Un gioco legacy è una speciale variante dei giochi da tavolo. In questi giochi le regole stesse impongono di strappare carte da gioco, attaccare adesivi sul tabellone, scrivere con la penna sulle carte,… Insomma possiamo chiamarlo un gioco “usa e getta”.
La nascita dei giochi legacy
Il concetto del legacy è nato nel 2011, da un’idea casuale dell’americano game designer Rob Daviau. Leggenda narra che in una riunione di lavoro abbia domandato ai colleghi perché i giocatori continuano ad invitare a cena i personaggi di Cluedo, sapendo che qualcuno sarà ucciso. Nei giochi classici ad ogni partita viene riportato tutto a prima della partita, “resettando” quanto avvenuto. Daviau si domandò come si sarebbero comportati i personaggi di fronte ad un vero assassinio, con conseguente indagine della polizia ed arresto di uno o più di loro.
L’idea fu all’inizio congelata, ma venne dato a Daviau il compito di applicare questa modalità di gioco al regolamento di Risiko, e così nel 2011 uscì Risk Legacy, il primo gioco legacy. Tra i giochi di questa categoria usciti successivamente vanno ricordati Pandemic Legacy: Season 1, che ripropone il gioco di successo Pandemic, l’espansione “Terminal Directive” di Android Netrunner e Charterstone.
Legacy: fan e detrattori
I giochi legacy vengono “rovinati”, ma non sono progettati per durare una sola partita.
Prevedono una campagna di diverse sessioni. Di solito con gli stessi giocatori, che gestiscono gli stessi personaggi o le stesse componenti del gioco. In base alle loro scelte ed azioni ci saranno poi modifiche permanenti, rendendo la propria copia del gioco una copia “unica” alla fine della campagna.
Fin da subito i giocatori si sono divisi tra fan del genere e detrattori.
I fan danno peso all’unicità dell’esperienza di gioco, ovvero non potendo ripartire dall’inizio rimarrà un’esperienza irripetibile ed unica.
I detrattori ne vedono invece un lato negativo. Se volessi rigiocare un legacy dovrei comprare nuovamente il gioco, spendendo una certa somma. Insomma, secondo chi non ama il legacy, sarebbe solo una furba operazione economica che costringe i giocatori a spendere più volte per ottenere lo stesso oggetto.
I glochi Legacy rigiocabili
Per questa critica c’è una risposta. Non tutti i Legacy richiedono una effettiva distruzione durante le partite. Esistono dei giochi considerati Legacy dove la componentistica resta intonsa, ma si tratta di giochi in cui si svolge un’esperienza narrativa od investigativa in cui dopo la prima partita “si sa già come va a finire”. Si tratta di giochi come T.I.M.E. Stories, oppure i giochi ispirati al mondo delle escape room. Per certi aspetti sono un’evoluzione dei “Librogame” degli anni 90, di cui dopo una partita si conosce già la storia narrata.
Tiriamo le somme
Crediamo che, qualunque sia l’impressione iniziale, un gioco Legacy vada provato. Perché offre un’esperienza che altri giochi semplicemente non danno. Potrà durare solo poche partite, ma questo fa sì che si scelgano amici adatti e con cui si vuole fare un’esperienza unica, che poi sarà ricordata anche anni dopo.
Parliamo poi del costo. Un gioco Legacy costa come un gioco normale, ma visto che va iniziato e terminato con le stesse persone si può dividere la spesa tra i giocatori, in modo da rendere l’investimento assolutamente ragionevole.
Per quanto riguarda poi i Legacy in cui non si deve danneggiare irrimediabilmente il gioco, potete rigiocarli se non avete una memoria tale per cui anche dopo anni ricordate ogni passaggio della storia narrata, oppure potete proporli a diversi gruppi di amici.
Va poi considerato un altro aspetto: vi siete mai segnati quante partite avete fatto con un gioco “ripetibile” nell’arco della vostra vita? Vi stupirà scoprire che ne avete fate meno di quante credete. Insomma, è davvero un problema per voi fare 10 partite con un gioco nell’arco di un anno sapendo che poi non lo potrete più giocare, o farne lo stesso numero in più anni sapendo che potrete farne ancora?
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