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L’ignoranza galattica in missione spaziale

Questi ultimi mesi sono stati grandiosi per l’esplorazione spaziale, soprattutto per noi italiani. Prima Samantha Cristoforetti, adesso il momento cruciale della missione New Horizons nei pressi di Plutone (ne abbiamo parlato qui. L’astronomia e, di conseguenza, la scienza in generale, hanno vissuto un picco mediatico che ha riscaldato i cuori di studiosi e appassionati. Ragione di gioire e meravigliarsi all'unanimità della curiosità umana e di ciò che tante menti brillanti sono riuscite a costruire nel corso degli anni, per tutti noi. 
E invece no. Purtroppo, anche questo ultimo risultato è stato fonte di infinite lamentele e i media sono stati invasi di persone che se ne chiedevano l’utilità. “Cosa me ne faccio di due foto di Plutone, mica mi ci compro casa”, piuttosto che “è solo una donna che è andata nello spazio, mia nonna ha lavorato tutta la vita e non è mai finita al telegiornale”. Ciò che rende la situazione grave è che non stiamo parlando di qualche stato su Facebook, o dei commenti sentiti al Bar Sport, ma di fior fior di giornali e beneamati personaggi pubblici e dello spettacolo.
La principale delle questioni che vengono messe in campo è il denaro. Tutto bello, tutto interessante, “ma qui spendiamo i soldi che servirebbero a dare da mangiare ai nostri figli”. Innanzitutto la missione New Horizons (che ha fotografato Plutone), il cui costo si aggira attorno ai 900 milioni di dollari, è una missione della NASA, ovvero finanziata dagli USA, non da “noi” in senso stretto. Facciamo l’esempio di una missione che abbiamo pagato noi: Rosetta, missione dell’Agenzia Spaziale Europea, costata 2,5 miliardi di dollari. In soldoni ad ognuno di noi onesti contribuenti è costata meno di un euro, diluito in 10 anni. Un caffè al decennio, per andare su una cometa. Si capisce ben presto che i soldi sono soltanto una scusa, una motivazione che si tira fuori per giustificare un sentimento che ha poco a che fare con il portafogli, e tanto con l’ignoranza. 
Nella maggioranza dei casi questi eminenti giornalisti contrari all’esplorazione spaziale le comete le hanno viste soltanto sul presepe, e pensano che un rover sia una di quelle centrifughe che si usano per fare i frullati. Niente di male, tutti siamo ignoranti in qualche ambito, ma dovremmo trovare la decenza di trattenerci dal dire la nostra sul lavoro di chi si occupa di cose così importanti. 
Importanti. Sì. Indipendentemente da ciò che ne dicono gli opinionisti della domenica, l’astronomia è importante come ogni altra scienza, e decidere indiscriminatamente che una cosa è importante soltanto se influenza la propria vita quotidiana, è sintomo di una presunzione oltre ogni limite, terrestre o galattico. Potremmo parlare per ore di come le scoperte astronomiche hanno influenzato la nostra vita quotidianissima, di come la Stazione Spaziale Internazionale porti avanti ricerche che potrebbero rivoluzionare le nostre future esistenze e salvare vite, ma non lo faremo, perché non è questo il punto. 
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L’uomo ha sempre esplorato, ha sempre cercato di scoprire di più e di usare la propria curiosità come motore del proprio cervello. Raramente le innovazioni sono state il centro della vita comune, raramente le scoperte scientifiche hanno preso il posto della politica, o dell’economia, nella lista delle priorità pubbliche, ma sono state comunque fatte. Hanno influenzato comunque ognuno di noi, hanno reso l’umanità ciò che è oggi, hanno ingrandito un bagaglio culturale che deve essere fonte di stupore e meraviglia. Ancora una volta, alcune fra le più grandi menti del pianeta hanno collaborato, e collaborano tutti i giorni, per donarci una foto, un video, un dato, uno sguardo su qualcosa che si trova ai confini di ciò che riusciamo ad immaginare esistente. La sola idea che un giornalista, un attore, un qualsiasi personaggio pubblico definisca tutto questo “inutile”, soltanto perché non porta un vantaggio tangibile nella sua esistenza quotidiana , fa raggelare il sangue nelle vene. Nonostante ci siano quaranta gradi. 
La questione poi si fa ancora più terrificante quando l’ignoranza stessa viene utilizzata come scudo, del tipo “Sto dicendo la mia su questo argomento, ma vi dico chiaramente che, in quanto personaggio dello spettacolo e non scienziato, parlo di cose che non conosco, quindi non mi si può dire nulla, no? Avrò pure il diritto di dire la mia, tutti hanno il diritto di dire la propria, no?”.
Al contrario, a noi piace parlare di scienza, e di esplorazione spaziale, quindi qui vi raccontiamo qualcosa di più specifico sulla missione New Horizons. Intanto, ci godiamo le foto di Plutone, e ringraziamo coloro che si sono impegnati per questo grande passo, nonostante chi continua a lamentarsi. 

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Giada Rossi

Laureata in Astronomia, aspirante Astrofisica. Curiosa di natura. Scrivo soprattutto di scienza, ma preferisco parlare di cani buffi.

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Commenti

  1. “Luogo comune random! Secondo luogo comune random! Terzo luogo comune con molti “!!1!”.”

    Ottimo articolo 😉

  2. La mia “impression di complottista moderno” non è venuta bene… Sarà opportuno che dica che l’articolo mi piace e stavo facendo il verso ai commenti idioti che ho letto per la Cristofoletti… Giada, non mi odiare 🙁

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