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La NASA vuole studiare gli UFO (ma non c’entrano gli alieni)

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NASA ha annunciato la creazione di un team indipendente di ricercatori per studiare gli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati (UAP), che è il termine più aggiornato con cui si parla degli UFO (oggetti volanti non identificati). L’agenzia spaziale vuole infatti trovare una spiegazione scientifica a questi avvistamenti, che però, come sottolineato, nonostante le credenze popolari non ci sono prove siano riconducibili agli alieni.

L’alternativa della NASA agli alieni per spiegare gli UFO

Lo scopo di questo team sarà quello di esplorare le possibili origini di tutti i vari fenomeni UAP osservati, utilizzando tecniche e analisi scientifiche. Si tratta di una missione che rientrerebbe in uno degli scopi meno noti della NASA, ovvero quello di assicurare la sicurezza aerea. Si capisce quindi l’interesse nel determinare l’origine naturale o artificiale degli UAP.

La NASA non è di certo il primo ente statunitense ad interessarsi agli UAP. Lo stesso Pentagono da almeno il 2017 porta avanti un programma segreto chiamato Advanced Aerospace Threat Identification Program (AATIP) per investigare sugli avvistamenti di UAP fatti dai piloti militari. Grazie a questo programma, un anno fa ha rilasciato un suo report dove elencava cause possibili per molti UAP, con per lo più fenomeni atmosferici ma ancora alcuni casi non spiegati. Anche il Dipartimento della Difesa ha instaurato la sua Unidentified Aerial Phenomena Task Force (UAPTF) utilizzando le risorse della Marina, a cui è seguito il programma Airborne Object Identification and Management Synchronization Group (AOIMSG).

Una missione scientifica

L’impegno della NASA deriva proprio da una volontà dell’agenzia, con in primis il suo direttore Bill Nelson, di prendere in mano la questione da un punto di vista scientifico. Da qui la nascita della task force, che avrà un bugdet che oscillerà tra qualche decina di migliaia di dollari e centomila dollari. Essendo scientifica, cercherà di operare quanto più possibile sugli open data, senza quindi informazioni segrete, per poter mantenere la ricerca quanto più trasparente possibile. Di base la missione non sarà affiliata con quelle militari del Pentagono e del Dipartimento della Difesa. Potrebbero però esserci delle interazioni per alcuni dei dati e delle testimonianze.

Lo studio, secondo la NASA, ha una durata prevista di 9 mesi. Alla fine di questo tempo probabilmente avremo a disposizione un rapporto con le conclusioni dell’agenzia spaziale sui dati disponibili. In tutto questo, nessuno considera seriamente l’opzione extra-terrestre. Ma, come dichiarato da Thomas Zurbuchen, amministatore scientifico associato della NASA, “Se qualcuno mi chiedesse se penso che se la prova inconfutabile di vita intelligente [aliena] in uno di questi fenomeni, gli darei una risposta assolutamente accettabile per uno scienziato: ‘ Non lo so'”.

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