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Trends: gli esordi di Isaac Asimov e il suo primo racconto

Un altro viaggio nella Golden Age della fantascienza americana con il primo racconto di Isaac Asimov

Isaac Asimov è probabilmente il primo nome che viene in mente quando si pensa alla cosiddetta “Golden Age” della fantascienza, quel periodo aureo che si fa partire dalla fine degli anni Trenta e proseguire per tutti i Quaranta e i Cinquanta. In effetti, Asimov è senza dubbio un gigante, e il suo apporto alla letteratura fantascientifica, sia in qualità che in quantità, non può essere sottovalutato, ma ai tempi questa fama era meno scontata di quanto si pensi! Diamo un’occhiata approfondita al momento che tradizionalmente si sceglie per fare iniziare la Golden Age, e l’apporto che Asimov ha dato a quel passaggio fondamentale.

In realtà, di questo vi abbiamo già parlato recentemente, quando abbiamo chiacchierato del racconto Il Distruttore Nero, di A. E. Van Vogt. Il Distruttore Nero era il primo racconto di fantascienza dell’autore, ma era di una novità così dirompente che fu scelto per la copertina del numero di luglio 1939 della rivista Astounding Science Fiction, diretta per tutta la Golden Age dal vero architetto di quella fase storica, John W. Campbell. Proprio il numero di luglio di Astouding, con il suo racconto principale, è il tradizionale punto di partenza della Golden Age. Da quel momento sulla rivista, e quindi sul mercato letterario americano, avrebbero iniziato ad abbondare racconti strepitosi di coloro che si sarebbero imposti immediatamente come gli autori maggiori del genere: Van Vogt, Heinlein, Sturgeon, Sprague de Camp.

L’inizio della carriera di Isaac Asimov

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E Asimov? Qui le cose si fanno molto interessanti! Asimov, infatti, aveva già venduto e pubblicato due racconti, ad una rivista “minore”, Amazing Stories. Il suo obbiettivo, però, era Campbell e Astounding. Asimov era un grande ammiratore dell’uomo, e anelava ad entrare nella sua crescente scuderia di talenti. Ce la fece…proprio a partire con il leggendario numero di luglio. Qui, infatti, è stata pubblicata la prima “storia significativa” di Isaac Asimov (parole sue, non nostre), intitolata Trends (in italiano “Pendolarità”). In quello che potrebbe sembrare un raro esempio di modestia, ma che in realtà altro non è che un puro e spassionato resoconto dei fatti, è lui stesso a spiegare come la presenza di Trends in quella pietra miliare non è altro che una coincidenza:

I wish I could say that “Trends” was what marked the beginning of that Golden Age, but I can’t. Its appearance in that issue was pure coincidence. What really counted was that the lead novelette in the July 1939 issue was “Black Destroyer,” by A. E. van Vogt, a first story by a new author, while in the next issue, August 1939, was a short story, “Lifeline,” by Robert A. Heinlein, another first story by a new author.

Nella stessa occasione (ovvero commentando Trends all’interno della raccolta The Early Asimov) va avanti a spiegare che sia Van Vogt che Heinlein godettero della loro meritatissima fama praticamente da subito. Le loro opere prime furono sufficienti a scagliarli molto in alto nelle classifiche degli autori più apprezzati dai lettori di fantascienza, ma questo non accadde con Asimov, che invece dovette attendere più a lungo, e lasciare che la mole dei suoi capolavori gli rendesse giustizia, gradualmente, fino ad essere unanimemente considerato il mostro sacro che è.

 [Van Vogt and Heinlein] blazed forth as a first-magazine star at the moment his first story appeared, and their status never flagged throughout the remainder of the Golden Age. I, on the other hand (and this is not false modesty), came up only gradually. I was very little noticed for a while and came to be considered a major author by such gradual steps that despite the healthy helping of vanity with which I am blessed, I  myself was the last to notice.

Tutto questo è per darvi un minimo di contesto sull’epoca in cui il racconto è stato concepito. Ma insomma…questo racconto è davvero così mediocre? Tutt’altro.

