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Neon Genesis Evangelion su Netflix: un passaggio generazionale

Quanto è diverso il mondo di oggi da quando Evangelion è stato trasmesso per la prima volta?

Neon Genesis Evangelion arriva oggi su Netflix, e noi siamo in totale visibilio! Perché? E’ semplice: perché siamo fan della primissimissima ora, ci siamo visti tutta la serie la prima volta che è mai stata trasmessa in Italia, e non vediamo l’ora di poterci mettere a fare una bella maratona comodamente sdraiati sul divano di casa!

Evangelion è una serie degli Anni Novanta. Di più, è LA serie degli Anni Novanta. Intendiamoci, gli anni Novanta sono uno dei periodi d’oro dell’animazione giapponese, che ci hanno regalato giganti come Trigun, Slam Dunk, GTO, Cowboy Bebop, Slayers, Rayearth, Il Mistero della Pietra Azzurra…ma Evangelion, con la sua carica esoterica, con le sue mille chiavi di lettura, con il carisma di una struttura narrativa semplice, che però portava con sé la promessa (e la minaccia) di qualcosa di molto più profondo, contorto, malato, ha davvero rubato la scena alla concorrenza. Soprattutto nel contesto in cui è andato in onda per la prima volta in Italia.

Neon Genesis Evangelion, MTV e VHS

neon genesis evangelion netflix

La versione italiana di Neon Genesis Evangelion è stata curata da Dynamic Italia, che ha iniziato a distribuirla in versione cassetta fin dal 1997. Poi fu trasmessa in televisione, per la prima volta, nel 2001 (l’anno del second impact), su MTV. L’emittente era specializzata in programmi musicali, naturalmente, ma aveva un palinsesto sorprendentemente variegato…e valido, soprattutto nei primi anni Duemila. In particolare, un segmento particolarmente apprezzato e riuscito era l’Anime Night.

L’Anime Night era lo slot della prima serata del martedì, dalle 21 alle 22.30. Questa serata era tutta dedicata, l’avrete immaginato, agli anime. Questo era di per sé qualcosa di speciale, per non dire rivoluzionario: stiamo parlando di un’epoca in cui gli anime erano cartoni animati, trasmessi all’ora di pranzo o nel pomeriggio, rivolti ad un pubblico di giovani o giovanissimi, e soprattutto trasmessi solo dopo una massiccia manipolazione editoriale volta ad epurarli da tutti gli elementi scomodi, come sesso, violenza, religione e così via (per non parlare della totale trasformazione del contorno tecnico, che da un lato ha portato al culto delle sigle dei cartoni animati, dall’altro ha deformato pesantemente una parte preziosa delle opere trasmesse). Quello che MTV proponeva, invece, era il rispetto pressoché totale per l’integrità delle opere originali (con alcune clamorose eccezioni, tipo Aquarion), un livello senza precedenti di attenzione filologica e una selezione di grandi serie inedite nel nostro paese, trasmesse integralmente, con le sigle originali, e una strategia di marketing nettamente più improntata verso un pubblico maturo.

https://www.youtube.com/watch?v=t-QSmNReDyI

Oggi Neon Genesis Evangelion approda su Netflix. Netflix è la più nota piattaforma di streaming video al mondo, che permette a tutti di accedere a una quantità di contenuto incredibile, totalmente on demand, in qualunque momento, da qualunque luogo, in versione integrale, in lingua originale, doppiata, sottotitolata…insomma, l’apoteosi dell’esperienza dell’utente. Netflix è soltanto uno dei molti servizi di questo genere che esistono o che esisteranno, e attorno a Netflix c’è il resto di internet, con la totalità delle informazioni accessibile a chiunque, ovunque, proprio ora. Troviamo che sia importante, proprio in questa occasione, riflettere sull’impatto che l’Anime Night ha avuto sui suoi spettatori dell’epoca: cose che oggi sembrano totalmente ovvie, allora non lo erano affatto, e vedere un prodotto di animazione in prima serata, con una fighissima sigla in giapponese, chiamato anime, e non più cartone animato, era un fulmine a ciel sereno. Se ci aggiungiamo che le serie trasmesse erano non solo le migliori in arrivo dal Giappone, ma opere mature, che finalmente mantenevano intatta la propria dignità venendo offerte al pubblico per cui erano state pensate, si capisce bene l’importanza del programma, diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli anni Duemila.

