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Maccioverse: la tecnologia vista da Maccio Capatonda | Recensione

Uno show dalle grandi ambizioni che funziona ma non del tutto

Debutta oggi sulla piattaforma di streaming Elisium la nuova serie di Maccio Capatonda, intitolata Maccioverse. Un progetto originale che punta a raccontare la tecnologia e il nostro rapporto con essa, visto dalla prospettiva del celeberrimo comico. Che in questo show tenta un approccio diverso da quello che ci si aspetta da lui, pur restando fedele allo stile che lo ha reso popolare. Noi abbiamo visto in anteprima l’intera serie e siamo pronti a raccontarvi il nostro parere.

In Maccioverse Maccio Capatonda incontra Black Mirror

Parlando di Maccioverse all’anteprima dedicata alla stampa, Maccio Capatonda ha raccontato come nasca dal suo tentativo di creare un “Black Mirror italiano“. In effetti, non mancano i parallelismi con lo show inglese, a partire dal fatto che anche quello fu sviluppato da un autore comico, ovvero Charlie Brooker.

Naturalmente poi la somiglianza si concretizza soprattutto nelle tematiche affrontate. In Maccioverse infatti abbiamo un’esplorazione del mondo della tecnologia moderna, esplorando come ciascuno di noi si rapporti a essa, soprattutto dopo l’accelerazione dell’utilizzo di determinati strumenti dettata dai lockdown e più in generale dagli ultimi anni.

Questo concetto si applica in un contesto molto attuale, senza grandi balzi temporali o di progresso. Alcuni dei device protagonisti delle puntate sono infatti già presenti nelle nostre vite, mentre altri sono leggermente più avanti nel tempo. Quel tipo di oggetti che possiamo facilmente immaginare di vedere fra quattro-cinque anni nelle nostre case. O anche prima, considerati i ritmi del progresso attuale.

Rispetto allo show ispiratore però in questa serie non troviamo episodi completamente antologici. Ciascuna delle cinque puntate ha una propria trama verticale, che analizza determinati strumenti, ma c’è anche una narrazione orizzontale. Un processo che si sviluppa e che ci mostra un Maccio Capatonda molto umano, molto concreto e che riesce a mescolare alle risate e alle trovate assurde anche un pizzico di cupezza.

Dietro la risata

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Maccioverse vede protagonista il Maccio Capatonda ‘reale’, che i suoi fan hanno potuto conoscere in alcuni progetti recenti come gli episodi di TG Casa 40ena. Un personaggio che resta una maschera, ma che è molto più vicino al suo interprete di quanto lo fossero Mariottide, Padre Maronno, il Dottor Pino Medici e così via.

Così ne nasce una storia che pur essendo fantascientifica assume un tono personale. Si percepisce come almeno una parte di quanto raccontato in Maccioverse nasca da esperienze concrete, da eventi personali. E ne nasce un mix che stupisce chi è abituato ai prodotti di Maccio Capatonda, ma che in generale funziona e ha del grande potenziale.

Ci sono le trovate geniali che scardinano le aspettative che abbiamo imparato a conoscere bene e che strappano sempre grasse risate, ma sono affiancate a momenti molto più drammatici. Una scelta decisamente peculiare, che però permette a Maccio Capatonda di sperimentare, perfettamente in linea con lo spirito che ha ispirato questo show.

Non sempre le due anime si amalgamano bene. In alcuni casi siamo confusi, non sappiamo se ridere o commuoverci. In altri si va dalla parte completamente opposta, passando dalla commedia al dramma in uno stacco di inquadratura. Ma forse è anche questo il fascino di Maccioverse, che ti disorienta per colpire andando ben oltre il semplice compitino richiesto.

Maccio Capatonda racconta la malinconia di Maccioverse

Per l’occasione abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche parola con l’autore della serie, facendoci proprio spiegare la decisione di impostarlo su questo tono fortemente malinconico.

Rispetto ai tuoi altri contenuti hai mantenuto lo stesso stile comico ma calandolo in un contesto un po’ più malinconico. È stata una scelta precisa? E se sì, possiamo aspettarci di vederla nei tuoi progetti futuri?

Io ho cercato di fare una… di raccontare una sorta di realismo in questa serie, partendo dalla mia veste, più reale e realistica del mio personaggio al naturale. E poi passando attraverso derive surreali.
Il malinconico secondo me è venuto fuori perché un po’ realisticamente io sono malinconico nella realtà.

Un po’ perché il tema trattato è visto da una prospettiva un po’ cinica, un po’ disfattista, un po’ pessimista. E quindi secondo me è venuta fuori questa sorta di critica efferata sulla tecnologia.
Però io sono abbastanza nostalgico e malinconico di mio. In futuro non lo so, dipende. Anche peggio forse. Più che malinconico, drammatico, triste, horror… Potrebbe sfociare in derive gravissime
“.

Maccioverse è uno show che non centra in pieno il bersaglio

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Maccioverse è dichiaratamente uno show molto ambizioso. Oggi i prodotti che cercano di scandagliare il nostro rapporto con la tecnologia sono diversi (anche senza pensare all’illustre sopracitato) e dire qualcosa di nuovo non è semplice. Anzi, statisticamente è facile cadere nella trappola della retorica semplice, quella che immediatamente fa pensare “OK, boomer“.

Maccio Capatonda schiva agilmente il trabocchetto e confeziona uno show che porta avanti dei punti interessanti. Prendendo i giusti spunti e affiancandogli il proprio stile certificato, riesce a creare un progetto valido che colpisce il bersaglio, ma non lo centra in pieno.

La trama orizzontale è un’ottima idea che però non ha una grande evoluzione tra un episodio e l’altro, ma funge più da cornice. Non aiuta poi particolarmente la scelta del formato molto breve, che non permette di esplorare più a fondo alcuni concetti che avrebbero del grande potenziale (pensiamo in particolare al ‘social della sofferenza’ del secondo episodio).

Rimane però un’idea piacevole, che pur non brillando in maniera stratosferica riesce a funzionare. Una buona visione per investire una parte del pomeriggio quindi, ma che forse avrebbe potuto essere ancora più efficace. La speranza è che sia un punto di partenza verso un’esplorazione più profonda di questo stile tra la risata e la malinconia.

Maccioverse sarà disponibile sulla piattaforma Elisium riservata ai clienti Elimobile e sulla app Elivision per Smart TV con un episodio a settimana a partire dal 26 settembre.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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