Cultura e Società

La religione di Q

Una domenica mattina di maggio abbiamo incontrato John de Lancie in Toscana. Ne abbiamo approfittato per parlare di molte cose: di Q, del Continuum, di Star Trek e i suoi ideali, finendo poi in una conversazione filosofica su religione e laicità. Un’intervista un po’ particolare. Ecco cosa ci ha raccontato:
JdL: Era il ’62 mi sembra… beh un sacco di tempo fa tu non eri ancora nata! Mio padre [l’oboista John Sherwood de Lancie] ha suonato per due anni di fila al festival di musica Jazz di Spoleto e ci abbiamo vissuto 5 settimane, quindi conosco un po’ queste zone. Devo dire che una cosa che ogni giorno mi colpisce di qui è la luce. Ogni luogo ha una sua luce diversa, e qui è davvero molto bella.
Sono curiosa riguardo il tuo coinvolgimento nello sviluppo di un personaggio, prendiamo per esempio Q. Hai avuto modo di dare dei suggerimenti agli autori, magari ti hanno modellato addosso il personaggio in qualche modo?
 
Credo che dopo aver deciso di riprendere il personaggio di Q nella serie, abbiano iniziato a scrivere tenendomi di più in mente come attore. Ma è difficile, in una serie tv soprattutto, e se non sei parte del cast regolare, suggerire qualcosa agli autori e fargliela poi fare.
Ma delle cose che ho iniziato a dire è: non “scrivetemi” divertente, non fatemi divertente. Io posso rendere Q divertente ma non “fatemi” così. Non è da lì che derivo il mio umorismo e il personaggio di Q non deve il suo umorismo da quello. Q deve il suo essere divertente al continuo sminuire e minare le basi di tutto e tutti. Se lo rendi divertente diventa una commedia ma non dovrebbe essere così.
Dal momento che parli spesso di pensiero critico e secolarismo, e oltretutto ci sono argomenti specifici in Star Trek che lo rendono affine proprio a queste tematiche e idee, (pensiamo al mondo in cui determinati temi sono trattati grazie a Q: grandi quesiti come la scelta di terminare la propria vita) pensi di aver fatto confluire i tuoi valori personale e la tua visione del mondo nel personaggio?
 
Attenzione, non ho scritto io il personaggio e tantomeno la storia. Certamente Star Trek è uno show con cui mi trovo in sintonia a livello di ideali e filosofia.
Questo ha reso alcuni episodi migliori con Q. L’episodio in cui do una possibilità a Picard di rivivere la sua vita “Tapestry”, in quel momento ero in sintonia con quella filosofia. O anche “All good things”: quelli erano i migliori episodi per questo personaggio, perché c’erano grossi problemi filosofici. E quegli episodi possono essere stati d’aiuto ad altre persone che lo guardavano. “Oh questo mi fa pensare a questo e quello” ma non sono io ad aver avuto queste idee: se sei immortale puoi arrivare al punto in cui desideri morite? [Death Wish in ST Voyager] Quella non è stata una mia idea, anche se penso che sia molto interessante.
Hai mai prodotto qualcosa di tuo? Su questi temi?
Beh ho scritto e prodotto diversi spettacoli per la Symphony Orchestra. Ma a meno che tu non abbia risorse sconfinate, creare qualcosa e poi venderlo lo trovo… non mi piace per niente. Quella parte è davvero insopportabile. Parteciperei, quello sì.
Leonard Nimoy e io con Alien voices ci siamo divertiti tantissimo a scrivere lo show. Anche a provare, registrare e produrlo, ma non ci siamo divertiti per niente a venderlo. Questa è la realtà. L’editore sosteneva che ne avremmo dovuti vendere centinaia di migliaia ogni anno. Ma non aveva nessun senso, anche il loro best seller non vendeva così tanto ogni anno! 100 mila il primo anno e 20 mila il secondo, figuriamoci. Questi libri venderanno 10mila ogni anno per sempre. Beh non hanno voluto capirlo, quindi quelle sono le cose che mi tengono a distanza dall’idea di creare o produrre qualcosa.
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Mi rendo conto che è un po’ personale e così si porta il discorso su una strada molto particolare, ma c’è  un tema di cui vorrei mi parlasse, se ne ha voglia naturalmente. Dal momento che la religione fornisce un grande conforto alle persone in merito ai grandi quesiti dell’esistenza, come fa chi non vuole basarsi sulla religione ad avere una consolazione analoga? Non so se ha mai pensato di voler dare un suggerimento in questo senso a chi sente di averne bisogno? Una persona che vorrebbe essere atea o agnostica nella sua vita, come fa a superare questo grande bisogno di risposte e andare avanti con la propria vita?
 
