Tra il 2022 e il 2023 Star Comics ha riportato sugli scaffali una serie dell’inizio degli anni ’10, diventata cult tra gli appassionati della nona arte. Stiamo parlando di Nirvana, un fumetto umoristico di Emiliano Pagani e Daniele Caluri, ovvero I Paguri. Un progetto particolare, che oggi possiamo riscoprire in una nuova edizione che concretizza l’idea originale del duo. Questo è quanto loro stesso ci hanno raccontato in un’intervista durante la scorsa Lucca Comics & Games.
Nirvana, di cosa parla il fumetto di Pagani e Caluri?
Facciamo un breve recap, per chi non conoscesse questa serie. Il protagonista (termine che, come vedremo più avanti, è accurato solo fino a un certo punto in questo caso) è Ramiro Tango, un truffatore di basso livello. Ha fatto incarcerare il temibile boss criminale Carlos Ronson che, desideroso di vendetta, ha sguinzagliato i suoi sicari Slobo e Golem.
Per questo motivo quindi Ramiro entra nel programma protezione testimoni. A occuparsi di lui sarà il roccioso Ispettore Buddha, incaricato di tenere al sicuro l’uomo fino al processo. Un compito che non sarà facile perché Ramiro ha un talento naturale per mettersi nei guai. Ramiro quindi dovrà continuamente cambiare identità, in un trasformismo costante per sfuggire ai suoi inseguitori.
Nirvana è un fumetto che Panini Comics ha originariamente portato in edicola in una serie di albi bimestrali tra il 2011 e il 2015. In totale sono stati pubblicati 16 albi dedicati a Ramiro Tango e compagni, raccolti da Star Comics in due volumi di grande formato e a colori. Il primo ha debuttato a ottobre 2022, mentre il secondo è uscito proprio nelle ultime settimane.
Ma ora passiamo alla nostra intervista
Fatte quindi le dovute introduzioni, andiamo a parlare di Nirvana, leggendo direttamente le parole dei due autori che hanno dato vita al fumetto. Abbiamo incontrato Emiliano Pagani e Daniele Caluri nello stand di Star Comics a Lucca e ci siamo fatti raccontare qualcosa sulla nascita di Ramiro, su questa edizione e su cosa potrebbe eventualmente succedere in futuro…
Nirvana è un fumetto diventato cult. Voi cosa ricordate degli inizi di questo progetto?
Daniele Caluri: “Un treno. Quando proponemmo in Panini – la prima casa editrice a pubblicare questa storia – fu in un incontro in cui fummo noi a dire: ‘Ma quando la facciamo qualcosa insieme?’. Furono loro a dirci: ‘Ragazzi, proponete voi un progetto, folle sullo stile di Don Zauker e altrettanto libero. Divertitevi!’. Noi con questo stimolo ci imbarcammo sul treno che ci riportava a Livorno e cominciammo a buttare giù idee che poi sono state sviluppate da Emiliano come ideazione e da me come grafica. Iniziammo subito ad abbozzare i personaggi.
Capimmo subito che al contrario di Don Zauker che è una storia incentrata su un unico personaggio, questa sarebbe stata molto corale. Con un personaggio principale sì, ma con tanti comprimari che hanno più o meno lo stesso peso“.
Emiliano Pagani: “Sì, l’idea era quella di fare qualcosa che avesse un più ampio respiro rispetto a quello che avevamo fatto fino a quel momento – cioè Don Zauker, principalmente. Quindi una serie con un protagonista (se vogliamo chiamarlo così) ma tanti personaggi che avessero diversi ruoli. Andando a caratterizzare ciascuno in maniera che potesse risultare tridimensionale per chi lo leggesse, subito identificabile, per non dire iconico.
I due killer e l’Ispettore Buddha sono spiccati rispetto agli altri, ma siamo andati a caratterizzare più o meno tutti. Avendo scelto di lavorare con così tanti personaggi così diversi abbiamo potuto esprimerci con la massima libertà, con le varie peculiarità e psicologie dei vari personaggi“.
Anche perché c’è un cast estremamente variegato e anche dal punto di vista grafico si notano tantissime differenze tra i personaggi.
DC: “Questo mi fa tantissimo piacere che venga riconosciuto, perché da sempre a entrambi, non solo a me, fa un po’ strano vedere nei fumetti personaggi che hanno sempre lo stesso volto, anche solo le comparse. Magari gli cambiano un po’ la pettinatura, l’abbigliamento… A volte nemmeno, sono proprio fatti con lo stampino. E invece anche nella realtà ciascuno ha la propria personalità.
