Nell’era del capitalismo e dell’arte, è nata una nuova occupazione: il gallerista. Proprio su questa professione si basa il gioco da tavolo The Gallerist, gioco del 2015, da 1 a 4 giocatori, ideato da Vital Lacerda.
Lacerda è un autore famoso per creare giochi dalle molteplici possibilità, e che per questo sembrano anche molto complessi. Però in generale hanno un equilibrio tattico che offre partite sempre coinvolgenti e di alto livello. Anche per questo motivo si tratta di giochi piuttosto lunghi. The Gallerist, per esempio, ha una durata nominale di mezz’ora per giocatore, cui io aggiungerei un’ora tra setup e spiegazione.
Obiettivo e partita
Per vincere il giocatore deve terminare la partita con più monete rispetto agli avversari. Esistono diverse strategie, che si legano alle azioni che ciascuno può compiere nel suo turno. Il numero di azioni possibili è piuttosto limitato, soltanto 8. Ma è l’ordine con cui vengono svolte che determina la riuscita o meno della propria strategia.
Ciascun giocatore inizia The Gallerist con alcune monete ed una plancia personale che rappresenta la propria galleria d’arte. Qui andranno esposte le opere d’arte comprate man mano. Ci sono infine due carte obiettivo che daranno monete a fine partita in base a combinazioni di opere d’arte esposte o vendute.
Sul tabellone vanno posizionate alcune tessere rappresentanti artisti: fotografi, pittori, sculturi e multimediali. Ciascuno ha un livello di esperienza, che rappresenta la sua fama ed il progressivo aumento di valore delle sue opere. Si trovano inoltre le tessere delle opere d’arte: su un lato sono rappresentate di fronte, mentre sull’altro sono viste in prospettiva, come se fossero esposte su una parete o in una sala. Un bell’effetto !
Ad ogni turno i giocatori possono svolgere solo una tra otto azioni:
- scoprire un nuovo artista, rendendo così possibile comprare le sue opere;
- comprare opere d’arte da esporre nella propria galleria;
- firmare un contratto per vendere opere d’arte esposte;
- vendere opere d’arte;
- aumentare la fama di un artista, facendo così salire il valore delle sue opere;
- assumere nuovi impiegati;
- agire nel mercato internazionale, acquisendo una tessera reputazione (che darà punti vittoria a fine partita) oppure
- facendo un’offerta per opere di taratura internazionale, scelte casualmente a inizio partita ed esposte su cavalletti di legno.
Inoltre c’è un sacchetto di meeple di tre colori diversi, che rappresentano i visitatori: investitori, collezionisti e vip. Ciascuno ha una sua importanza, facendo guadagnare soldi e punti fama da utilizzare in determinate azioni.
Conclusioni su The Gallerist
Una nota particolare merita la fattura del gioco. A partire dalla plancia, dove ogni oggetto trova la sua collocazione. Permette così di avere sott’occhio tutti gli oggetti ed evita i classici mucchi di pedine lungo il bordo del tavolo.
I materiali sono davvero ottimi e belli da vedere. Il cartone utilizzato, non soltanto per la plancia ma anche dei singoli token, è spesso e robusto. La scatola ha al suo interno un organizer dove disporre in ordine tutti i pezzi, e un coperchio su misura impedisce che i pezzi si disperdano. I cavalletti di legno, per esporre le opere del mercato internazionale, hanno un tocco scenografico davvero apprezzabile. Soltanto i meeple sono un po’ grezzi e potevano essere definiti in maniera migliore. Nel complesso comunque l’impressione è di avere in mano un gioco fisicamente solido, che risponderà in maniera ottima all’usura dovuta all’utilizzo.
Certamente The Gallerist non è un gioco leggero, tant’è che questo genere di titoli viene indicato con il termine “cinghiali”. Difficilmente un giocatore alle prime armi lo troverà appassionante, anche per la durata di una singola partita e la necessaria concentrazione per non sbagliare la propria azione e rovinare il lavoro dell’ultima mezz’ora. Questo titolo si rivolge a un gruppo di giocatori abbastanza navigati, che cercano un’esperienza di gioco profonda e che siano disposti a stare concentrati. Questi giocatori troveranno in The Gallerist un gioco coinvolgente e mai banale.
Ultima chicca: la scatola messa di profilo riproduce il bordo di tre tele, dando l’impressione di avere sullo scaffale tre opere d’arte.
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