La seconda stagione di House of the Dragon è uno dei prodotti più attesi di questa annata televisiva. Dopo poco meno di due anni – e quel finale incredibile – torniamo finalmente negli intrighi politici e bellici dei Sette Regni, tutti incentrati sull’ambito Trono di Spade. Grazie a HBO e Sky abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi della seconda stagione di House of the Dragon e siamo pronti a raccontarvi qualcosa a riguardo.
House of the Dragon, nella seconda stagione la guerra non è più solo una possibilità
Abbiamo lasciato Westeros in un momento di svolta, negli attimi successivi alla tragedia. Aegon e Rhaneyra hanno reclamato entrambi il Trono di Spade come proprio, sostenuti dalle fazioni dei Verdi e dei Neri, rispettivamente. Ma nonostante questo c’è ancora speranza. La possibilità che si tratti di uno scontro difficile, ma gestibile, non un conflitto. Non una guerra.
Tutto però è cambiato nel finale dell’ultima stagione: in un viaggio da ambasciatore, per assicurarsi il supporto della famiglia Baratheon, il principe Lucerys Velaryon, figlio della Regina Rhaenyra, ha incrociato la strada di Aemond Targaryen, fratello di Re Aegon. La situazione è rapidamente sfuggita di mano e i due si sono affrontati in una battaglia nei cieli a cavallo dei propri draghi. Lucerys ha avuto la peggio, dando così ufficialmente inizio alle ostilità tra Verdi e Neri. La guerra è inevitabile, ora.
Ci ritroviamo quindi in questo momento tragico, sull’orlo di un conflitto che non si può più fermare. La seconda stagione di House of the Dragon però non ci lancia da subito in mezzo alle fiamme, ma prende del tempo. Perché sì, gli eventi sono in moto, ma non tutti si sono arresi a un conflitto che nessuno vorrebbe davvero.
E così abbiamo il tempo per riacclimatarci, ritornare in quel mondo di trame e intrighi, di scontri che sono tanto alla luce del sole, quanto nel favore delle tenebre, di battaglie a fil di spada, ma anche in punta di pennino o di lingua. Ma la storia è già stata scritta (letteralmente) e nonostante i tentativi di evitarla, la guerra è ormai arrivata a Westeros ed è tempo di fare la conta degli alleati per ciascuna fazione.
Il gioco dei troni è ripartito
La prima stagione di questo show era una sterzata piuttosto importante rispetto alla “serie madre” Game of Thrones. Da una parte, ovviamente, la centralità di un espediente, quello dell’avanzamento temporale. La storia richiedeva di essere raccontata su due epoche diverse, con un taglio forte nel mezzo, che ha coinciso con un passaggio di testimone dal cast “giovane” a quello “adulto”. Ma c’era anche una differenza più profonda: la prospettiva era una sola.
Una delle caratteristiche centrali di Game of Thrones e prima ancora delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco era la sua coralità. C’erano un grande insieme di fili narrativi che si intrecciavano, eventi che si svolgevano da parti opposte del mondo, tanti personaggi protagonisti, ciascuno con la sua storia. In House of the Dragon finora lo sguardo è stato tutto su Approdo del Re o comunque i luoghi della corte reale. Finora, appunto.
Perché la seconda stagione di House of the Dragon, libera dal dover porre le basi della sua storia e poter finalmente azzannare la sostanza, fin da subito ci mette in chiaro che quell’unità si è disgregata. E non è solo l’unità politica del regno (come detto, ormai sull’orlo di una guerra civile) ma anche l’unità narrativa.
Ritorneremo quindi a vagare con la telecamera tra le varie sedi del potere. A seguire i percorsi tortuosi dei personaggi. A dover ripassare la geografia di Westeros, tra i vari territori delle Casate (sperando di non incagliarci in nuovi dibattiti sulla velocità di volo di un corvo). Ed è qualcosa di assolutamente esaltante.
La seconda stagione di House of the Dragon atterra con eleganza e potenza
Tutte queste valutazioni poi si accompagnano a quelle che ormai diamo per scontate, ma che meritano comunque una menzione, sulla qualità della produzione. Come per la serie madre, siamo davanti a uno degli show televisivi più impressionanti di tutto il piccolo schermo. Nonostante un occhio attento possa scovare qualche tentativo di contenere il budget (soprattutto per via di quei costosissimi draghi), si tratta davvero di voler cercare il pelo nell’uovo ̶d̶i̶ ̶d̶r̶a̶g̶o̶.
Anche dal punto di vista del cast, la squadra si conferma solidissima. L’uscita di scena di Re Viserys ci ha tolto la straordinaria interpretazione di Paddy Considine, ma la seconda stagione ci dimostra che House of the Dragon sa reggere il colpo. Tutti, dalle protagoniste Emma D’Arcy e Olivia Cooke ai caratteristi secondari, passando per un ancora una volta incredibile Rhys Ifans, regalano una performance di alto livello. Speriamo che quest’anno gli Emmy se lo ricordino.
Resta purtroppo nell’aria la perplessità che fin dall’inizio aleggia sul progetto e che è intrinseca per i prequel: la posta si può alzare solo fino a un certo punto. Anche senza aver letto Fuoco e sangue, anche senza sapere nel dettaglio cosa succederà, sappiamo dove può o non può andare questa storia, sappiamo che il Trono di Spade reggerà ancora per altri due secoli, circa.
Questo aspetto però non sembra aver frenato troppo la corsa di questo show nel cuore del pubblico. E considerato quanto siamo ansiosi di vedere i prossimi episodi neanche nel nostro cuore.
La seconda stagione di House of the Dragon prenderà il via il 17 giugno su Sky e in streaming solo su NOW in esclusiva e in contemporanea con gli Stati Uniti.
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