Miles Morales è pronto a tornare in azione sul grande schermo. Dopo quasi cinque anni da quella folgorazione che fu la sua prima avventura, arriva finalmente nelle sale Spider-Man: Across the Spider-Verse, atteso dai fan di tutto il mondo e al centro di questa recensione. Ed è un’avventura che riprende lo spirito dell’originale sotto tantissimi aspetti, a partire dall’ambizione. Se possibile, rilanciando ulteriormente.
Spider-Man: Across the Spider-Verse, la recensione: facciamolo ancora una volta
Dopo quel primo contatto con il Multiverso, ma soprattutto la vita da supereroe, abbiamo lasciato Miles da solo nel suo mondo, pronto a iniziare la sua carriera da Spider-Man. Ora è passato del tempo e il nostro eroe si è ambientato, anche se la strada è ancora lunga. E come sappiamo incrocerà nuovamente quelle di altre persone che come lui hanno avuto un contatto con ragni speciali.
Lo abbiamo visto nella scena post-credit del primo film: Miguel O’Hara, alias Spider-Man 2099 è impegnato in un qualche tipo di missione che riguarda il Multiverso e ha monitorato con attenzione le vicende che hanno coinvolto Miles. Ma quali sono i suoi obiettivi? E se ora lo Spidey di Terra-1610 ha riportato tutto all’ordine, perché dovrebbe esserci ancora bisogno di Miguel?
Non vi daremo chiaramente la risposta a queste domande nella nostra recensione di Spider-Man: Across the Spider-Verse. Quello che possiamo dirvi è che si tratta di una storia decisamente complessa, che (naturalmente) avrà a che fare con il Multiverso e realtà diverse da quelle che abbiamo conosciuto finora.
Scopri il mondo Disney+ per le tue Serie TV preferite
Un’avventura che Dave Callaham, Phil Lord e Christopher Miller hanno deciso di sviscerare con cura, senza cercare scorciatoie, prendendosi tutto il tempo necessario. A voler essere onesti, forse a volte fin troppo: alcune sequenze avrebbero potuto essere più brevi, risparmiando qualcuno dei non indifferenti 140 minuti di durata sul totale. Ma non vogliamo essere troppo duri su questo punto: da una parte perché le scene sono lunghe, ma non risultano prolisse, dall’altra perché davanti a un’animazione del genere siamo i primi a volere indugiare più a lungo possibile.
La lezione di The LEGO Movie 2
Spider-Man: Un nuovo universo è stato un successo eclatante, ma soprattutto trasversale. Ha conquistato il pubblico dei fumetti e quello che se ne tiene lontano, gli amanti dell’animazione e chi la vede con pregiudizio, la critica e il botteghino, addirittura gli Oscar. Non solo, ma ha conquistato gli Studios facendosi approvare due sequel e, indirettamente, tutta una serie di “spin-off concorrenti” che hanno cercato di replicarne lo stile narrativo e soprattutto di animazione.
Davanti a un successo del genere, c’è una strada comoda da seguire: il more of the same. Basta aprire la lista lunghissima di grandi avversari di Spider-Man, mettergli in mano un piano malvagio per distruggere la Terra, inventarsi una scusa per riportare i personaggi del primo film e portare a casa qualche altro centinaio di milioni di dollari. Ma Lord e Miller, forse memori di quanto visto con The LEGO Movie 2, hanno scelto un’altra strada, quella più impegnativa.
Per questo sono andati a pescare un personaggio secondario come la Macchia per il ruolo di villain principale. Per questo hanno creato una storia intricata, che si prende i suoi tempi, con un primo atto che dura più di un’ora. E per questo non sono corsi a richiamare tutti gli elementi del primo film, ma anzi hanno ricostruito, allargando i confini di quanto visto e per certi versi muovendosi solo in nuove direzioni.
Hanno fatto quello che dovrebbe un buon sequel: rilanciare sugli elementi più profondi, non solo quelli superficiali. E quello che ci ha colpito della prima avventura di Miles c’è tutto in questo seguito e per certi versi anche di più. In attesa di una conclusione che promette di essere straordinaria.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è il capitolo di mezzo ideale
Questo nuovo film si porta dietro un carico non indifferente di aspettative e gioca con loro in maniera ottimale. Una danza di bastone e carota, che ci dà qualcosa e ce lo toglie, che tocca le corde più profonde e regala qualche fanservice, che sa toccare corde profonde e accompagnarle a gag leggerissime. Il tutto con l’obiettivo di creare, di porre le basi, di sviluppare trame e incroci. Un lavoro certosino che necessariamente guarda a ciò che verrà, ma che lungo la strada tocca picchi di incredibile qualità.
Perché se c’è un aspetto che nessuno, neanche gli stessi Lord e Miller, è davvero riuscito a replicare del primo film è il suo stile di animazione. Spesso imitato, come dicevamo più sopra, ma mai davvero allo stesso livello. E tecnicamente neanche in Spider-Man: Across the Spider-Verse avviene, perché si sale ancora e ancora di più. Ogni fotogramma è un capolavoro, attraversando una varietà di approcci unica, ma capace di restare sempre coerente. Un’esperienza cinematografica straordinaria da non lasciarsi sfuggire.
Insomma, la nostra recensione di Spider-Man: Across the Spider-Verse non solo è positiva, al di là di qualche piccola imperfezione, soprattutto in termini di durata, ma ci ha riacceso tutta la curiosità per il terzo capitolo. La sua data di uscita fissata per il 29 marzo 2024 al momento ci sembra lontanissima: allieteremo l’attesa con numerosi rewatch di questo secondo capitolo.
- Slott, Dan (Autore)
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd
🇻🇦 In che senso il Vaticano ha una propria mascotte in stile anime?
🏛️ Francesco Totti diventa Gladiatore a Lucca Comics & Games
🦇 Oltre i villain e i supereroi: intervista a Lee Bermejo
📰 Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!