Beh la religione si è impossessata di quella parte dell’esperienza umana: i perché, la moralità, il significato della vita e l’aldilà. Si sono presi tutto dicendo “questo è il nostro campo. Noi ti daremo le risposte”.
Ma la verità è che tu puoi crescere dei figli, come abbiamo fatto io e mia moglie, senza religione. Non sono religiosi ma sono molto morali. La nozione di un aldilà la trovo interessante perché nessuno c’è mai stato ed è tornato. Eppure senti alcune persone parlarne come se ci fossero andate. Non ha molto senso vero?
Ci sono cose che si possono fare per vivere l’esperienza di essere umani senza tutta questa roba, perché tutto quello che si porta dietro richiede un livello di assiomi su cui non ti puoi davvero basare. Non è possibile. Davvero adorerai un dio che ti aiuta a trovare un parcheggio, ma non aiuta la ragazzina che ha la leucemia in quella stanza là sopra?
Io credo che le persone abbiano il diritto di credere a tutto quello che vogliono. Il mio caro amico Bob Picardo [qui la nostra intervista all’attore che ha interpretato il dottore olografico di Voyager e Richard Woolsey in Stargatein questo momento è in chiesa per esempio. Ma Bob non mi dice: tu devi andare in chiesa, nemmeno mi dice che il mondo è stato creato 4000 anni fa, o che devo indossare il bianco e non il nero, o il blu che non va con il nero ma il bianco va col blu…non mi dice nulla del genere.
Quello che penso è che tu puoi credere quello che vuoi, ma non puoi portarlo in luoghi pubblici. E se lo porti in luoghi pubblici, allora non puoi dire: io credo che ci sia un unicorno dall’altra parte e adesso tutti faremo quello che è necessario per dar da mangiare a quell’unicorno!
Perché questo è portare le tue idee in luoghi pubblici obbligando tutti gli altri a seguirle. Negli USA c’è uno sforzo enorme da parte dei fanatici religiosi (li chiamo fanatici) per insegnare ai bambini, che non hanno modo di metterli in discussione, un livello di … chiamiamola “scienza” e di pensiero che la gente aveva 500 anni fa. Per me la scienza ha a che fare con quello che sappiamo adesso. Questo è quel che significa scienza per me, ciò che sappiamo, quello che possiamo provare adesso. È molto preoccupante. Perché quei bambini hanno perso il contatto di quello che è il mondo.
Una volta una ragazza mi ha detto: dio è l’autista del mio autobus.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che io posso salire sull’autobus e andare dietro e fare festa. Perché dio sta guidando.
E io ho pensato: wow!
Una tale rinuncia di responsabilità.
Ecco cos’è la religione per me, è molto pericolosa.
Molto interessante che ci siano tanti tantissimi evangelici adesso che parlano della moralità, della cosa giusta. Sono quelli che supportano Trump. Che ti mostra quanto siano sempre stati ipocriti. Sono un’azienda.
Per me, quello che si deve sapere è che il secolarismo non significa mancanza di moralità, e il secolarismo sta guadagnando terreno in America. Conosco persone atee che vengono da genitori che erano molto molto religiosi. E sono areligiosi in modo molto più aggressivamente di quanto non lo sia io.
Io ho smesso di credere quando avevo otto anni. Mi era stato chiesto di lasciare il catechismo perché quando avevo circa 6 anni ricordo di aver sentito varie storie e quella che mi aveva impressionato di più era quella di Giona che viveva nella balena del Vecchio Testamento.
Anche a 6 anni mi sono detto: davvero questo non è possibile. È chiaro, queste non erano storie create per essere letterali. Ma ora stiamo vivendo in un momento – che non esisteva 500 anni fa – dove ci sono persone che queste storie le prendono come vere alla lettera. Quando avevo sei anni l’ho detto al bambino accanto a me che non era possibile vivere dentro la pancia di una balena, e probabilmente lui ad altri e così via. E allora mi hanno mandato via perché stavo influenzando gli altri.
Non sono passato dall’essere religioso a come la penso oggi, ho parlato però con molte persone che hanno fatto così, anche una ragazza dello staff qui alla Starcon. Lei viene da una famiglia molto religiosa fondamentalista. E come ne sei uscita le ho chiesto? Non lo so, un giorno mi sono detta: io non credo a nulla di questo.
Penso che abbia probabilmente avuto a che fare col fatto che abbia studiato. Infatti i cristiani fondamentalisti sono contrari allo studio, all’educazione, all’università.
Ma è stato dichiarato più volte: i loro bambini vengono educati in casa e poi vanno al college e quando tornano dicono ai genitori che quello che hanno insegnato a loro è tutto sbagliato. Questo succede spessissimo. Ma si capisce, al college si trovano a fronteggiare domande come: ma tu preghi per avere un posteggio e pensi che dio ti aiuti a trovarlo, ma poi lo stesso dio non aiuta la bimba con al leucemia? E allora si mettono a pensare, e a dire: beh forse non è così che voglio essere.
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Però ci sono persone che hanno un’educazione ma mantengono la loro fede.
 
È vero, Bob Picardo è una persona così. Molto istruito e credente. Non gli ho chiesto in cosa creda esattamente ma la sua fede gli dà qualcosa. E sai una cosa? Posso capirlo. Lasciando da parte il resto, se tu vai in un edificio dove suona una campana dove ti si dice di rilassarti, calmarti, e che le cose vanno bene, che sei avvolto dall’amore più forte di tutte le cose che senti ti stiano attaccando, lo capisco. Ha certamente senso per me.
Penso che una persona possa non credere a un dio ma credere nella parte migliore degli insegnamenti cristiani: sii gentile, aiuta gli altri. Ma ovviamente ci sono un sacco di persone che dicono di essere molto religiose ma non fanno così! Anzi fanno proprio l’opposto in nome del loro dio. Perché poi subentra il potere e la manipolazione. Ma questa è un’altra storia.
 
Stai lavorando a qualcosa di particolare al momento?
 
Quest’anno parteciperò a un concerto in Halifax con la Symphony Orchestra e uno a Palm. Non sto lavorando, mi limiterò a preparare la mia barca per un lungo viaggio.
Chiudiamo con una domanda che facciamo a tutti i nostri intervistati: Se potessi avere un superpotere quale sarebbe?
 
Rendere le persone felici. Quando avevo una torta davanti con le candeline e dovevo esprimere un desiderio, è sempre stato questo.

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