Vorrei raccontarvi una storia: una storia di paperi, mantelli e pacchi di bicarbonato. Ci eravamo ripromessi di non fare una recensione di “Potere e Potenza”, non è necessaria. Non vi servirà a nulla sentirvi dire per la decima volta che è stato un grande ritorno, emozionante e coraggioso.
Sapete già di quanto è stato grande PK e quanto, sicuramente, lo sarà ancora e nessuno potrà intaccare l'idea che vi siete costruiti lentamente da ragazzi, correndo ogni venti del mese in edicola, perciò non perdiamo tempo.
Lorenzo Pastrovicchio, Monteduro e Artibani sono stati spremuti anche troppo: questi autori non hanno niente da dimostrare, sappiamo già che sono grandi e anche questa volta ci hanno stupito, hanno vinto ma siamo sicuri che continueranno a combattere.
Si, combattere. Perchè loro hanno spinto in questi anni per il grande ritorno del papero mascherato e solo a loro dobbiamo dire “grazie”.
Cosa che molti si sono dimenticati di fare, da dietro lo scudo anti-materia di internet hanno urlato scordandosi la cosa più importante di tutte: Pk è tornato.
Perchè i Pkers, quelli veri, sono quelli silenziosi che sono andati a recuperare Topolino nonostante non lo comprassero più da anni, quelli che al lavoro, di nascosto, si sono messi a leggerlo, quelli che si sono sentiti dire “ma non sei troppo grande per..”, i Pkers sono anche i giovani che si sono incuriositi, che ora stanno rovistando impazienti nei bauli dei fratelli più grandi per leggere i vecchi numeri di PKNA.
Questo è un appassionato: qualcuno che vede qualcosa che non gli piace e non pensa “è un errore, un complotto” pensa: “chissà come farà a tirarsene fuori questa volta il vecchio mantello.”
Perciò la mia storia parlerà di Bicarbonato e non di banalità: è il maggio 1998 e sto stringendo 5 mila lire fra le dita tozze di rinoceronte, ma quel giorno non trovo quello che stavo cercando. Trovo altro, compro “Stella Cadente” e mi innamoro.
Chiamo all'adunata alcuni miei compagni e analizziamo la situazione e, quell'estate, svuotiamo la mia cantina, sudici e soddisfatti abbiamo una stanza senza elettricità tutta per noi. Abbiamo un tavolo bianco, dei numeri di Pk e una targa sulla porta disegnata con il pennarello nero: PKGroup, il nostro fan club.
Siamo un gruppo, parliamo del nostro giornaletto preferito ma ci manca qualcosa, che cosa? A scuola ci prendono in giro per questo ma, come al solito, non importa. Dobbiamo fare qualcosa, qualcosa di diverso per il nostro beniamino. Allora ci arriva l'idea, scegliamo ciascuno dei personaggi e lentamente iniziamo a drammatizzare i numeri.
Armati di audio-registratore cominciamo a leggere Carpe Diem, Trauma, Motore/Azione. Siamo solo in tre e molto spesso ci ritroviamo a parlare da soli per intere pagine, ma che importa?
Ricordo ancora il mio verso gracchiante mentre facevo il Razziatore, la forzata voce calma di Uno impersonato dal mio amico, le ore passate a portare avanti un progetto con l'unico intento quello di divertirsi.
Ed è così che andrebbe vissuto PK, perché chi si rode il fegato non si troverà mai di fronte un disegnatore o uno sceneggiatore che chiede scusa ma solo un pacco di bicarbonato, che per il mal di stomaco fa miracoli.
È una decade che aspettavo il suo ritorno, quello del Razziatore in particolare. Uno dei primi personaggi che mi ha insegnato che gli eroi più grandi sono quelli imperfetti, quelli che vivono male per troppo tempo e poi fanno la scelta giusta.
PKNA mi ha insegnato che anche gli eroi, quando la situazione è dura, vorrebbero essere a un'altra parte, magari una parte dove le ragazze ci sono, non come questa.
Quell'estate diventammo i nostri personaggi preferiti e se mai qualcuno si lamenterà con me dicendo: "speriamo che non ci vogliano altri dieci anni!", io potrò tirare fuori quella voce gracchiante e rispondere: "Tempo al Tempo."
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Mi emozioni sempre
ma non avevano smesso di pubblicarlo??io sinceramente ho smesso di leggerlo a partire dalla seconda serie che cancellava le origini di pk come paperinik…ma ho tutti quanti i numeri XD e gli speciali,della prima versione