Così noi anche a personaggi che compaiono per una-due vignette sullo sfondo diamo una loro identità. Poi magari non parlano, non si esprimono, non dicono neanche una battuta, ma nel suo cervello il lettore registra che è una persona a sé. Magari in maniera superficiale e subliminale, ma se la immagina con una propria storia, con un carattere, una personalità.
Non sembra ma ogni personaggio è frutto di una serie di scelte che lo portano a essere caratterizzato un pochino più buono, un pochino più remissivo, un pochino più malvagio, più scemo, più acuto… Scelte di cui ognuno è esempio. Poi i personaggi principali devono essere immediatamente riconoscibili, quindi con caratteristiche che spiccano rispetto agli altri, ma questa è una delle regole del fumetto“.
Avete mai provato, anche solo come esercizio, a immaginare la backstory di una delle comparse?
DC: “Beh, lo spin-off di Slobo e Golem è nato così. Quando noi abbiamo dato il via a questa coppia di assassini, di ognuno ci siamo immaginati la storia (a grandi linee)“.
EP: “Quindi in realtà una volta finita la serie i due spin-off che sono nati, Slobo e Golem e l’Ispettore Buddha, avevano i trattamenti già pronti, proprio perché di ogni personaggio ci siamo immaginati la storia. E sì, ci pensavo anche adesso mentre Daniele rispondeva: ogni personaggio che compare e dice una battuta potrebbe avere una sua storia, potrebbe dare origine a uno spin-off.
È una cosa divertentissima ed estremamente stimolante da un punto di vista creativo se ci pensi. Però noi normalmente lavoriamo in questo modo. Qualsiasi personaggio ‘giocabile’ si direbbe in un video game deve avere la sua storia“.
DC: “Pensa c’è anche il background del congilietto Spumino e dell’ippopotamo Stefano“.
OK, questo lo segniamo poi per la domanda sui progetti futuri… Intanto, una delle caratteristiche di Nirvana, dei suoi diversi numeri è che sono tutti intitolati con una canzone. C’è un brano o anche più di uno che avreste voluto usare, ma che per una serie di motivi avete tagliato, anche solo semplicemente “Ci piace tanto ma non riusciamo a trovare la storia adatta”?
DC: “Sono tanti eh. Perché la scelta delle canzoni? È una cosa scema, che fa parte della grande catena delle citazioni. Però in realtà non solo nella scrittura ma anche nella scelta grafica ci vanno a finire cose che con il fumetto c’entrano poco. Come le canzoni, appunto. Magari dal punto di vista mentale mi suggerisce alcuni passaggi che si traducono poi in segni grafici“.
EP: “I titoli degli episodi, che sono titoli di canzoni, in realtà non sono titoli di canzoni che a noi piacciono, che ci stanno particolarmente a cuore e quindi abbiamo voluto usare per Nirvana. Anzi, la maggior parte sono canzoni che non ci piacciono. (ridono)
Però magari la storia si prestava bene a essere rappresentata con il titolo di quella canzone, oppure faceva bene da contrasto. Guarda ad esempio la prima, che è Un mondo d’amore quando la storia è esattamente l’opposto. La scelta è dettata solamente da questi due criteri, giocare di contrapposizione oppure un titolo che raccontasse bene la storia. Non sono canzoni che a noi stanno a cuore“.
Possiamo quindi dire che è stato un lavoro a posteriori quello del titolo?
DC: “Sì, il titolo è sempre la ultima cosa che viene messa alla storia. Per noi, almeno. Prima di tutto si concepisce l’episodio, curandolo sempre anche mentre si forma, dopodiché si decide quale titolo associargli. È il vestitino che gli metti per mandarlo poi in giro“.
Adesso siamo tornati nel mondo di Nirvana a quasi dieci anni dalla conclusione. Com’è stato ritrovare questa storia e questi personaggi? È stato un po’ ritrovare un vecchio amico?
EP: “Innanzitutto dobbiamo dire che nella nostra mente l’edizione originale di Nirvana doveva essere così: una versione più grande e a colori. Noi l’abbiamo pensata così. Poi per ragioni editoriali doveva uscire in edicola ed essere in quel formato lì, quindi abbiamo deciso tutti insieme con Panini di farla così. Però nella nostra mente era stata pensata per essere così.
