Piccolo consiglio Nerd: quando si va a eventi carichi di appuntamenti e pieni di persone come il Comicon 2024 a Bergamo, bisogna trovare il modo per ottimizzare tempi e spostamenti. Noi, per esempio, abbiamo unito una chiacchierata con un fumettista che apprezziamo molto e un’intervista a uno dei co-fondatori di una casa editrice in crescita dirompente in un solo incontro: quello con Davide “Dado” Caporali, che ha creato Gigaciao insieme a Sio, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua.
Un’intervista con il Dado editore e il Dado artista, che ci ha fatto scoprire la genesi di uno dei progetti più interessanti (e sostenibili) del fumetto italiano. E che ci ha dato un assaggio di quello ci possiamo aspettare, dopo un anno di Scottecs Gigazine e più di un graphic novel pubblicato dalla neonata casa editrice. Che ha una filosofia che ci piace, con un’attenzione sia ai fumettisti di oggi che ai giovani lettori (e si spera fumettisti di domani).
Editore, ma sempre fumettista: la nostra intervista a Dado
Entrando nel padiglione del fumetto del Comicon di Bergamo, abbiamo subito notato due lunghe code. La prima vedeva fan con in mano copie di numeri storici di Spider-Man, da far firmare alla star del fumetto americano John Romita Jr. La seconda (forse anche un po’ più lunga), vedeva amanti dei fumetti dai sette ai centonovant’anni, che fremevano per raggiungere lo stand di Gigaciao per il firmacopie Sio.
Da un lato, la storia del fumetto supereroistico. Dall’altro, una casa editrice nata da appena due anni, ma che sta coinvolgendo ragazzi e adulti con lo stile iconico dei suoi quattro co-fondatori. Una cosa resta la stessa: la passione per il fumetto, una forma d’arte che può spaziare nei generi e coinvolgere ogni generazione.
Anche chi è innamorato del medium del fumetto come noi, però, sa che non è facile trovare successo di pubblico — e ancora più difficile è trovare il successo economico nel mercato dell’editoria. Eppure, Dado insieme a Sio, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua ha fondato Gigaciao. E lo ha fatto con obiettivi precisi in testa.
Un’avventura editoriale coraggiosa (ed etica)
“Quello che ci ha spinto a metterci in proprio è stato… Beh, in realtà tutta una serie di cose. Noi quattro [fondatori] bazzichiamo nel mondo dell’editoria da 10, 15 anni (forse Giacomo anche qualcosa di più). E abbiamo deciso che era giunto il momento di diventare indipendenti per fare un po’ quello che che ci piaceva fare e farlo come lo volevamo fare noi” ci spiega Dado.
Una voglia di libertà che deriva anche dalla propria esperienza con altri editori. “C’erano tante cose che non ci andavano bene e con la nostra casa editrice cerchiamo, nel nostro piccolo, di cambiare il modo di fare le cose”. In che modo? Anzitutto “trattando meglio gli autori e le autrici che lavorano per noi. Ci piace parlare di cifre, perché nessuno lo fa mai: all’interno della rivista, Scottecs Gigazine, paghiamo 100 euro a tavola. Qualcosa che purtroppo fanno pochissimi editori, ma noi vogliamo valorizzare i nostri collaboratori (senza rimetterci, abbiamo fatto i conti)”.
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Dado ci spiega che hanno verificato che questo trattamento economico dei fumettisti è sostenibile. Anche se ammette che questo primo anno le collaborazioni non sono state molte: in futuro, aumenteranno. E ci immaginiamo che gli artisti e le artiste risponderanno positivamente, anche perché “quest’anno abbiamo anche dato l’un percento delle royalties derivate dalla vendita in edicola della rivista a tutti quelli che l’hanno disegnata”.
Dado ci spiega anche che Gigaciao sta lavorando per dare contratti trasparenti agli autori. Per far sì che possano esprimersi in maniera autentica, l’aspetto economico non può diventare secondario, è una condizione necessaria. “La percezione è che chi lavora con noi si diverta, che sia soddisfatto del proprio lavoro. Anche perché sono stati pagati per farlo”.
Un po’ editore, un po’ artista
Dado ci sembra totalmente coinvolto nel suo ruolo in Gigaciao: quando lo abbiamo incrociato per questa intervista aveva la testa bassa su un tablet per trovare le soluzioni dei giochi nella prossima edizione del Gigazine. Ma come gli altri suoi soci fondatori, non fa solo l’editore: è anche un artista. Come si bilanciano queste due anime lavorative?
“In questo momento le sto bilanciando in maniera sbilanciata” dice sorridendo Dado. “In questi primi due anni direi che mi sono dedicato all’80% all’editoria. Serviva una persona che stesse dietro a tutto, che coordinasse anche le parti amministrative”.
Questo non significa che abbia smesso di disegnare. “Come autore ho fatto comunque dei fumetti per la rivista, ho scritto qualcosina per i social. Però, insomma, diciamo che ho accantonato una grande parte del mio lavoro [come autore]. Ultimamente sto cominciando un po’ a riprendere, però. Dopo il primo anno stiamo ampliando l’organico e quindi riesco a togliermi” dalla parte più gestionale per “ributtarmi sui fumetti, quello che mi piace fare. Non che non mi piaccia anche l’altro lato: sono due cose completamente diverse, ma mi piacciono entrambe”.
