la chimica tra loro è evidente già da questo primo volume. Così come è evidente nella nostra chiacchierata con le due autrici, in cui abbiamo esplorato meglio questa storia, le sue origini e il suo futuro.

Un viaggio tra oriente e occidente, in tanti modi diversi

Nella nostra intervista con Viola Musaraj e Martina Ioppolo, autrici di Dragonslayer, abbiamo parlato quindi delle influenze su quest’opera, ma anche di come sia stato il processo di trasportarla dal formato webtoon a quello cartaceo, per questo volume di Edizioni BD. E ovviamente non abbiamo perso l’occasione di ricordare i tanti grandi capolavori che ci hanno formato. Una chiacchierata approfondita, che potete leggere qui di seguito!

Una delle prime cose che colpisce di Dragon Slayer è come unisca un immaginario tutto sommato occidentale, un fantasy da Medioevo europeo, con uno stile che poi nel disegno e a livello narrativo è molto più orientale. Queste due anime si riflettono nella vostra formazione, dal fatto che avete consumato entrambi questi media?

viola musaraj dragonslayer intervista

Viola Musaraj: Ne parlavamo giusto ieri di come siamo arrivati a questo mix. Io sì, ho un’influenza anime e manga in tutto quello che faccio, ecco perché lo vedi anche nella parte grafica. Cercavo proprio uno stile che si avvicinasse di più a quello dei manga. Nella scrittura, anche se lavoro per il mercato occidentale già da nove anni quindi mi adatto anche a quel tipo di mercato, c’è una fusione della mia infanzia con a quello che ho imparato durante il mio lavoro.

martina ioppolo dragonslayer intervista

Martina Ioppolo: Io invece dal lato artistico mio, sono letteralmente nel mezzo, perché da piccola ho divorato tantissimo fantasy, a partire da Il Signore degli Anelli. Poi verso le scuole medie, il liceo è arrivato il manga prevalentemente e quindi alla fine poi le due cose si sono unite.

Non è un fumetto che cerca apertamente la citazione, però mi è sembrato di cogliere alcuni interessanti richiami. Io ho visto tanto Avatar The Last Airbender, che poi è un’altra opera che mischia tanto questo confine tra oriente e occidente, e Dragonheart. Ci ho preso o sto andando completamente fuoristrada?

MI: Allora, da parte mia ci hai preso su entrambe le parti, nel senso che Dragonheart è stato uno dei primi film fantasy che ho visto da piccola e io sono uscita pazza per quel film. È stato uno dei film che mi hanno fatto appassionare al fantasy e ai draghi, quindi quello sicuramente.

Da questo link Film, Cartoni e show | Disney+

Avatar pure perché è forse una tra le prime opere che mi hanno fatto invece avvicinare alla cultura orientale, tra Cina e Giappone. E di Avatar, mi piace anche quello stile di character design lì dove riescono a fondere occidente e oriente. Mi piace molto questa fusione che c’è anche in altre serie recenti, come The Legend of Vox Machina o il film The Witcher: Nightmare of the Wolf. Quindi quello stile è uno dei miei stili di riferimento per me. Per Dragonslayer però non abbiamo preso di riferimento specifico quelle due opere. Semplicemente matchava con lo stile che avevo in quel momento.

viola musaraj martina ioppolo dragonslayer intervista

VM: Per quanto riguarda la trama, io scrivo storie interattive per Episode Interactive e sono più che altro romance, mystery, un poco di thriller… Quindi da quando ho iniziato questo progetto ho detto: “Basta”. Era il mio primo fantasy e volevo ritornare alle origini. Forse inconsciamente mi sono ispirata al mio libro preferito di quando ero bambina, ovvero il primo volume delle Cronache del Mondo Emerso. Però quello con la copertina di…

MI: …di Paolo Barbieri, che è uno dei miei artisti fantasy preferiti. E peraltro anche di Licia Troisi ho letto tantissime opere.

VM: Io avevo il volume con questa copertina e ce l’ho ancora. Quando ero piccola ero un po’ timida, non avevo molti amici e avevo questo libro nelle mie mani. Lei è una ragazza un po’ emarginata, la guardavo e dicevo: “Voglio essere come lei”. Mi ha ispirato tantissimo a essere la ragazza che sono adesso e quindi quando ho avuto modo di scrivere finalmente un fantasy, volevo avere la stessa protagonista; una ragazza emarginata, non capita, isolata, che potesse cambiare il suo destino ed essere una guerriera.

