LUCCA – Con Dampyr nasce l’universo cinematografico di Bonelli Entertainment, portando in sala il vampiro creato da Mauro Boselli e da Maurizio Colombo. Ieri Dampyr ha debuttato a Lucca Comics & Games 2022 e oggi abbiamo avuto la possibilità di parlarne al regista Riccardo Chemello e agli attori Stuart Martin, Luke Roberts e David Morrissey in una roundtable.
Dampyr, la roundtable a Lucca Comics & Games con regista e attori
Riccardo Chemello ha esordito al cinema con un film che ricrea la guerra nei Balcani, inserendovi una storia di vampiri piena di azione e orrore. Ma ci spiega che ha saputo farlo soprattutto perché “L’horror era nel fumetto creato da Boselli e Colombo, noi abbiamo solo cercato di raccontarlo al meglio. Per noi il rispetto della proprietà intellettuale era importante, volevamo essere fedeli al Dampyr di Bonelli. Io ho portato nelle colonne sonore alcuni richiami a Bram Stoker, per dare quel tocco in più. Ma genesi di un vampiro nella guerra dei Balcani è davvero originale anche da sola”.
David Morrissey, che interpreta Gorka, ci spiega che “Questo è un genere che ho apprezzato da anni, avevamo i film della Hammer con Christopher Lee che fa il vampiro o Nosferatu. L’horror mi incantava. Era qualcosa che non avevo mai fatto prima ma amavo il genere e quindi ho deciso di buttarmici”.
Fedeltà ai fumetti, all’ambientazione, al team
Luke Roberts, che invece interpreta Draka, spiega che “Già dal nome il mio personaggio richiama alla leggenda di Dracula, l’ho trovato molto interessante. Ho studiato l’ordine di San Giorgio, sono andato a visitare il castello di Bran. Bram Stoker, che adoro, era un punto di inizio, ma poi mi sono immerso nei fumetti che Bonelli ci ha dato per prepararci. Mi sono appassionato a questo vampiro molto rock. Anche i costumi hanno influito”.
Stuart Martin, che interpreta Kurjak, rimarca il punto. “Avevamo la fortuna di avere questo patrimonio di fumetti dataci dalla Sergio Bonelli, quindi ho cercato nei fumetti il Kurjak che volevo interpretare. E poi il character design, dalla capigliatura ai vestiti, fino alle ambientazioni. Tutti questi elementi mi hanno davvero aiutato a entrare nel personaggio”.
Il regista Chemello ci spiega che la base fumettistica era importantissima. Ma altrettanto fondamentale la possibilità di evolvere i personaggi che ha dato loro Bonelli. Spiega che hanno avuto la “Libertà di evolvere e progredire questo personaggio per il cinema. Io avevo una visione molto chiara, ma sicuramente i fumetti già da soli dava l’atmosfera. Dalle storyboard però ha iniziato a diventare un film, con ogni reparto che porta un elemento nuovo pur sotto la supervisione del regista. Questo ha permesso di portare il fumetto sul grande schermo”.
La lingua del cinema
Stuart Martin spiega che durante le riprese la libertà di collaborare fra attori e con gli altri reparti ha avuto un peso fondamentale. “Il materiale era perfetto, la struttura dei fumetti ci ha aiutato. Nel trasportare il dialogo però risulta più difficile non cambiare nulla. Anche perché alcune cose arrivano dall’improvvisazione, finché non sei sul set non si capisce del tutto come interagire. Un film è un processo collaborativo, ma dobbiamo ringraziare Bonelli Entertainment per avercelo concesso. Abbiamo voluto aggiungere alcune battute e leggerezza, ma anche momenti di chiaro scuro” tramite l’improvvisazione.
Luke Roberts spiega inoltre che avere a che fare con le persone in Romania li ha aiutati molto. “Girare con la troupe rumena ci ha permesso di chiedere aiuto ai macchinisti per capire come entrare in questo mondo, per esempio cosa avrei dovuto urlare ai cavalli per farli muovere. Ma già dal processo di casting avevamo solo un canovaccio, quindi ho iniziato da subito a improvvisare un po’. Tanto che in alcuni momenti Riccardo [il regista] mi diceva: continua così, parla nella tua lingua, intendendo il rumeno, la lingua del personaggio”.
David Morrissey spiega che la collaborazione fra artisti era fondamentale. Così come la possibilità di poter ‘giocare’ con il materiale. “Come attore non vuoi solo farti dire cosa fare e cosa non fare. Devi sentirti parte della creazione del ruolo. Questo è stato un ruolo in cui mi sono divertito molto, in cui ho potuto dare il mio impegno. C’era molta professionalità, gli italiani sono ottimi sul set, ma ci stavamo divertendo nel recitare. Tanto che ho sorriso solo rivendendomi ieri all’anteprima. Anche perché le riprese erano tre anni fa, per via del Covid. Quindi rivederlo mi ha fatto ricordare ancora quanto mi sono divertito”.
Roundtable Dampyr: gli attori e il regista spiegano l’importanza di girare sul set
Il cast e la troupe hanno girato questo film in Romania, preferendo spesso girare in location piuttosto che puntare sui set. Qualcosa che per gli attori ha aiutato a dare autenticità a questa storia. Stuart Martin spiega: “Abbiamo recitato in una caverna in cui dovevamo andare un chilometro sotto terra, dove dovevi uscire ogni due ore per respirare, non potevi fumare, ogni scintilla poteva diventare pericolosa. E poi i villaggi in Romania a cinque ore da Bucarest, dove la nostra crew aveva ricreato delle case demolite per portarci nel periodo della guerra dei Balcani. Quando c’è tutta questa cura nei dettagli, hai meno da recitare, meno da immaginare”.
Morrissey è d’accordo, e spiega “Anche solo essere in Romania, essere vicino al castello di Bran e imparare quella storia ci ha permesso di immergerci nel mondo del film. Ci ha fatto sentire parte di una grande tradizione di storie. Ci ha dato il permesso di giocare con i personaggi, come se avessero ricevuto il testimone per continuare a parlare di vampiri”.
Vampiri che potete incontrare al cinema: Dampyr ha debuttato in tutti i cinema. Una storia che ha appassionato gli attori e il regista in maniera evidente alla roundtable e che potrà far appassionare i fan e chi scopre i vampiri e cacciatori del mondo di Dampyr per la prima volta. Se avete già visto il film (a Lucca o altrove), diteci cosa ne pensate nei commenti.