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Fondazione Bracco lancia una mostra fotografica sulle scienziate italiane

Inaugurata ieri, l'esposizione è degli scatti di Gerald Bruneau che racconta l'eccellenza della scienza tricolore al femminile.

Nel pomeriggio di ieri si è tenuta l’inaugurazione di Una vita da scienziata – I volti del progetto #100 esperte. Si tratta di un’iniziativa artistica ideata e curata da Fondazione Bracco, partendo dal progetto 100 donne contro gli stereotipi. L’obiettivo della mostra, esposta al Centro Diagnostico Italiano di Milano, è ovviamente contribuire al superamento dei luoghi comuni in ambito scientifico ancora ritenuto, a torto, un campo attenente prettamente agli uomini.

100 scienziate italiane per combattere gli stereotipi

fondazione bracco una vita da scienziata maria grazia speranza

Questa impressione è probabilmente dovuta anche alla mancata rappresentazione femminile nei media quando si parla di scienza. Stando ai dati pubblicati dal Global Media Monitoring Project del 2015 infatti nell’82% dei casi in cui è necessario un parere di un esperto per un articolo o un servizio, si opta per un uomo.

Proprio da questo è partito il progetto di Fondazione Bracco, dell’Osservatorio di Pavia e dell’associazione Gi.U.Li.A. sopracitato. 100 donne contro gli stereotipi ha portato alla nascita di una banca dati con le maggiori esponenti italiane dell’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Nel 2018 si sono aggiunti i principali nomi dell’Economia e Finanza e dal 2019 saranno presenti anche quelli della Politica Internazionale. Queste informazioni sono state poi raccolte in due volumi editi da Egea con tutti i profili delle esperte.

Ora, a distanza di due anni dall’avvio, il progetto fa un altro passo avanti. La mostra Una vita da scienziata raccoglie alcune delle più importanti figure scientifiche al femminile, ritratte dal fotografo Gerald Bruneau. Questa esposizione ha ovviamente lo scopo di far comprendere quanto sia importante il contibuto che danno oggi le donne alla biologia, farmacologia, informatica, astrofisica, matematica e molto altro ancora.

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C’è però un secondo messaggio che si vuole comunicare con la mostra Una vita da scienziata. Le scienziate sono infatti immortalate sul posto di lavoro con uno stile leggero e simpatico, puntando a dimostrare l’accessibilità di queste figure e quanto amino la propria materia.

Durante la conferenza precedente l’inaugurazione, le protagoniste della mostra presenti si sono dimostrate assolutamente entusiaste del risultato finale. Il rapporto creatosi con Gerald Bruneau è di assoluto rispetto e affetto. Tutto questo traspare dalle fotografie dell’artista, comunicando esattamente il messaggio desiderato.

Gerald Bruneau: “Ho trovato grandi donne”

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Il fotografo Gerald Bruneau nasce a Montecarlo, vive tra Parigi e Roma e a vent’anni arriva a New York. Qui raccoglie esperienze formative di ogni tipo, collaborando anche con la Factory di Andy Warhol. Negli anni ha coperto tanti progetti diversi. Dalla campagna elettorale di Jesse Jackson alle zone di conflitto in Kurdistan, apssando per un servizio sull’Armata Rossa e sui carcerati del braccio della morte in Texas.

L’artista ha commentato così il lancio della mostra:

Anche la mia è stata una ricerca, un viaggio, una finestra aperta sugli universi della vita: dall’immensità del cosmo alla complessità di una cellula, dall’infinito all’infinitesimo, dai misteri della scienza a quello che per me, ogni volta, è il vero mistero: la persona che incontro.

Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante“.

Diana Bracco: “Un cambiamento che dev’essere innanzitutto culturale”

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Questo progetto è perfettamente in linea con la Fondazione Bracco. L’obiettivo di questa organizzazione è infatti proprio la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, in particolare in ambito scientifico. Per questo da tempo mette in campo iniziative che sostengano la promozione della cultura, con un occhio di riguardo per i giovani e per le donne.

Diana Bracco ha aperto la conferenza stampa all’inaugurazione della mostra Una vita da scienzata e ha rilasciato la seguente dichiarazione:

La mostra fotografica che inauguriamo oggi è particolarmente importante, perché racconta, grazie agli scatti di un grande professionista, il ruolo che le donne hanno saputo conquistarsi nel mondo della scienza. Certo, c’è ancora molta strada da fare. […] Per accelerare questo cambiamento, che dev’essere innanzitutto culturale, nel 2016 è nato il progetto 100 donne contro gli stereotipi“.

Diana Bracco ha tenuto anche a sottolineare l’importanza della decisione di esporre la mostra al Centro Diagnostico Italiano:

La nostra scelta si è basata sulle crescenti evidenze scientifiche del ruolo delle arti visive in ospedali e poliambulatori per un maggior benessere dei pazienti. Qualche anno fa, ad esempio, distribuimmo un questionario a 1500 utenti del CDI sulla percezione dell’arte nei nostri spazi, e l’analisi mise in evidenza un grande apprezzamento (oltre l’85% degli intervistati). Il motivo? Perché agisce positivamente sul morale e sul controllo dell’ansia. Ormai è una prassi piuttosto diffusa, e siamo felici di poter affermare che siamo stati dei pionieri nel connubio tra arte e luoghi di cura“.

La mostra Una vita da scienziata – I volti del progetto #100 esperte è aperta da oggi 16 gennaio fino al 30 giugno 2019. È possibile visitarla presso il Centro Diagnostico Italiano in via Saint Bon, 20 di Milano dal lunedì al venerdì dalle 7.00 alle 19.00 e al sabato dalle 7.00 alle 18.00. L’ingresso è libero.

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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