Obi-Wan Kenobi è tornato. Star Wars è tornato. La nuova serie che debutta oggi su Disney+ prova a farci sentire nostalgici per il passato, ma non dimentica che il fulcro di ogni storia sono i personaggi e le scelte che prendono. Il risultato sono due primi episodi che cuciono immediatamente la trilogia prequel e quella originale, facendoci trattenere il fiato e regalandoci momenti emozionanti. Vi spiegheremo cosa ci è piaciuto di Obi-Wan Kenobi in questa recensione evitando gli spoiler. Ma se volete semplicemente sapere se vale la pena guardarla, una consiglio lo possiamo dare: correte davanti alla TV e godetevi lo spettacolo.
La nostra recensione di Obi-Wan Kenobi
Recensire le serie TV Star Wars non è semplice: temiamo sempre che il nostro amore per la saga mini il nostro giudizio. Ma siamo convinti che girarle lo sia ancora di meno. Da un lato c’è un amore per un mondo immaginario fatto di nove film, serie animate e live action, libri e fumetti, videogame e altro ancora. Dall’altro c’è la necessità raccontare storie nuove: se al posto di una trama ci sono solo Nerd che giocano con le proprie action figure, non è una serie che vale la pena guardare (anche se non c’è nulla di male a giocare con le action figure!).
La serie inizia con un tocco di nostalgia, ma è funzionale. Vediamo la scritta iconica che ci porta in una galassia lontana lontana e poi un riassunto di tutti gli eventi principali della trilogia prequel. In particolare, vediamo come Obi-Wan abbia ereditato da Qui-Gon Jinn il compito di fare di Anakin un grande Jedi. E di come Kenobi abbia fallito.
Questo serve per introdurre il fatto che, dieci anni dopo, il senso di colpa disegna ancora i contorni di Ewan McGregor nei panni di Obi–Wan.
Il Ritorno dello Jedi, riluttante
La regista Deborah Chow (bravissima), sceglie di mostrarci la rassegnazione di Obi-Wan, poco per volta. E lo fa in maniera intelligente. Ricordandoci prima, con giocando con flashback e nuovi personaggi, che cosa rappresenta essere un Jedi. Un eroe che non può restare immobile davanti alle ingiustizie. Per poi farci capire un pezzo alla volta che Obi-Wan alla vita da Jedi ci ha ormai rinunciato.
Ma sappiamo che non sarà così a lungo (altrimenti, perché fare la serie?). Mentre ci mostra la vita di Obi-Wan e degli altri protagonisti della serie, Chow mette in moto anche le pedine della prima vera sfida che Kenobi dovrà affrontare in questa serie da sei episodi.
Nei trailer avevamo già visto che gli Inquisitori sarebbero arrivati per dare caccia ai Jedi in tutta la galassia. E la serie non perde tempo a farci capire che sono una minaccia reale.
Se da un lato i momenti che svelano le intenzioni dei personaggi hanno tutto il tempo e il respiro che necessitano, il ritmo incalzante della trama fa volare i 40 minuti circa degli episodi in un soffio. E c’è anche il tempo per mostrarci gran parte del cast, che oltre a McGregor vede Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, SimoneKessell e Benny Safdie. Non vi diciamo invece se si vede Hayden Christensen: questo dovete scoprirlo da soli.
Obi-Wan resta senza dubbio il protagonista, ma l’uso degli altri personaggi ci ha convinto. Alcuni arrivano e rubano la scena, per poi sparire presto. Altri invece hanno un ruolo centrale, sebbene ci aspettavamo fossero a malapena un cameo.
Come ogni prodotto Star Wars ben riuscito, il percorso dell’eroe ha un gusto classico: il “protagonista riluttante” è ormai quasi un cliché. Ma la sceneggiatura e la regia riescono a sorprenderci lo stesso. Più di una volta.
Recensione di Obi-Wan Kenobi: lo Star Wars che volevamo
The Mandalorian ha voluto raccontarci una storia completamente nuova, inserendo elementi già conosciuti dell’Universo Star Wars per arricchire la trama. Obi-Wan Kenobi invece continua a raccontare una storia già iniziata nel 1977. Un rischio, visto le aspettative alle stelle.
Eppure ci sembra che, almeno per i primi due episodi, stia facendo le giuste scelte. Ewan McGregor incanta ogni volta che è sullo schermo. Questo è un personaggio che evidentemente adora e su cui ha lavorato molto. Non abbiamo bisogno di dialogo per capire le sue intenzioni. Basta uno sguardo (e le dita che attorcigliano la barba).
Deborah Chow continua a dimostrarsi una regista impeccabile per le scelte, anche coordinando un team di tecnici eccellenti come quello di una serie Star Wars (ha già girato due episodi di The Mandalorian, oltre ad aver lavorato per Better Call Saul e American Gods, per citarne alcuni). Gli effetti speciali, la fotografia, il sonoro. Tutti i dettagli sono curatissimi, come pretendiamo da ogni serie e film Star Wars.
Ma Chow dimostra il proprio valore narrativo anche valorizzando i ruoli minori e i camei in modo da dipingere un mondo tutto suo all’interno del grande universo Star Wars: non vediamo l’ora di scoprire come continuerà la serie.
Ma più di tutti ci ha convinto l’attenzione alle decisioni di Obi-Wan, trattate in maniera seria e profonda. Nonostante la serie trovi più volte spazio per farci sorridere e anche ridere di gusto. Ma si prende sul serio, si sente importante: prova a farci innamorare di nuovo del Maestro Jedi. E ci riesce.
Per una vera recensione di Obi-Wan Kenobi dovremo aspettare di sapere dove la serie andrà a parare. Il fatto che viva fra due trilogie viste da milioni di persone ne limita le potenzialità narrative: sappiamo tutti che né Obi-Wan morirà né l’Impero sarà sconfitto (spoiler, crediamo). Ma per il momento sembra che ci siano tutti gli elementi giusti per farci divertire.
Se avete già visto la serie, diteci cosa ne pensate: siamo curiosi di scoprire le vostre opinioni nei commenti. Siamo troppo di parte? O davvero il ritmo e la tensione emotiva di questa serie può coinvolgere anche il più accanito dei fan?
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