Ammettiamolo: solitamente non ci si aspetta mai molto dai reboot, o, peggio, si parte prevenuti. Ma con Il Drago Invisibile (Pete’s Dragon in originale, come l’omonimo film Disney originale del 1977) parlare di reboot sembra riduttivo: per quando lo scheletro della storia sia il medesimo, ci sono talmente tanti elementi diversi dall’originale da rendere i due film solo lontanamente imparentati. E ciò non è un male.
È il 1977 e, mentre escono nelle sale Star Wars e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, fa la sua apparizione al cinema un drago verde dagli occhi dolci e con il potere di scomparire all’improvviso. Diretto da Don Chaffey (Gli Argonauti, Un Milione di Anni Fa), Elliott il Drago Invisibile è una favola musicale sull’amicizia e sulla sospensione dell’incredulità, accompagnata da una straordinaria colonna sonora. Anziché puntare su puppet e su soluzioni di scena, Chaffey decise di affidarsi alla caratteristica distintiva della Disney: l’animazione. Così Elliott prende vita in maniera intelligente, oltre che efficace: sapientemente stilizzato e caratterizzato ha subito conquistato i cuori di tutti gli spettatori con il suo buffo aspetto, la capacità di scomparire anche solo in parte ed il carattere simpatico. Il resto dei personaggi del film (l’orfanello Pete, i perfidi e zozzi Gogan, Lampada e sua figlia Nora, il truffatore Dottor Terminus ed il suo assistente Gnocco) per quanto tutti studiati sapientemente caratterizzati uno per uno, finiscono per essere un po’ delle macchiette. Ma la cosa funziona perfettamente, se calcoliamo che il film è fondamentalmente comico ed i personaggi alla fine, inconsapevolmente, fanno praticamente da ballerini di scena, mentre tutto gira intorno alla vera star: Elliott.
Per il suo remake, Il Drago Invisibile, a quasi 40 anni di distanza, Disney ha deciso di dare un tono più serio alla vicenda, che non mancherà comunque di divertire ed affascinare gli spettatori, di qualsiasi età. Le tematiche appena accennate nel film originale sono state approfondite, così come la caratterizzazione e la crescita interiore dei personaggi man mano che la trama si dipana.
Diretto da David Lowery (Senza Santi in Paradiso) e interpretato dal premio Oscar® Robert Redford (Captain America: The Winter Soldier) e Bryce Dallas Howard (Jurassic World), insieme al giovane Oakes Fegley (This is Where I Leave You), Il Drago Invisibile racconta dell’incredibile amicizia tra un bambino rimasto solo dopo un incidente ed un enorme drago verde, toccando tematiche come la crescita interiore, il senso della famiglia ed il grande potere dell’amicizia.
Per anni il signor Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest. Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Gli elementi cambiati rispetto alla storia originale sono moltissimi, ma vedendo il film si ha l’impressione che tutto sia stato fatto con rispetto ed ammirazione per l’opera originale.
Azzeccata la scelta di cambiare l’ambientazione della vicenda sia a livello spaziale da una tranquilla cittadina di mare ad un paese di montagna, immerso in mezzo alle rigogliose foreste di un grande parco naturale, che a livello temporale, portandolo in un’epoca che per quanto sia molto più vicina a noi, resta comunque senza tempo. Amo i film che, con il passare degli anni, non sembrano mai datati… continuano a piacere alla gente perché non sono legati a un periodo storico preciso, – afferma il regista e sceneggiatore David Lowery - Ambientare la nostra storia nel passato ci ha consentito di immergere il film in un’atmosfera senza tempo: non è chiaro in quale epoca storica sia ambientato, ma si capisce che ci troviamo in un periodo passato.
Questo cambio di tempo e di spazio ha inoltre lasciato estrema libertà di manovra agli sceneggiatori, che hanno potuto così proporre una storia fantastica ma allo stesso tempo con degli elementi verosimili, che non rendono affatto difficile allo spettatore la sospensione dell’incredulità. Se ci si abbandona alla narrazione del film, il fatto che in mezzo alle foreste del Nord America abiti un grosso drago capace di rendersi invisibile, sembra perfettamente verosimile.
Ed ora veniamo al sodo: il drago. Elliott.