Rimango in tema di influenze, ma la prendo in maniera un pochino diversa: quanto siete state l’una l’influenza dell’altra? E, questa è una cosa che mi piace sempre indagare, a livello di sceneggiatura, quanto sei andata nel profondo, Viola, nel raccontare e impostare la vignetta e quanto viceversa invece tu, Martina, hai suggerito sulla narrazione?

VM: All’inizio avevo delle sceneggiature lunghissime. In ogni vignetta era spiegato tutto, nei minimi dettagli. Dopo il volume 1, all’incirca, ormai ci conoscevamo, sapevo quello che fa Martina, come lavora, e penso anche che mi capisca meglio, quindi l’approccio è un po’ cambiato.

MI: Mi ha lasciato abbastanza libertà su come gestire la regia, che è una cosa a cui io tengo, lo stile è del tipo “OK, succede questo, vai pure!”. Ho preso un po’ di libertà io, perché è proprio una cosa che piace a me nel fumetto, mettermi a studiare regia e recitazione, come far girare la macchina da presa… Anche sul character design, tu comunque mi avevi dato delle indicazioni chiare.

VM: E poi c’è anche la questione dello stile. Io cercavo uno stile specifico e Martina già aveva quello che cercavo io, quindi non ha dovuto cambiare niente del suo modo di disegnare.

MI: Mi aveva lasciato una descrizione dei personaggi, da cui io poi li ho tirati fuori.

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Dragonslayer nasce come Webtoon, un formato nuovo, che cambia le regole del fumetto classico, siamo lontanissimi dalla gabbia 3×3. Come ci si approccia a questo tipo di narrazione? E come cambia il vostro lavoro nel raccontare questo tipo di storie?

MI: In realtà l’esperta era inizialmente Viola, sul lato di scrittura. Io, essendo la prima volta che mi approcciavo a questo formato, ho dovuto macinare un pochino all’inizio come strutturare le vignette, il flusso narrativo, perché vengo da una formazione che è la tavola tradizionale, quindi con il classico senso di lettura e tutto. I primi tempi prendevo suggerimenti da Viola su come gestire il vertical scroll e quindi fare le vignettone lunghe, che prendevano più spazio in verticale. Su quello mi sono dovuta giostrare un pochino.

VM: Io adoro i Webtoon. Da quando ho iniziato a scrivere a tempo pieno non ho molto tempo per leggere, quindi un prodotto che posso scoprire direttamente a letto con il cellulare, è stata la fine per me. Sono ossessionata con i Webtoon e mi è venuto quindi naturale, adesso penso al fumetto solo così. Il mio primo fumetto vero e proprio l’ho scritto formato Webtoon, quindi forse avrei difficoltà al contrario…

…a ritornare indietro.

VM: Giustamente ci sono delle sfide con l’adattamento in cartaceo, perché noi partiamo soprattutto da una narrazione verticale. So che nei colpi di scena il lettore scorre verso l’alto e poi lo vede, mentre sul cartaceo ci sono due pagine. Quindi sì, questa è stata una bella sfida.

MI: Sapendo di dover potenzialmente fare la trasposizione in cartaceo, ho aggiustato il tiro su come gestirmi le vignette in modo che siano il più possibile fruibilI sul Webtoon e quando le andiamo a rimontare per fare il cartaceo. In qualche caso magari abbiamo modificato delle vignette però, per far sì che sia leggibile in entrambi i formati. Ho fatto un bel lavoro di grafica per rimontare tutto, quello sì.

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Quindi siete state “con le mani in pasta” anche in questa trasposizione in volume per Edizioni BD, avete attivamente contribuito alla nuova impaginazione? Ci sono state delle modifiche?

MI: Non sostanziali allo storytelling, ma c’era da ritoccare anche solo qualche vignetta. Lì dobbiamo ringraziare il nostro letterista, che ha fatto un gran lavoro di rimpaginazione. Noi abbiamo fatto soprattutto da supervisore.

E a questo punto direi, visto che mi sembra che ci sia un bel rapporto tra voi, che vi prendete… Prossimi progetti insieme? C’è qualcosa che bolle in pentola?

Insieme: Per ora finiamo Dragonslayer.

MI: Ci occuperà ancora un po’ di tempo.

VM: Sto cercando di fare sempre scene più complicate per Martina, così lei può detestarmi sempre di più. E poi chissà.

E con questa nota speranzosa, si è conclusa la nostra chiacchierata con Viola Musaraj e Martina Ioppolo, autrici di Dragonslayer. Se siete curiosi di scoprire di più su questa saga, correte subito sul sito di Edizioni BD!

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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