Nel 2017 un fulmine ha colpito il mondo del cinema. È arrivato nelle sale Jumanji – Benvenuti nella giungla, sequel del cult del 1995, e a sorpresa è riuscito a conquistare la critica e soprattutto il pubblico, arrivando a sfiorare il miliardo di dollari di incasso. Chiaramente si apre subito la porta a un sequel e due anni dopo, eccolo qui. Proprio oggi infatti fa il proprio debutto italiano Jumanji – The Next Level, che riporta i protagonisti nel mondo del (video)gioco. Com’è andata? Potrebbe essere la scelta ideale per un bel giretto al cinema per digerire le abbuffate del 25? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!
Jumanji – The Next Level, ritorno all’avventura
Quando gli amici accorrono a cercare il ragazzo scoprono che qualcosa non ha funzionato nella riparazione e immediatamente si trovano di nuovo nella giungla. Insieme a loro ci sono anche il nonno di Spencer e il suo ex-migliore amico, trascinati dal gioco. Il team si troverà ad affrontare un nuovo livello di Jumanji, per cercare di portare a casa l’amico, sperduto in questo mondo pieno di pericoli.
Quello che vediamo con Jumanji – The Next Level è un tentativo di recuperare la magia del film precedente, capace di catturare il pubblico. Per farlo, si decide di andare sul sicuro, ricalcando molto da vicino la formula originale e inserendo qualche novità qua e là. Queste però sono per la maggior parte aggiunte minime, necessarie per smuovere il racconto, spesso in maniera piuttosto abbozzata.
Un esempio chiaro sono le nuove caratteristiche dei personaggi che già conosciamo. Gli eroi avranno abilità o debolezze aggiuntive, che però a conti fatti non avranno una vera influenza sul loro sviluppo, né sulla trama generale. Quasi sempre saranno chiave in un’unica sequenza, senza impatto sul film nel suo complesso, e in alcuni casi anche in maniera decisamente forzata.
Soffiare via la polvere, ma non di più
Probabilmente non citeremmo la questione se il problema fosse limitato alle nuove caratteristiche dei personaggi. La verità però è che questa sensazione di una sceneggiatura scritta senza troppo impegno vale per gran parte di Jumanji – The Next Level. Gli eventi sono quasi sempre utili solamente al livello narrativo, senza pensare effettivamente allo sviluppo dei personaggi.
Se nel film precedente ritrovarsi nei bizzarri panni dei diversi eroi aveva cambiato l’approccio alla vita dei diversi ragazzi, qui non c’è un’evoluzione così marcata. I protagonisti cercano di sopravvivere al gioco, trascinandosi lentamente verso la fine. Il risultato è che (con una notevole eccezione) quasi tutti gli archi narrativi si concludono in maniera decisamente debole e improvvisa.
Fanno da contraltare a tutto questo le interpretazioni del cast, che si conferma ottimo per i rispettivi ruoli. La chimica tra Hart e Johnson è eccezionale come sempre, sebbene risultino fin troppo caricaturali nell’interpretare degli anziani (soprattutto nei minuti iniziali). Insieme a loro troviamo anche alcuni volti nuovi, come quelli di Awkwafina, DeVito e Glover, tutti capaci di dare un buon contributo alla pellicola.
Particolarmente apprezzata la performance di Rory McCann, l’ex-Mastino di Game of Thrones, che pur con uno screen time piuttosto ridotto riesce a regalare un villain decisamente più carismatico di quello del capitolo precedente.
Da sottolineare che, nonostante i difetti nell’impalcatura generale di cui abbiamo largamente parlato, determinate scene di Jumanji – The Next Level, prese singolarmente, sono assolutamente capaci di divertire. Tra alcune idee azzeccate e l’aiuto del cast, ci saranno momenti in cui ridere di gusto ed è un fattore da non sottovalutare.
Jumanji – The Next Level, il parere finale
Per concludere, Jumanji – The Next Level è semplicemente un more of the same, realizzato senza troppa cura, né desiderio di andare oltre. Una pellicola che sicuramente può divertire, soprattutto chi ha apprezzato il film precedente, ma che non fa nessuno sforzo aggiuntivo. Restando nella metafora videoludica, è come se fosse un DLC dei più semplici, che aggiunge qualche personaggio, qualche nuova sfida, ma tutto restando nei caldo abbraccio dei confini del gioco principale. Dato che i piani sono quelli di creare un ‘nuovo’ (o quasi) franchise, forse sarebbe stato il caso di costruire qualcosa di più elaborato.