Un “pendolo” fra progressismo e bigottismo

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Trends è una storia di esplorazione spaziale, come moltissime dell’epoca. Ha però una caratteristica unica, un’idea del tutto inedita per quel periodo, un’intuizione che, come è spesso il caso quando si parla di Asimov, si è rivelata straordinariamente accurata. L’idea, all’apparenza banale, è che l’esplorazione spaziale, e più in generale il progresso e la ricerca scientifica, possano venire attivamente osteggiati dall’opinione pubblica. La trama vede come protagonista John Harmanil pilota del razzo Prometheus, progettato per raggiungere la Luna. Harman deve però fare i conti con l’imprevista ostilità del pubblico suscitata dalle arringhe di un predicatore, Otis Eldredge, e dei giornali e uomini politici che lo seguono a ruota. Seguono sabotaggi, linciaggi, tentativi di omicidio e anche leggi e decreti, tutto in chiave oscurantista: la scienza è ormai vista dal pubblico come lo strumento dell’arroganza dell’uomo, che commette atti di blasfemia e tenta di “profanare il paradiso” con i suoi razzi. Le cose, poi, migliorano. Il racconto prosegue raccontando di come Harman, agendo clandestinamente, persiste nei suoi intenti, fino ad effettuare il famoso viaggio verso la Luna, e di come invece i bigotti e le sette millenaristiche perdono la propria presa sul pubblico, che alla fine le abbandona, arrivando addirittura a salutare Harman come un eroe. Da questo viene il senso del titolo: l’idea è quella di un pendolo, che oscilla fra il progressismo e l’oscurantismo, e che condiziona le reazioni della società alle scoperte scientifiche e alla ricerca.

Come abbiamo accennato, questo è il primissimo racconto di fantascienza della storia in cui si sia avanzata l’ipotesi di un pubblico che fosse non indifferente, non entusiasta, ma attivamente ostile all’esplorazione spaziale, e questa caratteristica fu fondamentale per il successo della storia…che poi ha dato il via a tutta la carriera dello scrittore. Asimov aveva sottoposto già altre otto storie al giudizio di Campbell, ed erano state rigettate tutte. Non fu così, tuttavia, per la prima stesura di quello che sarebbe poi diventato Trends: il racconto originale, intitolato Ad Astra, era una semplice storia di un viaggio spaziale, dove l’idea della resistenza della società al progresso scientifico non aveva che un minimo spazio. Campbell, questa volta, rispose ad Asimov invitandolo a discutere della storia con lui, e in quella sede espresse la sua meraviglia per l’intuizione dell’autore, chiedendogli di riscrivere il racconto da capo, rendendo questa ostilità per la scienza il punto focale della storia. Asimov non se lo fece ripetere, e fu così che nacque Trends.

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Per concludere, qualche interessante aneddoto: la storia è ambientata fra il 1973 e il 1978, rispettivamente gli anni dei primi tentativi di Harman e del suo successo finale. Asimov credeva di essere persino troppo audace ad immaginare che l’uomo potesse raggiungere la Luna così presto…ma per una volta, si sbagliava. Non si sbagliava, però, in un’altra predizione, che rimane in realtà sullo sfondo della storia: i personaggi discutono di una Seconda Guerra Mondiale scoppiata nel 1940. Asimov aveva scritto il racconto pochi mesi dopo la Conferenza di Monaco, dove le potenze mondiali ancora alimentavano e propagandavano la certezza che non si sarebbe giunti ad una guerra, quindi il suo pessimismo era tutto fuorché ovvio. E in ultimo, il narratore della storia (una delle poche scritte alla prima persona) si chiama Clifford McKenny. Il cognome irlandese è una fissa dei primi anni delle produzioni di Asimov, ma non ha alcun significato particolare. Il nome Clifford, invece, è una consapevole citazione a uno degli autori preferiti di Isaac Asimov, e una delle sue fonti di ispirazione maggiori: Clifford D. Simak. I due avevano una fitta corrispondenza, iniziata quando una rivista aveva pubblicato la critica e la valutazione (bassissima) che Asimov aveva offerto ad un racconto di Simak. Questi aveva scritto al giovane lettore, chiedendo educatamente qualche dettaglio in più, ed era poi diventato il suo mentore:

Simak was particularly encouraging in those anxious months during which I was trying to sell a story. On the day I made my first sale, I had a letter, all sealed and addressed and stamped, waiting to be mailed to him. I tore it open to add the news, and destroying a stamped envelope, which represented a clear loss of several cents, was not something I did lightly in those days. It has always pleased me, therefore, that my first sale to Campbell had, as its first-person narrator, a character named in Clifford Simak’s honor.

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