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La Principessa Rose, il prequel di Bone

Bone è una graphic novel magnificamente sorprendente. Inizia con una serie di vignette divertenti, con personaggi buffi e fumettosi, per nulla realistici, che litigano fra loro con delle personalità da macchietta: c'è il brontolone pasticcione, i cui disastri offrono lo spunto narrativo per le vignette, c'è lo straight man che ci fornisce il punto di vista ragionevole sulla situazione, e c'è il “pippo”, la figura comica del trio. La cosa funziona, anche grazie allo straordinario livello della sceneggiatura: si ride, ci si incuriosisce. Ma in qualche modo la cosa finisce lì, non c'è nulla che trasudi innovazione, genialità. 
Piano piano, però, questi personaggi attraversano una transizione che li porta dallo sfondo anonimo di una vignetta quasi vuota all'interno di un contesto preciso, una Valle, dove incontreranno nuovi personaggi del tutto diversi da loro, sia come cultura di riferimento (una cittadina presumibilmente post industriale e moderna per i protagonisti, un mondo fantasy, rurale, medievale per tutti gli altri) sia per il tratto di disegno con cui i personaggi (e l'ambientazione) sono resi. E' un po' come se un genere fumettistico sia stato precipitato all'interno di un altro genere fumettistico. Da questo momento, oltre che ad un'ambientazione che scopriamo essere sempre più coerente e complessa, noi lettori abbiamo finalmente accesso ad una storia, una storia ad ampio respiro, intrecciata in modo notevolmente complesso e che più andiamo avanti con la lettura più appare essere ambiziosa. Ed ecco la fonte della meraviglia e della sorpresa di Bone: quello che sembrava essere un insieme di strisce a fumetti da giornale della domenica si scopre essere in realtà un epico racconto fantasy con tutti i crismi del caso, dalla principessa di un regno in rovina alla grande minaccia per l'universo, dagli artefatti magici ai draghi rossi. Insomma, con Bone è come iniziare a leggere Calvin e Hobbes e finire immersi ne Il Signore degli Anelli. Questa doppia anima non solo funziona al di là di ogni ragionevole aspettativa, ma è anche la più spettacolare caratteristica dell'opera.
Quando quindi ci siamo messi a leggere il prequel di quest'opera, intitolato La Principessa Rose, che è ambientato fin dall'inizio nella Valle, durante la giovinezza di Rose e Briar Harvestar, la cosa che più ci incuriosiva era scoprire cosa sarebbe venuto fuori da un fumetto nell'universo di Bone privo di metà della sua anima.
Anche in questo caso siamo rimasti piacevolmente sorpresi.
La storia, senza esagerare con gli spoiler, è ambientata poco prima dell'incoronazione di Rose Harvestar a regina della Valle. Il fumetto racconta del suo addestramento nell'arte del controllo del Sogno e del suo rapporto, ora teso ora rilassato, con la sorella Briar; ci racconta dell'infatuazione di entrambe per un certo capitano delle guardie di nome Lucius e delle prime avvisaglie dell'arrivo di un essere malvagio e minaccioso: il Signore delle Locuste. Il tono del fumetto è molto più serio rispetto a Bone, e non poteva che essere così vista la mancanza dei nasuti protagonisti che erano la principale fonte di comicità nell'opera. Si tratta di un fantasy molto più classico, meno innovativo, di certo meno intrigante ma non per questo banale. D'altronde l'autore è il medesimo, e si sente: la sceneggiatura di Jeff Smith è sempre straordinaria, con quel giusto equilibrio fra linguaggio comune ed espressioni auliche che funzionava in Bone e funziona molto bene anche ne La Principessa Rose. La novità, piuttosto, la si deve cercare nei disegni: Jeff Smith ha disegnato Bone, ma questo fumetto è invece opera di Charles Vess, che ha compiuto un lavoro veramente sbalorditivo nel ricreare lo stesso feeling dell'opera di Smith, con lo stesso tratto deciso, chiaro, privo di fronzoli, ma aggiungendoci un intero ulteriore livello di rimaneggiamento, grazie al meraviglioso lavoro di colorazione che rende ogni singola tavola -si dice spesso ma credeteci, stavolta è vero- un vero e proprio dipinto.
Se siete fan di Jeff Smith e di Bone, probabilmente l'avete già letto. In caso contrario avventatevici: l'edizione della Bao Publishing è peraltro molto ben fatta, con la copertina rigida e la carta di ottima qualità. Se non ne avete mai sentito parlare allora vi consigliamo di leggere prima tutto Bone, che è pure appena stato ripubblicato in un unico volume. E poi, fatto quello, di avventarvici.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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