Dopotutto, ci viene da dire, Dado e gli altri co-fondatori hanno creato Gigaciao proprio per poter scrivere e disegnare con maggiori libertà e maggiori tutele. Durante l’intervista, Dado ci spiega che i rapporti con gli altri tre (Sio, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua) restano solidi. “Ci siamo uniti perché sapevo di avere una visione comune”.
L’evoluzione di Scottecs Gigazine | Intervista a Dado
Una delle chiavi del successo di Gigaciao in questi primi anni di attività è senza dubbio l’appuntamento mensile con Scottecs Gigazine, rivista con fumetti, storie, giochi. Pensata per ragazzi, anche se non ci vergogniamo affatto a dire che ci piace molto leggerla, sebbene ci siamo lasciati l’adolescenza alle spalle da un po’. Questa rivista sta avendo una seconda vita, prima di Gigaciao si chiamava più semplicemente “Scottecs Magazine”. Tuttavia, Dado ci spiega che “ha un’anima completamente nuova. La cosa che rimane è la centralità di Sio all’interno del progetto. Ma, in realtà, è diventata molto più una rivista contenitore: ci sono tante storie di tanti autori diversi”.
Dado ci spiega che l’idea è quella di dare ad autrici e autori lo spazio per esprimersi come meglio credono, anche se “deve esserci una certa omogeneità”. Il progetto sta funzionando, ma Gigaciao ha da subito iniziato a esplorare altre novità. “All’inizio volevamo fare per uno o due anni solo la rivista. Ma poi sono arrivate tante possibilità: facciamo questo libro, facciamo quest’altro”.
Un esempio è la raccolta delle strisce Evviva che bello, oppure l’uscita di graphic novel dei singoli autori. Come il libro di Fraffrog o A panda piace capirsi di Giacomo Bevilacqua, un libro che parla di neuroplasticità e che “sta avendo un grande riscontro di pubblico, è già in ristampa”. E poi c’è quello che Dado nell’intervista definisce un “esperimento”, ossia il libro di Sio dedicato al suo cane Fufos Evviva che ridere, che uscirà non solo in fumetteria e nelle librerie (anche digitali), ma anche in edicola durante tutta l’estate. Un progetto che, se funzionasse, Gigaciao vorrebbe riproporre di anno in anno “magari l’anno prossimo potremo fare, sparo, Evviva che ridere Nonno Laser”.
- Bevilacqua, Giacomo Keison (Autore)
Il rapporto con Lupo Alberto e la prossima raccolta | Intervista a Dado di Gigaciao
Un altro dei progetti in arrivo per Gigaciao ha a che fare con un mostro sacro del fumetto italiano, specialmente per i ragazzi e le ragazze: Lupo Alberto. In autunno, infatti, la casa editrice pubblicherà Tutto un altro Lupo Alberto, che vede una serie di giovani autori italiani scrivere storie nel mondo rurale creato da Silver.
“Questa è una di quelle cose che arrivano e non puoi dire di no. Soprattutto io, ma anche Sio, Fraffrog e Giacomo [Bevilacqua] ci siamo cresciuti con Lupo”. Dado ci racconta di essere stato “fissatissimo” con la creatura di Silver (cosa che condividiamo appieno). “Da ragazzino disegnavo solo Alberto, poi da lì diciamo che ho un po’ ampliato. Ma è sicuramente un onore” ci spiega.
Dado ci racconta che lo spunto è arrivato da Lorenzo La Neve, del nuovo ciclo di storie sulla testata di Lupo Alberto. “C’era un interesse da parte della fattoria McKenzie di farsi conoscere da un pubblico più giovane” spiega Dado, che spera che Gigaciao possa “far conoscere Alberto a una generazione che il Lupo l‘ha sentito magari nominare dai genitori, ma che non l’ha mai letto“. L’idea è quindi di proporre una versione super pop e super colorata del Lupo più amato d’Italia, con tanti autori giovani e diversi che si confronteranno con i personaggi creati da Silver.
Dado ci racconta durante l’intervista che Lupo Alberto non è l’unico classico italiano con cui si è confrontato. “In passato avevo disegnato un fumetto di sole due pagine che era un po’ una parodia di Tex non ufficiale. Uno stile molto diverso dal mio, non disegnavo così dai tempi della scuola di fumetto: ho impiegato un mese a fare due pagine. Però mi piacerebbe poter fare una parodia ufficiale, vediamo se riusciamo a parlare con Bonelli”.
Il Dado autore: a quando il prossimo graphic novel?
Chiacchierando con Dado, non abbiamo potuto fare a meno di notare che è passato un po’ dall’ultimo graphic novel che ha pubblicato. Circa due anni: non a caso, da quando ha iniziato questo nuovo e impegnativo progetto editoriale. Ma il fumettista ci spiega che presto potremmo tornare a leggere suoi racconti di maggior respiro, oltre alle strisce sul Gigazine.
