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Il Porto Proibito: intervista a Stefano Turconi e Teresa Radice

In un paesino brianzolo c’è una casa che è sempre al sole: la Casa Senza Nord. Lì abbiamo incontrato Teresa Radice e Stefano Turconi, autori Disney conosciuti per “Pippo reporter” e la recente storia in tre puntate “L’Isola Del Tesoro” in occasione della prossima pubblicazione del loro ultimo romanzo a fumetti, in uscita a inizio Maggio edito da Bao publishing: Il Porto Proibito.
ON: A differenza delle loro storie precedenti, sia quelle Disney che non (Viola giramondo), questa è la prima storia palesemente per un pubblico adulto. Il porto proibito: Graphic novel a tema marinaresco da dove arriva l’idea?
T: Il porto proibito viene da lontano, sono anni che pensiamo a questa storia. Volevamo fare qualcosa di marinaresco perché questa ambientazione piace a tutti e due. Infatti il primo film del 2004 che abbiamo visto entrambi quando ancora non ci conoscevamo è stato Master and Commander e ne siamo rimasti flashati. Nella mia testa da allora mi sono sempre ripetuta che avrei scritto una storia marinaresca. Questa storia mi ronzava in testa da tanti anni e sentivo il bisogno di scriverla, bisogno che poi è diventato un piacere. Abbiamo unito il bisogno con il tema marinaresco ed è nato il porto proibito.
S: Abbiamo fatto molte prove per trovare lo stile grafico adatto alla storia: a colori o con diverse tecniche ma senza risultato. La svolta c’è stata quando abbiamo letto “tre ombre” di Cyril Pedrosa che è tutto fatto a china col pennello quasi scarico che dà un effetto particolare a quel bianco e nero. Siccome io con la china sono scarsissimo ma invece mi trovo molto più a mio agio con la matita, abbiamo optato per un bianco e nero a matita appunto. 
Questa tecnica ha funzionato anche perché è abbastanza veloce e avendo 300 tavole se non lo fosse stato ci avrei messo degli anni a finirlo.
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ON: I Personaggi puramente frutto della fantasia o si estrapola dalla realtà? Parlateci di loro.
T: I personaggi sono assolutamente di finzione però dietro si celano un sacco di cose che sono successe, di persone che ci sono state. L’idea era quella di avere come protagonista un ragazzino, per lo sguardo che lui ha sul mondo, che è un po’ una pagina bianca. Per questo il protagonista, Abel, è un ragazzino di un’età imprecisata che si ritrova senza memoria. Viene accolto su una nave della marina inglese che sta ritornando a Plymouth e li comincia un po’ la sua avventura che è prima di tutto quella di ritrovare se stesso e capire qualcosa del proprio passato e poi di vedere che fare della sua vita. Volevo dargli una sorta di aiuto, una guida che fosse un po’ fuori dai canoni e quindi il personaggio femminile della vicenda è Rebecca, una prostituta letterata che ama le poesie. Abel scopre un sacco di cose di sé proprio grazie ai libri (tutti realmente esistenti) di Rebecca e alla sua amicizia. La storia va dal 1807 al 1810. Abbiamo scelto la data di ambientazione in base alla data di pubblicazione di alcune poesie che volevo assolutamente ci fossero nel romanzo (prima tra tutte, la raccolta Lyrical Ballads che contiene la Rime of The Ancient Mariner di Samuel Taylor Coleridge,1798). 
S: Altri personaggi sono William, capitano della nave inglese HSM Explorer che trova Abel, e Nathan, un altro capitano ma di una nave della compagnia delle indie, la Last Chance, che è in realtà l’amante privilegiato di Rebecca che è stato il più divertente da disegnare. Poi ci sono le tre sorelle Stevenson proprietarie dell’Albatross inn locanda di Plymouth.
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ON: Raccontateci la Storia di "Porto Proibito", siamo curiosi!
S: È la storia di un ragazzino che cerca la sua identità. Una volta trovata dovrà cercare la sua strada e come risolvere delle cose. È una storia di crescita, di ricerca, di mare, d’amore con dei risvolti gotici, di incontri e di addii.
ON: Stefano quanta difficoltà hai trovato nel creare tavole così dettagliate e quanto la documentazione è importante per un lavoro del genere?
S: Allora in realtà poca difficoltà, ma non perché non c’è difficoltà ma perché a me piace tantissimo. Cioè io sono appassionato di storia e quindi mi diverto un sacco a fare queste tavole. Le navi di sicuro sono difficilissime da disegnare e ci siamo documentati un sacco. Siamo addirittura andati in vacanza in Inghilterra, unendo l’utile al dilettevole, nei posti dove volevamo ambientare la storia. Siamo andati a Portsmouth dove c’è ancorata la Victory (nave di Nelson), abbiamo preso un sacco di libri e fatto un casino di foto. Mi sono studiato le foto e letto quasi tutti i libri di Patrick O'Brian che consiglio a tutti. Insomma è stato un divertimento unico. Io sono dell’idea che se disegni roba storica deve essere accurata, nei limiti del possibile ovviamente ma deve essere esattamente dell’epoca giusta. Meno male che ho fatto le tavole a matita perché ho dovuto correggere le navi un sacco di volte anche dopo aver mandato le scansioni (Teresa interviene urlando nel registratore “e meno male che Michele Foschini della bao è molto paziente perché l’abbiamo fatto penare con le correzioni).
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ON:  Ora una domanda che molti nostri lettori ci chiedono sempre di fare: Avete suggerimenti per sceneggiatori/disegnatori alle prime armi?
T: Scrivi di quello che conosci. Scrivi storie di testa e di cuore, citando Robert Frost “niente lacrime nello scrittore niente lacrime nel lettore”, che vale anche con niente risate o niente sentimento, insomma mettiti dentro quello che scrivi.
S: Assolutamente disegnate tantissimo fino a diventare gobbi e ciechi a furia di farlo e metterci l’anima. leggere, viaggiare, andare alle mostre insomma aprire la mente. Per me un buon illustratore o un buon fumettista è colui che ha un talento di base supportato dalla cultura, perché la cultura è importantissima per fare il disegnatore.
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E con questo ringraziamo Teresa e Stefano e rinnoviamo la nostra curiosità verso la loro opera in uscita l'8 Maggio! Non lasciatevela scappare!
Testi di Gabriele Porro

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