Quella che arriva oggi su Netflix è una serie di cui si parla da tantissimo tempo e che ha subito attirato l’attenzione. In parte perché tratta da una saga letteraria molto amata, che ha del potenziale per diventare un fenomeno oltre la sua nicchia. In (molto più larga) parte perché Il problema dei 3 corpi segna il ritorno ufficiale in TV dei creatori di Game of Thrones David Benioff e D. B. Weiss, questa volta accompagnati da un terzo autore, Alexander Woo. Con tutto quello che ne consegue in termini di aspettative e attese. E ora che ce l’abbiamo qui, finalmente, com’è andata? Noi abbiamo visto la prima stagione de Il problema dei 3 corpi in anteprima per questa recensione e siamo qui proprio per raccontarvela.
Il problema dei 3 corpi, la recensione: di cosa parla la nuova serie Netflix?
Dunque, è davvero difficile cercare di riassumere la trama di questa serie. Anzi è stato già difficile scegliere le immagini che trovate tutte intorno a questa recensione de Il problema dei 3 corpi. Questo perché è uno show dalla continua evoluzione, che regala tante sorprese e che vale la pena di scoprire passo passo.
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Tuttavia, proviamo a dare un po’ di contesto, tramite delle suggestioni. C’è una parte della storia che affonda le sue radici nella Cina di Mao. C’è un gruppo di amici, formatosi in corsi di studio scientifici di alto livello. Abbiamo anche un visore con un videogioco misterioso in realtà virtuale (anche se è riduttiva come definizione).
Di più, c’è un countdown misterioso che piano piano appare davanti agli occhi di Auggie, una delle ragazze del gruppo di amici. C’è una sequela di scienziati suicidi e un’agenzia che indaga sul mistero, che però è a sua volta estremamente misteriosa. E c’è una donna che sembra sapere tutto. In effetti è misteriosa anche lei. E tutto questo, praticamente nella prima puntata.
Questo è il momento in cui dovremmo giocarci – con anche una certa arroganza di chi la sa lunga – la carta “Confusi? Non preoccupatevi, è esattamente come vi fa sentire questa serie“. Ma in realtà non è così, anzi. Una delle caratteristiche più potenti de Il problema dei 3 corpi è quanto resti assolutamente accessibile, pur volando altissimo. In tutti i sensi.
La fantascienza più pura, sfrenata e oscura
Sarebbe troppo scontato costruire questa recensione de Il problema dei 3 corpi sui paragoni con Game of Thrones (e non sarebbe neanche troppo azzeccato), per cui ce ne concediamo uno solo. Perché c’è una cosa che accomuna i due progetti di Benioff e Weiss (e Woo, in questo caso) ed è il fatto che abbraccino il proprio genere in tutto e per tutto, portandolo al grande pubblico.
Uno dei (diversi, al di là di tutto) meriti di Game of Thrones è stata la sua capacità di coinvolgere il mondo in una storia profondamente fantasy. Non era solo una storia con una fata madrina o un drago. Milioni di persone si trovavano a discutere di profezie, di creature mitologiche, di mondi alternativi, di mitologie differenti, di lingue create apposta. E non solo nei circoli di appassionati, cresciuti a pane, Tolkien e Gygax, ma anche con chi al genere non si era mai avvicinato.
Ora, se Il problema dei 3 corpi riuscirà ad avere lo stesso successo non possiamo saperlo. Lo speriamo, ma ce lo dirà solo il tempo. Quello che però sappiamo è che c’è lo stesso approccio deciso e accessibile al genere, questa volta traslato sulla fantascienza.
Anche qui, non è solo questione di astronavi, magari iperspazio, una punta di universi paralleli. Qui abbiamo un’esplorazione dettagliata del genere. Tanti dei protagonisti sono scienziati, si parla tanto di calcoli, progetti, studi, si affrontano concetti complessi come dimensioni multiple, concezioni alternative del tempo, sistemi stellari diversi dal nostro e molto altro ancora. Senza mai risultare difficile da comprendere e anzi, coinvolgendoci sempre di più.
Il problema dei 3 corpi è una storia che non è mai ferma
Un altro motivo per cui è difficile spiegare di cosa parla questa serie è che non è praticamente mai uguale a sé stessa. Non solo, ma non sembra neanche aderire a veri e propri schemi narrativi classici, non in maniera rigida almeno.
Abbiamo divorato gli otto episodi in tre giorni (e solo perché gli impegni ci hanno costretto a spezzare il binge watching). Eppure, ripensando per questa recensione a come è iniziato il nostro viaggio con Il problema dei 3 corpi, ai primi episodi, ci sembra una vita fa. La situazione in cui ci troviamo alla fine è una rivoluzione totale rispetto a come è iniziato tutto. E a voler ben vedere, anche lo status quo a metà degli episodi è profondamente diverso dal pilot e dal finale.
Il tutto però, va sottolineato con la penna rossa, senza mai disorientarci. Abbiamo spesso parlato di storie che non seguivano schemi, che cambiavano le regole, che cercavano di sorprenderci e disorientare e il risultato tendeva a essere un pasticcio. Ci trovavamo confusi, con pezzi di storia lasciati per strada, filoni che non si chiudevano in maniera soddisfacente.
Qui no. La storia de Il problema dei 3 corpi è raccontata in maniera magistrale, guidandoci in un viaggio sì complesso, ma mai difficile. Ogni passaggio è chiaro, ogni arco narrativo è delineato con cura, non sentiamo mai di aver perso dei pezzi. E siamo sempre lanciati verso il futuro, con il finale di ogni episodio capace di lasciarci a bocca aperta.
Il problema dei 3 corpi è la serie giusta al momento giusto
Come avrete intuito (ma già dal titolo era chiaro) questo show ci è piaciuto davvero tanto. Rispetto all’opera originale si prende qualche libertà, anche solo dal punto di vista di casting, e riorganizza un po’ la narrazione, ma come sempre l’importante è l’efficacia. E qui ogni ingranaggio funziona come dovrebbe.
Siamo davanti a uno show che sa davvero di grandezza. Un’avventura appassionante, piena di personaggi affascinanti e iconici, che tratta con rispetto il pubblico, accompagnandolo in un viaggio allucinante tra le pieghe dello spazio-tempo (e oltre). E che quasi quasi siamo tentati di rifare.
Non solo, ma ha tutte le carte giuste per essere il prossimo grande fenomeno seriale. La nuova fuoriclasse di Netflix, in un momento in cui Stranger Things sta per concludersi. E come dicevamo, solo il tempo potrà dirci se questa profezia si avvererà, ma nel dubbio, vi consigliamo di salire a bordo già da ora.
Noi ci siamo già imbarcati.
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