“L’ultimo mio graphic novel, Penelope, l’ho scritto per SaldaPress, con cui resta un legame di totale amicizia e collaborazione. Tanto che abbiamo stipulato di chiudere con un po’ di anticipo il contratto e riprendere i diritti dell’opera. Sicuramente non quest’anno o il prossimo, ma magari nel 2026 potremmo pubblicarlo per Gigaciao, insieme al sequel di quella storia, che ho già in testa”.
La volontà di scrivere racconti più lunghi e storie più complicate, ci spiega Dado, arriva in maniera naturale. “In realtà non mi pongo mai il problema all’inizio. Per esempio, con Penelope avevo un’idea in testa da un po’ di anni e quando ho iniziato a buttarla giù mi sono reso conto che poteva essere qualcosa di sia comico che un po’ tenebroso”, da esplorare in un volume intero.
Le strisce per Scottecs Magazine prima e il Gigazine ora, invece, nascono con l’idea di essere episodiche e divertenti. Quindi, Dado tira fuori “tutte le mie passioni, come Arale e il primo Dragon Ball, quando Goku era piccolo e l’umorismo era il centro della storia” scritta dal compianto maestro Toriyama. Per il Gigazine, Gigaciao ha fatto qualcosa di simile anche con “One Pizz, la nostra parodia di One Piece”. Che vede eroi come Fufy e Zero, un mix fra Zoro e Zerocalcare. “L’idea è quella di far uscire tre numeri della parodia su One Piece, per poi raccoglierli in un unico volume come fatto con Dragon Ball”:
Dai social ai graphic novel
Quando Dado durante l’intervista ci ha detto che trova poco tempo per disegnare, va detto che quel “poco” è relativo. Non solo pubblica ogni mese sul Gigazine, ma ha un’attività social sui propri profili molto attiva. E diversa rispetto a quello che vediamo pubblicato da Gigaciao. “Sui social viene spontaneo ricercare un po’ di viralità. Anche perché i social sono quella cosa che, negli anni, mi ha permesso di vivere di questo lavoro: spesso chi compra i miei fumetti mi ha scoperto sui social” ci racconta. “Anche se poi sui social faccio una cosa e nei fumetti un’altra. Quindi la gente mi conosceva per le battute su Instagram, e poi magari trovata graphic novel un po’ più serie. Ho pubblicato anche raccolte di strisce, ma la maggior parte sono lavori un po’ scollegati” da quello che fa online.
Dai social alla linea editoriale: seguire da vicino gli autori
L’importanza dei social non va sottovalutata, anche perché spesso fanno la differenza per il successo anche dei fumetti. “Un tempo, l’editore coglieva la potenzialità dell’autore o dell’autrice, e sapeva di avere i mezzi per farlo/a conoscere al mondo” questo talento. Al giorno d’oggi, invece, spesso “succede il contrario: vede che la persona è già conosciutissima, quindi sa che il libro venderà”. Ma nonostante sappiamo dell’importanza dei social, difficilmente riconoscono il lavoro degli artisti online: “l’impostazione per molti editori è ancora quella di 30-40 fa, e non riconoscono il lavoro extra” spiega Dado, precisando però che non tutta l’erba è un fascio e ci sono esempi virtuosi anche in Italia.
Dal canto suo, Gigaciao ha deciso di seguire i propri autori da vicino. “Finora abbiamo investito principalmente sulle nostre cose, ma entro la fine dell’anno usciranno fumetti di autori esterni e vogliamo dar loro spazio e visibilità”. Ci spiega Gigaciao non vuole essere il tipo di “editore che lancia 200 titoli l’anno per riempire gli scaffali”, senza pensare a valorizzarli. Perché “un autore o un’autrice ci hanno lavorato uno o due anni” e si merita che l’editori curi il lancio del suo libro nei dettagli.
I prossimi progetti di Gigaciao
Tra i prossimi titoli in uscita per Gigaciao, Dado cita il nuovo libro di Daw (Davide Berardi), “perché è un autore umoristico incredibile” e, sebbene faccia “molte cose sul Gigazine, volevamo qualcosa di suo”. Ma Dado ci concede anche uno “spoilerino” per l’anno prossimo: un libro di Barbascura scritto da Sio, basato sulla rubrica del Gigazine. Un libro in cui “spiega gli animali con il suo stile, una specie di bestiario disegnato in maniera unica”.
Come autore, Dado annuncia che farà una raccolta della storia Dragon Village pubblicata sul Gigazine. Inoltre, continuerà a lavorare sulla parodia di One Piece insieme a Sio, e vorrebbe scrivere un seguito della sua graphic novel Penelope, da far uscire insieme alla ristampa su Gigaciao del primo volume. “E poi anche altri progetti, ma di cui non posso ancora spoilerare niente.”
Noi siamo curiosissimi di scoprire i prossimi lavori a fumetti di Dado. E siamo contenti che possa pubblicarli nella casa editrice che co-fondato con Sio, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua. Il progetto di Gigaciao non era per nulla scontato, ma a giudicare dall’affetto dei fan allo stand nel Comicon bergamasco, sembra aver convinto i lettori (noi compresi).
- Sio (Autore)
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