Primo fatto: il secondo dopoguerra è lontano. Parecchio. Qualcosa da sentire nei racconti dei nonni magari, un mondo nostalgico e perduto. Coppi e Bartali, Rossellini, Nilla Pizzi – per dirne alcuni – ormai sono nomi quasi solo per appassionati e in generale l'Italia è cambiata troppo. Cosa potrebbe servire riscoprire Giovanni Guareschi, Brescello, don Camillo ad un Nerd italiano di inizio XXI secolo?
Secondo fatto: probabilmente poco. Almeno per un Nerd italiano di città, vissuto sempre fuori dal contesto di quel Mondo piccolo che viene identificato con Brescello; e qui entriamo un po' nell'autobiografico. Perchè per parlarvi di Don Camillo a fumetti, trasposizione di Guareschi pubblicata da ReNoir Comics e attualmente giunta al terzo volume – roseo, proprio come la maglia del Giro – partiamo dall'esperienza di uno che neanche è cresciuto coi mitici film con Fernandel e Gino Cervi. Uno che non ne sapeva praticamente nulla se non per qualche nota biografica di Guareschi sulla Storia d'Italia a fumetti – ancora le vignette, proprio una ricorrenza! – di Enzo Biagi. Il vostro recensore, insomma.
Trovarsi davanti a qualcosa di mitico ma di cui non avevi ancora avuto esperienza è sempre interessante, almeno per me. A maggior ragione quando poi è una rielaborazione (qui ad opera di un team capitanato da Davide Barzi, che comprende diversi sceneggiatori e disegnatori tra cui Sergio Gerasi ed Elena Pianta) non sai mai quanto sarà adulterata rispetto all'originale, quanto sarà vera. Qui comunque dovremmo parlare dell'opera a fumetti, non (necessariamente) dei libri di Guareschi, ma disattenderò le aspettative con uno spoiler: il fumetto mi ha messo la voglia di recuperare l'opera originale e la fedeltà c'è. Eccome.
Si tratta anzi di una trasposizione molto attenta delle storie brevi che compongono l'affresco del Mondo piccolo – il nome ufficiale dell' "ambientazione" dei racconti di Guareschi, una porzione di Bassa padana storicamente associata, grazie ai film, col paese di Brescello – pur prendendosi qualche libertà: per esempio nell'ordine, dato che la storia che apre il primo volume, “Il capobanda piovuto dal cielo” sull'infanzia di don Camillo e dell'eterno amico-rivale sindaco Peppone, è in realtà il trecentoquindicesimo racconto della saga. C'è un piccolo rimaneggiamento all'inizio. I titoli di alcuni racconti poi, sono stati adattati, specie all'inizio: “Peccato confessato” diventa “Don Camillo”, la storia a fumetti che fa da introduzione al bellicoso parroco di campagna nel tempo presente.
Esplicitate le differenze, quella che mi trovo davanti è un'opera di affetto e divulgazione. Non sembra difficile trasportare le storie di Guareschi nel fumetto, del resto lo scrittore era vignettista e disseminò i suoi racconti di disegni, soprattutto buffi angeli dalla chioma bionda e l'aspetto tozzo che si aggiravano per i familiari paesaggi della Bassa. E' quindi quasi naturale vedere queste storie chiuse fra vignette e nuvolette, senza didascalie di un narratore ma, in compenso, con disegnatori che sfruttano molto bene l'espressività e le facce buffe, burbere, scherzose, corrucciate di don Camillo e Peppone. Intenti a volte a farsi guerra, altre volte a collaborare: vuoi perchè il figlio del sindaco va battezzato, vuoi perchè quando uno deve cambiare aria, l'altro finirà per sentire la sua mancanza.
In fondo è questo, forse, il cuore del fascino del Mondo piccolo: un piccolo mondo – ma va? – colmo di umanità e piccole cose, di rivalità orgogliose che celano un profondo rispetto e il non potere fare a meno l'uno dell'altro, un odore di cose perdute che scalda il cuore perchè, se anche il dopoguerra è lontano e quel mondo non ci sarà più, alla fine si parla di cose in cui possiamo riconoscerci: amicizia, vita di tutti i giorni, l'ideologia e la convivenza con gli altri. Il tutto supportato da una scrittura che segue attentamente la vivacità di Guareschi, da disegni espressivi e carichi di vita e da un percepibile affetto verso tutti i racconti messi in scena. E che mette voglia di andare a leggersi il materiale originale come è successo al vostro redattore.
In fondo è a questo che una riscoperta può servire.
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