Dopo gli squamosi e terrificanti draghi e viverne che popolano l’immaginario collettivo grazie al boom di grandi saghe fantasy come Eragon, Lo Hobbit, Harry Potter e Game Of Thrones, per attirare l’attenzione del pubblico era indispensabile realizzare qualcosa di completamente diverso, anche se non necessariamente inusuale. È così che la Disney ha deciso di affidarsi alla Weta Digital, la compagnia per gli effetti speciali premiata con numerosi Oscar®, chiedendogli di ideare un drago inedito e innovativo. Una vera sfida per il visual effects supervisor candidato all’Oscar® Eric Saindon (le trilogie de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli): È molto semplice far in modo che un drago appaia spaventoso così come è facile renderlo una caricatura ma noi volevamo che avesse una personalità capace di far innamorare il pubblico.
Il character design del drago di Milhaven è verosimile, espressivo e diverso non soltanto dall’Elliott animato del ’77 ma anche da gran parte dei draghi che abbiamo visto di recente. Nonostante ciò riesce a mantenere nel complesso un look molto classico, che rimarca il desiderio di voler raccontare, ancora una volta, una fiaba senza tempo e riesce a non stonare o risultare forzato al fianco degli attori in carne ed ossa. E poi, era dai tempi di Falkor de La Storia Infinita che non vedevamo sul grande schermo un drago ricoperto di soffice pelliccia!
Per quanto riguarda la scelta del cast, una nota di merito va al giovane Oakes Fegley nei panni di Pete, che interagisce con naturalezza con Elliott, mentre è bravissimo nel mostrare quanto Pete sia stato a lungo lontano dalla società e degli altri esseri umani, e quindi per lui risulti tutto come nuovo, persino il calore di una famiglia diversa dal suo unico amico drago.
Fantastico nonno Robert Redford, che dall’essere considerato un vecchio visionario che racconta storie fantasiose per spaventare i bambini all’inizio del film, finisce per diventare una guida ed un aiuto indispensabile per i giovani protagonisti. L’iconico attore ha ormai quasi ottant’anni, ma dopo tutti i ruoli in film decisamente diretti ad un target più adulto che lo hanno reso celebre, ci si chiede come sia riuscito a calarsi in maniera così profonda nel proprio ruolo di nonno e padre amorevole e visionario che gli vediamo interpretare in questo film per famiglie. Mi piaceva l'idea della magia. – ha risposto lo stesso Redford in una recente intervista – Quando sei un bambino, il mondo ti sembra enorme e magico, pieno di meraviglie. Poi cresci e il mondo perde la sua magia e più diventi vecchio e più tutto diventa scuro, cinico. Quella parte di me bambino mi manca, è triste perdere la magia e così, quando mi è stato proposto di ritornare a viverla non ci ho pensato due volte. Ricordo che quando ero bambino adoravo ascoltare delle storie. Il classico 'c'era una volta' era musica per le mie orecchie, e così ho fatto lo stesso, prima per i miei figli e ora per i miei nipoti. Non solo: del raccontare storie ho fatto un mestiere.
E la magia è un elemento fondamentale del film, non più nettamente divisa dalla realtà come nell’originale del ’77 in quanto realizzata con l’animazione tradizionale, ma in questa nuova pellicola la magia sembra pervadere tutta la rigogliosa natura del maestoso parco naturale che fa da cornice alla cittadina senza tempo di Milhaven ed è qualcosa in cui nonno Meacham afferma di credere fermamente, nonostante la scetticità di sua figlia Grace.
Altro elemento da notare è la splendida colonna sonora, che aiuta ad entrare perfettamente nell’atmosfera ed accompagna armoniosamente lo spettatore durante tutto il film.
In breve, Il Drago Invisibile è un film che, proprio perché molto diverso, non ha nulla da invidiare all’originale: diverte e coinvolge, ma soprattutto è una bellissima storia di amicizia. E poi, come afferma la giovane attrice Oona Laurence (Natalie nel film), Quale bambino non vorrebbe avere un drago?
Sicuramente anche il bambino che si trova ancora in ciascuno di noi lo ha sempre desiderato.
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Un articolo stupendo, complimenti 🙂
Aw, grazie! Davvero, sono andata al cinema dopo essermi riguardata l’originale del ’77 senza aspettarmi gran che, invece ne sono uscita esterrefatta. Penso che come film sia stato fatto molto bene per essere indirizzato ad un target di bambini, ma che potrà interessare anche gli adulti se si va al cinema senza aspettarsi nulla di troppo complesso a livello di trama. A livello visuale e di cura di dettagli gli è stata dedicata davvero molta cura. È stato bello documentarsi su entrambi i film e vederli a distanza di poche ore