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Naoki Urasawa si racconta – e dice che gli piacerebbe disegnare Lucca

Uno dei maestri contemporanei del manga, Naoki Urasawa, si racconta in una conferenza stanza a Lucca Comics & Games 2023. E l’eccitazione per il suo arrivo si sente in tutta la città: code chilometriche per poter partecipare al suo firmacopie, appassionati di manga che cercano di scorgerlo per la città. Un evento importante per la fiera del fumetto, che oltre a ospiti importanti dal mondo del fumetto occidentale, ha saputo (grazie a Planet Manga) far incontrare i fan con un Maestro assoluto del manga.

Naoki Urasawa, le parole del Maestro del manga alla conferenza stampa

Urasawa inizia la conferenza stampa con l’italiano, salutandoci con un “Buongiorno!”. E si dice contento di poter festeggiare a Lucca una data importante. “Quest’anno è il 40esimo anniversario di 20th Century Boys, sono molto felice di essere a Lucca per questo evento. Io ho iniziato a disegnare manga dai cinque anni, dagli otto ho iniziato a tenere lo stile che ho ancora adesso. Ma a tredici anni ho scoperto La Fenice di Tezuki, che ha cambiato il mio modo di scrivere manga”.

Come nascono i personaggi di Urasawa

Quando un collega chiede di come crea personaggi che colpiscono al cuore, Urasawa dice che questa domanda l’ha messo in crisi. “Non so se vale come risposta. Ma quando stavo scrivendo 20th Century Boys, disegnando la nonna di Kenji, non riuscivo a realizzare il personaggio che volevo. Uscii a fare compere e al supermercato, in cassa, trovai una signora e dissi: ‘è lei’. Per me questo è creare personaggi”.

Foglio Urasawa Conferenza Stampa

Discutendo di come realizza i propri personaggi, Urasawa prende la matita e disegna su un foglio. “Questo è il gioco giapponese del Soji. Questa pedina può andare solo in due punti. Io penso i personaggi come se fossero una pedina, che può andare solo in alcuni posti. Questo mi affascina molto. Io voglio disegnare questo tipo di personaggi, bloccati in questa cosa”.  

Pluto e il suo rapporto con il classico

Parlando di Pluto, che da poco ha un adattamento animato su Netflix, Urasawa dice che non vorrebbe più rifare un classico. No, ne ho abbastanza degli altri autori!” scherza. “Anche perché quando ho deciso di rifare il remake di Pluto mi è venuta l’orticaria, quindi ne ho abbastanza”.ù

Ma spiega come ha saputo dare il proprio stile a una storia iniziata da un altro mangaka, dicendo: “Quando ho letto Pluto avevo cinque anni. Poi l’ho riletta a otto. Quando l’ho scritto invece ne avevo quarantatré. In mezzo non l’ho più riletto, quindi non ricordavo tutto. Avevo però dei ricordi, come quello dell’esplosione in cielo, che poi effettivamente nel manga originale non c’è. Quindi, in qualche modo avevo assorbito questa storia e l’ho rielaborata”.

Le ispirazioni di Urosawa

Parlando di ispirazioni e dell’influenza di Stephen King nelle sue opere, Urasawa spiega: Pensandoci, io da vent’anni leggo soltanto Stephen King. Un pochino di Urakami, forse”.

Dopo la letteratura, la musica, tanto importante nelle sue opere. E sembra anche per la sua vita.“A tredici anni ho iniziato a suonare la chitarra, subito dopo a scrivere le canzoni. Avevo due registratori a cassette: registravo, riascoltavo, suonavo un’altra parte. Da quell’età ho realizzato le canzoni in questo modo. Adesso possiamo registrare tutto in modo digitale, ma quel sistema analogico era complicato perché doveva fermare la cassetta esattamente quando avevo trovato il suono perfetto. E poi mi piaceva molto suonare molto chitarra e armonica, mi dicevo: ‘Ho creato un’orchestra!’”.

