La strada verso la completa esplorazione di tutte le possibilità offerte da Destiny 2 è irta di pericoli e tantissime prove, e in un mese dalla sua uscita c’è ancora tanta carne al fuoco. Poco tempo fa usciva la prima grande espansione dedicata a Destiny 2 intitolata I Rinnegati, espansione che si potrebbe paragonare, come quantità e qualità delle aggiunte, al vecchio Il Re dei Corrotti del primissimo capitolo della saga fantascientifica di Bungie.
L’anno scorso avevamo analizzato la versione base del gioco, stavolta abbiamo potuto appurare che i cambiamenti sono stati sostanziali in diversi settori, con un occhio di riguardo soprattutto all’endgame, da molti giocatori criticato nella versione base del titolo per la troppa piattezza di contenuti e lo scarso valore di rigiocabilità. Le cose erano iniziate a cambiare con l’arrivo de La Mente Bellica lo scorso maggio, grazie agli inserimenti di alcune attività più immersive, ma era ancora troppo poco per poter dire di aver cambiato totalmente l’esperienza di gioco. I Rinnegati invece osa e mischia tutte le carte in tavola, a partire da una scelta narrativa davvero potente.
Destiny 2: una storia in continua evoluzione
La trama de I Rinnegati si apre con la morte di uno dei personaggi cardine della storia, ossia Cayde-6, il punto di riferimento di ogni Guardiano che ha scelto di divenire cacciatore. A compiere questo terribile assassinio è una vecchia conoscenza dei giocatori del primo Destiny, ossia Uldren Sov, fratello della regina degli Insonni, che pone fine alla vita di Cayde con la sua stessa arma, il cannone portatile chiamato Asso di Picche. Non pago di ciò, Uldren libera anche gli otto baroni tenuti segregati nelle Prigioni degli Anziani.
Da qui inizierà un inseguimento senza esclusione di colpi di Uldren e i suoi efferati baroni, che porterà il giocatore a dare la caccia uno per uno a questi evasi, sfociando spesso in combattimenti davvero entusiasmanti con gran varietà di azioni e di sfida. Ottima la caratterizzazione di questi Boss, che riescono a offrirci scontri davvero unici nel loro genere e diversi tra loro. La storia, finibile in un tempo medio fra le 6 e 8 ore, è narrativamente molto potente sia per gli avvenimenti trattati che per le bellezze paesaggistiche e naturali dei due nuovi luoghi visitabili, ossia Riva Contorta e la Città Sognante.
La prima è un’area selvaggia dove incontreremo a grandi linee tutti i tipi di nemici, con zone formate da asteroidi, terre desolate e relitti di nave. Una sorta di area di contrabbando in scala cittadina, dove in pratica non esistono leggi.
La Città Sognante, invece, è un vero capolavoro di design; un luogo etereo e onirico, quasi d’ispirazione fantasy, che ci permetterà di conoscere un’ambientazione diversa e ispirata rispetto agli standard. Nonostante ci voglia un livello di potere piuttosto alto per entrare (500 minimo, mentre ora il level cap è arrivato a 600), la Citta Sognante offre diverse attività interessanti, legate anche al suo status di luogo a metà fra diverse dimensioni; potremo infatti sfruttare la materializzazione di certe piattaforme per riuscire ad arrivare a punti generalmente poco accessibili.
La storia de I Rinnegati pone le premesse di quella che sarà un’epica spaziale degna di nota. Per ora non possiamo dirvi nulla, ma tenete d’occhio gli avvenimenti futuri, perché qualcosa sembra muoversi nell’ombra. Ciò che rende Destiny 2: I Rinnegati davvero interessante è però l’interazione fra i giocatori e la storia.
Un Gameplay rinnovato
I cambiamenti più sostanziali si ritrovano ovviamente nel comparto ludico, che ha visto rivoluzionati, rispetto a ciò a cui eravamo abituati prima, diversi aspetti. Il focus principale di Bungie è stato quello di rendere l’Endgame più vario e meno sistematico, in modo da far sembrare il completamento delle pietre miliari settimanali meno monotono. Il sistema di distribuzione degli engrammi permette di avere molte più possibilità che escano armi potenti o esotiche, inoltre l’aggiunta del sistema di Taglie riesce a fornire una maggior varietà di azione ai giocatori.
