Cultura e Società

Rocksmith: perché è ancora una novità?

Edito da Ubisoft,da qualche mese in Europa è sbarcato il tanto atteso Rocksmith, “music game”, che dopo revisioni, variazioni, è sbocciato anche da noi. Nonostante sia già in vendita da qualche mese però rimane ancora un prodotto unico e fresco, noi vi spieghiamo il perchè.
La grande iniziativa, e merito, di questo gioco non è assolutamente dare una continuity ad un genere che di per sé ha divertito molti di noi per anni, e che è arrivato al suo declino (commerciale), ma è il sostituire (finalmente) lo strumento plasticoso e posticcio con uno vero.
Già, il fulcro di tutto in questo gioco siamo noi, ed il nostro strumento. Sia esso chitarra o basso, è possibile collegarlo alla propria piattaforma di gioco preferita, ed usarlo per suonare una raccolta di brani da classici come gli Animals, ai più moderni Velvet Revolver. Una tracklist più lunga sarebbe stata sicuramente più apprezzata.
Il primo impatto per chi sappia suonare, ma non sia avvezzo al genere di gioco con chitarrine di plastica, oppure si stia approcciando al mondo della musica pur sapendo tutto di surrogati plasticosi, è quanto meno spiazzante. Un enorme punto di domanda si disegna sulla testa del neofita che imbraccia di buona lena lo strumento, lo connette al pratico jack fornito con la confezione, e passa presto a faccia da panico nel momento in cui parte il primo brano, e le un pioggerellina di rettangolini colorati arrivano verso i suoi occhi, su una “tipica” interfaccia da music game. Che veniate dal mondo reale o da quello digitale dovreste riuscire ad uscire indenni dalla prima esperienza, ed essere abbastanza incuriositi da proseguire, avventurandovi nella vostra carriera da solista all’esplorazione di un titolo peculiare e con uno stile di gioco inedito.
Tecnicamente è ben realizzato, la prima cosa richiesta è l’accordatura dello strumento,  per questo ad ogni brano viene eseguito un sound check, ed in caso di imprecisioni si apre in automatico l’accordatore di precisione, che ci facilita, anche graficamente, nel nostro smanettare tramite interfaccia animata, indicandoci di quanto stiamo mancando la nota perfetta. 
La sensibilità è strabiliante, ed a questo fine ci sono diversi consigli sul come regolare e collegare il proprio impianto audio/video casalingo per ottenere il massimo delle prestazioni e cancellare eventuali dannosi ritardi di segnale.
Per ogni singolo brano sono subito selezionati gli effetti originali per lo strumento che andremo ad imbracciare,  la fedeltà è parecchio alta, e l’effetto di coinvolgimento nell’esecuzione è molto intrigante. 
Il gioco consiste nell’eseguire diversi brani prima in versione “studio” per impratichirsi, e successivamente “concerto” per realizzare i veri e propri “punti rocksmith” con cui sbloccare vari gadget nel gioco. Non ha una trama come gli altri giochi cui eravamo abituati, e questo forse rende il tutto meno cartoonesco e più verosimile, anche se un po’ solitario. Avanzando nel gioco si incontrano nuovi brani  e componenti digitali per poter simulare i più famosi sistemi di amplificazione e di distorsione del suono. Gli effetti ed i toni sono all’altezza di molti simulatori gratuiti che spesso si utilizzano sui pc, ovviamente non si parla di un vero e proprio studio di registrazione, ma toglie sicuramente più di una soddisfazione, soprattutto perché è tutto già incluso nel gioco ed a portata di controller.
Il team di sviluppo si è proposto di insegnarci a suonare attraverso il loro metodo unico, mescolando elementi classici dello studio dello strumento a quelli arcade più vicini ai nativi digitali, ed al Nerd medio. Ci troveremo quindi a spendere il nostro tempo in sezioni di studio dell’accordo, con cui imparare le note, ed in vere e proprie caccia all’anatra, in cui spareremo ai digitali pennuti utilizzando le note a nostra disposizione. Può sembrare stupido, ma non lo è, in quanto giochini di quel tipo ci aiutano a familiarizzare con la memoria muscolare necessaria ad eseguire gli spostamenti sui tasti, e sulle corde. Non può essere considerato un vero e proprio metodo di chitarra/basso, ma è sicuramente in grado di trasmettere qualcosa a chi voglia calarsi nell’idea di imparare qualcosa di nuovo. Il gioco può correggerci quando non eseguiamo una nota od accordo, ma sicuro non ci indica che postura ed impugnatura tenere, e questo può anche risultare dannoso per chi non abbia davvero idea di come tenere in mano lo strumento. Le note e corde colorate non sostituiranno mai le spesso odiate sessioni di solfeggio con un maestro.
Il parere è quello che sia l’ideale per chi di musica non sappia molto, stia imparando, o abbia scoperto una polverosa chitarra in soffitta e voglia a tutti i costi avventurarsi nel mondo magico della musica. Il musicista non trarrà grande divertimento o giovamento da questo titolo, che essendo sprovvisto dell’immediatezza, e della quantità di giocatori contemporaneamente coinvolti (è previsto un coop-2 giocatori), difficilmente terrà banco alle vostre feste con amici.
Rocksmith è una buona iniziativa, fresca ed intraprendente, vedremo prossimamente se riuscirà ad attecchire in Europa e quali saranno i contenuti scaricabili messi a disposizione.
Testi di : Marco "Axel" Pirola

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