Il mistero, la cabala e il Red Cross Book

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C’è un’altra fondamentale differenza nel contesto culturale del 2001 rispetto ad oggi: l’accesso alle informazioni, ai materiali di riferimento, e in generale a internet era estremamente ridotto, in un modo che è perfino difficile da concepire. Dimenticatevi di essere sempre connessi, dimenticatevi di essere circondati e immersi in internet, presente in buona parte degli oggetti che avete quotidianamente attorno. Dimenticatevi di avere una velocità anche solo accettabile. Dimenticatevi di guardare dei video. Nel 2001 internet aveva una faccia molto diversa: i modem cantavano, avevano una velocità di 50k, e spesso e volentieri era necessario tirare un cavo del telefono attraverso le stanze di casa per potersi connettere. Oh, e le tariffe erano così costose che in genere ci si collegava ad internet per qualche ora al giorno al massimo.

Non solo: la principale, più comoda, più consultata fonte di informazione sul web, Wikipedia, è stata lanciata proprio nel 2001. Questo significa che si trattava di poco più di un embrione, ben lontana dal ricettacolo dello scibile umano che è oggi. Insomma, recuperare informazioni era scomodo, difficile, lento e costoso, e bisognava comunque sperare che quelle informazioni, da qualche parte, ci fossero davvero.

Neon Genesis Evangelion è, come si diceva all’inizio, un’opera molto misteriosa. All’apparenza parla di “robot e belle ragazze”, come furbamente diceva il regista Hideaki Anno. Iniziate a guardare la serie, c’è una città sotto attacco, un’organizzazione di difesa, dei giganteschi robot umanoidi che combattono giganteschi mostri umanoidi…tutto piuttosto normale. Poi iniziate a cogliere alcuni strani riferimenti: gli Angeli, le Pergamene del Mar Morto, Adam, i robot che si chiamano Eva, e iniziate a sospettare che ci sia qualcosa di più, qualcosa di molto misterioso. Magari cogliete anche qualche citazione più specifica: Sachiel, Shamshel, Ramiel, la Lancia di Longino…e numerosi altri termini e riferimenti alla Bibbia e alla Cabala, e allora siete certi di essere incappati in qualcosa che richiede molta più attenzione di quanta siete abituati a riservare per un “cartone animato”. Il punto è che non solo non potete riguardarvi gli episodi, a meno di non comprare o registrare dei VHS, ma non potete nemmeno andare su Wikipedia in tempo reale per triangolare nomi, numeri e quant’altro.

Crediamo che molto del mistero e della fascinazione che circonda Evangelion sia almeno in parte dovuto alle ristrettezze di accesso alle informazioni dell’epoca in cui è stato ricevuto dal pubblico. Si è dovuto aspettare il 1997, due anni dopo il lancio in patria della serie, con l’uscita al cinema del finale alternativo The End of Evangelion, per avere una fonte di informazioni ufficiale: il cosiddetto “Red Cross Book”, una sorta di glossario che veniva venduto proprio al cinema. Il Red Cross Book era inestimabile, per quanto quasi altrettanto criptico rispetto alla serie: più ancora di essere una fonte utile di nozioni, era l’unica. E naturalmente, se oggi potete trovare facilmente le scansioni di ogni singola pagina con una semplice ricerca su Google, nel 2001 la faccenda era assai più complicata, e bisognava mettere insieme pezzi di informazioni frammentarie trovate qua e là su siti web profondamente 1.0. Era, insomma, tutta un’altra epoca.

Generazioni

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Evangelion è in italia da meno di vent’anni, ma il mondo e la tecnologia sono cambiati fragorosamente in questo lasso di tempo. Oggi, Neon Genesis Evangelion è su Netflix, è stato insomma consegnato ad una nuova generazione, che potrà scoprirlo, o riscoprirlo, e tuffarsi a capofitto in questo capolavoro. Siamo molto curiosi, però, di sapere quale sarà l’impatto della serie su chi la guarderà per la prima volta, con tutto il contorno di approfondimenti, recensioni, informazioni che senza dubbio spunteranno (anzi, senz’altro già ci sono) in tutto internet.

Fateci un favore: se fate parte di questa categoria, fateci sapere le vostre impressioni. In caso contrario…

Congratulazioni!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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