Anche il cinema gioca un ruolo importante nella creazione dei manga. Urasawa spiega: “Sono troppi i registi a cui mi sono ispirato. Akira Kurosawa, Yasujiro Ozu, Peter Bogdanovich, i fratelli Cohen, Vim Wenders”.

Conferenza stampa di Naoki Urasawa: temi forti delle sue opere

Di recente, Urasawa ha scritto manga misteriosi, con toni thriller. E sembra non avere intenzione di cambiare rotta, per tornare al suo esordio. “Non sto pensando di disegnare un altro manga sportivo, perché non me lo sento: dentro di me sento di scrivere manga più thriller. Nel mio cuore sento di realizzare manga con temi più misteriosi”.

Conferenza Stampa Urasawa Lucca Comics And Games 2023

Parlando di moralità, in Monsters come in altre opere, Urasawa racconta: “Questa cosa l’ho realizzata in un’intervista che ho fatto ieri. In Monsters non volevo parlare di personaggi cattivo, piuttosto mi volevo focalizzare su come le scelte di un dottore abbiamo un valore enorme, di vita o morte. Anzi, vorrei ringraziarvi perché con queste domande mi fate scoprire cose nuove”.

Discutendo di come bilancia commedia e tragedia, spiega: “A me piace disegnare commedie, ma dentro al cuore degli uomini tutti gli eventi sono una commedia. Anche se non sempre il risultato è divertente. A seconda degli eventi, a volte vado in altre direzioni, ma mi piace raccontare commedie. Una cosa che mi piace per rendere i personaggi umani è, nel mezzo dei momenti più difficili, fermarsi perché si ha fame”.

Invece, non è un fan delle scene di pianto. “Quando vedo scene di pianto, a volte non capisco quello che vuole dire. Quando ho visto 2001: Odissea nello Spazio ho detto: ‘ma cos’è?’ Ma poi questo mi ha spinto a voler realizzare sensazioni del genere nei lettori. In Giappone, quando si scrive una storia si pensano a quattro temi: amore, gioia, rabbia, tristezza. Tutti questi vanno nella storia, ma nel mezzo si possono infilare altre emozioni, negli spazi stretti fra questi temi. È quello che cerco di fare. Per esempio, quando un personaggio sorride a pieno volto, voglio che i lettori pensino a quanto è triste”.

Partire dai finali, anche se a volte arrivano inaspettati

Nella conferenza, Urasawa ci spiega che:“Nel creare una storia, penso sempre prima alla fine. Poi, in un manga che dura sette o otto anni, spesso succede che cambi qualcosa. I personaggi crescono e io cresco e cambio con loro. Quindi a volte il finale non è quello che avevo pensato, succede spesso. Anche in un film di due ore a volte il regista cambia il finale, anche durante la realizzazione stessa del film. Allo stesso modo, i lettori che leggono il manga mi influenzano, con cambiamenti in corsa a seconda di quello che piace di più. Questo mi succede spesso, ci sono cose che i fan adorano e mi accorgo di cose che stanno diventando prioritarie”.

Urasawa Conferenza Lucca

Guardando al futuro, ai disegnatori di domani, il Maestro spiega: “Scrivere manga è un lavoro duro, però mi sento di dire che la prima regola è non disegnare qualcosa solo per vendere – ma perché piaccia. Da lì si crea un punto di partenza per la prossima generazione. Perché creare qualcosa che vende significa raccontare una storia già sentita in passato. Se invece si pensa a conquistare i lettori con qualcosa di nuovo, si dà un punto di partenza per le prossima generazione. Per esempio, scrivendo Monsters mi hanno detto che non avrebbe venduto: mi hanno concesso solo quattro numeri. Poi invece ha avuto successo e sono diventati diciotto”.

Una domanda di rito per chiudere la conferenza non poteva che essere cosa pensa Urasawa di Lucca. Nei prossimi manga ambienterà una storia a Lucca? “Lucca è una città bellissima, che viene voglia di disegnare. Se decidessi di realizzare una storia ambientata in Europa, sicuramente potrei usare elementi di Lucca nella storia. Sto facendo un sacco di foto, per usarla in qualsiasi momento”.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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