Oggi arriva nelle sale italiane Estranei, conosciuto anche come All of Us Strangers, film che abbiamo visto in anteprima per questa recensione. Si tratta di un’opera che già nelle scorse settimane si era fatta notare, presentandosi prima in vari festival e poi con un debutto al cinema all’estero. Ora finalmente il nuovo lavoro di Andrew Haigh varca anche i confini nostrani e possiamo scoprirlo anche noi, in tutta la sua posata poetica.
La recensione di Estranei, il nuovo film con Andrew Scott e Paul Mescal
Formalmente Estranei è una trasposizione di un omonimo romanzo giapponese degli anni ’80, scritto da Taichi Yamada. L’adattamento però è piuttosto libero, trasportando tutta la vicenda in un contesto occidentale (da Tokyo si passa a Londra e l’Inghilterra) ma soprattutto più vicino ai nostri tempi. Rimane il nocciolo della vicenda, però, “tradotto” in questa nuova visione.
Il protagonista è Adam, interpretato da Andrew Scott, uno sceneggiatore in un momento di crisi, che vive a Londra in un condominio quasi disabitato. Harry, alias Paul Mescal, uno dei pochi altri inquilini una sera lo invita a fargli compagnia, ma l’uomo timidamente rifiuta.
Non riuscendo a trovare idee, sceglie di tornare nei luoghi in cui è cresciuto e visitare i propri genitori, in cerca di nuova ispirazione. Piano piano ricostruirà un rapporto con loro, aprendosi sempre di più e trovando anche il coraggio di fare coming out. Saranno proprio i genitori a spingerlo a dare una possibilità a Harry, con cui avvierà una relazione.
Quella che Andrew Haigh racconta è una storia complessa, che sceglie di narrare in maniera disorientante. Lo spettatore precipita lentamente nel vortice della vita di Adam, lasciandosi travolgere senza mai essere né pienamente in controllo, né totalmente confuso. Sentiamo sempre di avere tutto sommato una chiara immagine di ciò che stiamo vedendo, ma improvvisamente tutto cambia e il film ci porta dove vuole lui. Sfruttando molto bene ciò che le pagine di un libro non possono rendere al massimo.
Scopri le nuove uscite del mese di Marzo su Prime Video per 30 giorni GRATIS
Quando c’è un altro personaggio imprevisto in scena
Un topos ricorrente nella critica è l’idea del “non-personaggio che diventa personaggio“. Quelle cose del tipo “In Manhattan di Woody Allen, New York è una co-protagonista“, “il Necronomicon di Evil Dead è a modo suo caratterizzato“, “la musica è uno degli eroi del film“… Ecco, in questa recensione di Estranei sentiamo il bisogno di tornare a questo espediente retorico, per parlare della luce, a pieno titolo uno dei personaggi di quest’opera.
La gran parte del film è avvolta in questi colori particolari. Un mix di tonalità estremamente accese, che possono ricordare a volte un’atmosfera neon da cyberpunk (a qualcuno potrebbe ricordare Blade Runner) e a volte, quando virano sui toni più caldi soprattutto, la luce del tramonto. Immergersi in una costante ambientazione simile è parte dell’esperienza ed è incredibilmente significativa per il momento che sta passando Adam.
Dopotutto Estranei è un film che – da un certo punto di vista – è in debito di personaggi. Alla fine della proiezione è sorprendente assistere allo scorrere dei titoli di coda e rendersi conto di quanto il cast sia ridotto all’osso, con praticamente quattro attori a reggere tutta l’opera.
Fortunatamente però questo è un debito più apparente, che concreto. Il merito va tantissimo al cast, scelto tra alcuni dei migliori talenti della scena attuale, soprattutto per il cinema più indipendente (con tutte le sfumature di questa definizione). Jamie Bell, Claire Foy e Paul Mescal – che si conferma IL talento da tenere d’occhio – accompagnano un Andrew Scott che lavorando di sottrazione (si perdoni il nuovo espediente retorico da critica cinematografica) ribadisce il suo tocco di Mida.
Estranei, la recensione: un film che lascia provati
Parlando di quest’opera vale la pena di sottolineare che si tratta di qualcosa di davvero intenso e profondo, ma soprattutto impegnativo. Non tanto perché poco immediato o straniante, ma perché tocca temi difficili e lo fa senza alcun desiderio di indorare la pillola.
Non uscirete dalla visione di Estranei saltellando, pronti per la classica pizza post-film o simili. Sarà un film che, molto probabilmente, vi lascerà con un groppo in gola e tanti pensieri da gestire, magari da fare decantare per qualche giorno. Che in fondo è l’obiettivo a cui ogni opera d’arte dovrebbe ambire.
- Yamada, Taichi (Autore)
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd
🇻🇦 In che senso il Vaticano ha una propria mascotte in stile anime?
🏛️ Francesco Totti diventa Gladiatore a Lucca Comics & Games
🦇 Oltre i villain e i supereroi: intervista a Lee Bermejo
📰 Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!