Il divertimento è aumentato grazie anche al rinnovato sistema di equipaggiamento delle armi, che ora non è più sigillato sotto categorie specifiche, ma offre maggiori possibilità, facendo sbizzarrire i giocatori che hanno apprezzato questa aggiunta sia nel PVE, che, soprattutto, nel PVP, dove ora c’è anche più varietà di armi viste negli scontri. Gradita novità è l’Arco, la nuovissima arma de I Rinnegati che aggiunge un ottimo tool di sterminio al nostro arsenale. L’arco è ben bilanciato: ha un tempo di ricarica lungo, ma è molto preciso sulla media distanza.
Con questi cambiamenti si potranno affrontare le tante aggiunte dell’espansione, fra missioni e punti di controllo, e ci saranno anche un paio di modalità in più, come Pozzo Cieco, che riesuma un concetto simile al recente Protocollo d’Intensificazione, con diverse ondate di nemici da sconfiggere fino allo scontro con il Boss. Per aiutarvi in quest’opera di sterminio potrete fare affidamento anche a nuove abilità e rami delle Super per ogni classe, cosa in grado di farvi sentire onnipotenti per brevi periodi.
Finalmente possiamo poi vedere una nuova tipologia di nemici, ossia gli Infami, finalmente avversari inediti e interessanti da affrontare dopo i soliti Caduti, Cabal e Corrotti. Le tipologie e le movenze degli Infami danno un senso di sorpresa nell’affrontarli che ormai era andato perso nella saga.
Ovviamente non potevano mancare anche aggiunte agli Assalti e alle Incursioni. Nel titolo avremo un nuovo Assalto, chiamato La Corrotta e davvero ben strutturato. Il Raid, chiamato Ultimo Desiderio, rappresenta invece il fiore all’occhiello, che impegnerà i team di giocatori in una sfida notevole e ben strutturata. Questo Raid raggiunge indubbiamente i livelli di quelli più famosi del primo Destiny, dato che il Leviatano era stato un mezzo passo indietro.
A spiccare su tutto è però la modalità Azzardo, l’innovativo modo di giocare che unisce PVE e PVP. Il funzionamento è presto spiegato: 8 giocatori, divisi in squadre da 4, dovranno sconfiggere i mostri che compaiono sull’arena e mettere in un deposito gli oggetti che le creature rilasciano. Quest’azione porterà sempre più nemici nel campo degli avversari (e viceversa), mentre voi, una volta raggiunti i 75 token raccolti sul campo, potrete scatenare l’ira del boss dei mostri di turno contro l’altra squadra. Di volta in volta si aprirà anche un portale, che permetterà di accedere allo spazio degli avversari così da creare scompiglio in campo. La modalità si dimostra molto divertente e varia, portando una ventata di aria fresca nelle diverse modalità di gioco.
Gli appassionati del Lore di Destiny, orfani del Grimorio, troveranno nuova linfa vitale nei Trionfi, dove la narrativa, messa troppo in secondo piano con il secondo capitolo, tornerà a offrirci curiosità sugli avvenimenti che hanno cambiato il mondo in cui la storia è ambientata.
La fine dell’esperienza?
Destiny 2: I rinnegati ci ha piacevolmente colpiti. Bungie, insieme a Vicarous Vision e High Moon Studios ha dimostrato di tenere molto alle richieste del pubblico, andando a cambiare persino alcune meccaniche ormai date per scontate. Dopo un mese di prove possiamo dire che Destiny 2 è riuscito a farci tornare la voglia di giocare fino almeno al raggiungimento del Level Cap, parecchio arduo da raggiungere. Gli sviluppatori devono però fare attenzione, perché se il supporto non resterà costante si rischierà di cadere di nuovo negli errori del passato. Non ci resta che aspettare la prossima espansione, stavolta su scala ridotta, ma che potrà dimostrare tutta la buona volontà di portare avanti il progetto Destiny 2.
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