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Love Everlasting 2, l’amore sa aspettare (e stupirci) | Recensione

Pensavamo di aver capito il “gioco” tragicamente romantico dopo il primo volume di Love Everlasting. E anche Joan Peterson pensava di sapere cosa le stava accadendo: era intrappolata nell’ennesima storia d’amore. Ma Tom King ed Elsa Charretier ci hanno sorpreso in questo nuovo capitolo della storia, cambiando la struttura narrativa e il ritmo a cui ci eravamo abituati. Cosa che ha reso la lettura del volume 2 di Love Everlasting per questa recensione ancora più coinvolgente: ci siamo sentiti anche noi in trappola, ancora più vicini a Joan. E ancora di più, vogliamo capire fino in fondo cosa c’è dietro questa serie di storie d’amore che non vogliono finire.

SPOILER ALERT: Cercheremo di non entrare in dettagli, ma per recensire il nuovo volume dovremo fare qualche spoiler. Se volete evitarli, correte in fumetteria: vale la pena leggere Love Everlasting

La nostra recensione di Love Everlasting 2

Una sola protagonista, tante storie d’amore. O, almeno, questa era la premessa del primo volume di Love Everlasting, edito da BAO Publishing in Italia. Avevamo conosciuto Joan Peterson come segretaria, poi come infermeria, cantante durante la guerra, figlia della governante di una grande casa nobiliare; passando dagli anni ’50 al Far West, dalla disco alle sale da ballo alla Jane Austen. E l’avevamo vista innamorarsi di George, Kit, e mille altri uomini.

Quando si innamorava, la storia finiva e lei ne iniziava un’altra. In un’altra epoca, in un altro contesto — ma restando sempre Joan Peterson. Se provava a scappare, un Cowboy dal volto coperto la rintracciava e le sparava in fronte, facendola finire nell’ennesimo fumetto d’amore.

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King e Charretier ci avevano mostrato uno schema, che aveva solo poche costanti: Joan, sua madre, il Cowboy e il fatto che le storie d’amore ricominciavano sempre. Tanto che persino Joan aveva capito cosa le stava succedendo. Ma in questo volume, qualcosa va storto — e cambia tutto.

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Una vita intera, tutta nel 1963

Quando Joan incontra Don, il figlio di un amico del padre, lo guarda con le lacrime agli occhi: “Mi innamorerò di te?” chiede. Ormai si sente rassegnata alle regole del gioco. E decide di anticiparle. Finita la serata con lui, dice di amarlo; lo bacia. Ma resta dentro la stessa storia.

Lo sposa, ci fa due figli, si prende cura di lui. Invecchia con lui. Eppure non riparte a vivere un’altra storia d’amore, in un’altra epoca. Ogni tanto vede il Cowboy, che sembra capirne quanto lei. Ma nessun altro lo può vedere. E quando il resto del mondo si accorge del fatto che parla con un Cowboy inesistente e che pensa di essere dentro una storia romantica, pensano che la sua dissociazione dalla realtà sia patologica.

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Lei sa di essere “Troppo sveglia per l’amore”, ma il suo comportamento è quello di una persona che non sa distinguere ciò che reale da quello che non lo è. Anche perché è l’unica ad accorgersi che l’anno rimane il 1963, anche se lei passa dall’essere una ventenne innamorata a una donna anziana, nonna di vari nipoti.

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Le regole del gioco

Leggendo le pagine scritte da King e disegnate da Charretier, viviamo con lei questa vita claustrofobica — eppure piena di gioie e dolori, sfide e soddisfazioni. Come tutte le vite. I volti disegnati semplicemente ma estremamente espressivi di Charretier ci fanno commuovere in più punti, anche grazie ai colori “classici” ma emotivi di Matt Hollingsworth. Viviamo le emozioni di una vita intera. Ma una parte del nostro cervello (e anche di quello di Joan), resta sempre focalizzata sulle regole di questo spietato gioco d’amore.

Con il tempo, diventa chiaro che Joan ha pensato di averle decifrate troppo presto. C’è qualcosa che non funziona in questa storia che non vuole finire. E anche se, noi quanto Joan, apprezziamo la dolcezza sicura di Don e i caratteri diversi dei figli della protagonista, sappiamo che c’è qualcosa di più grande dietro le quinte. Che sono lì per essere dimenticati, come gli altri co-protagonisti delle storie del primo volume. E il fatto che passiamo tanto tempo con loro, che li conosciamo per una vita intera, rende questa consapevolezza ancora più straziante.

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Non vi sveliamo se King e Charretier hanno davvero cambiato le regole del gioco, oppure se semplicemente Joan non le ha ancora capite. Quello che possiamo dirvi in questa recensione di Love Everlasting 2 è che questo cambio di passo ci permette di scendere più in profondità in questa storia e nella psiche della sua protagonista. E ancora più del primo volume, ci troviamo a sperare che BAO Publishing porti in Italia il prossimo volume il più in fretta possibile: questa nuova storia d’amore ci ha intrappolati ancora di più.

Se avete amato il primo volume, il secondo riesce a darvi qualcosa di simile e totalmente diverso, al tempo stesso. Una prova ulteriore del fatto che il team creativo dietro questo progetto sa esattamente quello che sta facendo: Love Everlasting è una storia che merita di essere letta.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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