Sul ritrovare un vecchio amico… In realtà ci siamo stupiti, andando a sfogliare quando ci hanno mandato le prove del colore ci dicevamo: ‘Ma abbiamo fatto davvero questa roba? Sembra impossibile! Ma ti rendi conto che culo ci siamo fatti in tutti questi anni?‘”.
DC: “Ecco Nirvana è stata una vera e propria galoppata nelle possibilità offerte dal fumetto umoristico“.
EP: “C’è tantissima roba dentro“.
DC: “Abbiamo voluto puntare sulla generosità, nel senso che qualsiasi tipo di stimolo, grafico, di scrittura di riferimenti… Noi ce l’abbiamo messo dentro, in modo da renderla davvero molto stratificata. Il lettore che vuole la gag semplice e scema ce la trova, ma chi vuole il riferimento un pochino più subliminale ce lo trova. Per cui accontenta più palati. Ci siamo fondamentalmente divertiti un sacco. La cosa che secondo me è riuscita, prima ancora dell’esito di vendite, è stato proprio divertirci molto.
Ci siamo resi conto che divertendoci noi, poi questa cosa passa nella storia. È stata una cosa davvero bella vedere coronato l’intento iniziale. Come diceva Emiliano noi ce la siamo immaginata come se fosse uno dei cartoni animati più fracassoni possibili. È una serie chiassosa e con il colore si adatta molto bene. E infatti volevamo puntare su un colore molto saturo, kitsch volendo anche, con colori belli pieni perché si sposano bene con la storia“.
EP: “Sono passati più di dieci anni dal numero zero. Guardare adesso la serie è sorprendente. Dieci anni fa una cosa del genere era impensabile. Infatti tanti lettori che si aspettavano tutt’altro rimasero scandalizzati da quello stile dirompente.
Però anche questo volevamo fare: una cosa che non c’era prima e che poi purtroppo non c’è più stata dopo. Speravamo di aprire un canale, che è stato seguito solo in parte da altri. Un certo fumetto umoristico da edicola si è spento, come si è spento un po’ tutto il fumetto da edicola. O comunque si sta spegnendo“.
DC: “Ecco, una delle cose che apprezziamo davvero tanto di più dell’operazione della Star Comics, al di là della colorazione, è il fatto di aver proposto un fumetto così feroce e violento, anche nell’umorismo. Perché i tempi che ci sono toccati in questa contemporaneità vanno in controtendenza, sono morbidi, sono attenuati. Un tipo di umorismo e proposta molto per benino e perbenista a volte. Innocuo.
Mentre invece noi prima di tutto da lettori abbiamo bisogno di roba che ci sconvolga, che ci destabilizzi e ci rimetta in discussione, no? Qualcosa, volendo, che ci disturbi, perché nel disturbo poi si innesca un ragionamento e una riflessione che può portare ad altro. Se no, cosa aggiungi?“.
EP: “Raccontarmi quello che già so o che voglio sentirmi dire ha poco senso“.
DC: “Una casa editrice dovrebbe avere il dovere morale di proporre della roba non dico rischiosa che però sa che può destabilizzare e Star questa cosa l’ha fatta“.
Domanda di rito che va fatta: questa riedizione potrebbe portare a qualche novità per il fumetto di Nirvana? Qualche spin-off?
EP: “Nirvana l’abbiamo finito – senza andare a spoilerare – in modo che non potesse proseguire e l’abbiamo fatto apposta. Perché quando decidiamo di finire una cosa, deve finire. Ritornarci sopra non ci piace farlo a noi e non ci piace quando lo fanno gli altri. Le operazioni nostalgia non ci piacciono. Spin-off invece sì, volentieri. Lo dicevamo prima, che ogni personaggio in realtà può avere una sua storia. L’idea ci piacerebbe parecchio, soprattutto tornare su un paio di personaggi in particolare“.
DC: “Dipende da voi lettori! Frugatevi nelle tasche e date fondo alle copie di Nirvana!“.
E allora a noi resta solo il compito di ringraziare Emiliano Pagani e Daniele Caluri per il tempo concesso e Star Comics per l’opportunità, per poi unirci al loro appello! E chissà che in futuro il fumetto di Nirvana non possa allargare ancora di più i suoi confini…
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