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Dampyr: senza correre troppo | Recensione

Ecco com'è il primo film dell'Universo Cinematografico Bonelli, presentato a Lucca Comics & Games 2022

Dopo una lunga attesa, partita ancora prima del 2020, finalmente arriva nelle sale il film dedicato a Dampyr, uno dei più iconici eroi di Sergio Bonelli Editore. Si tratta di un progetto che lancia prepotentemente la casa editrice nel settore dell’intrattenimento, con l’apertura di una casa di produzione dedicata. Ci sono grandi attese e ambizioni tra i fan per questo film, che ha attirato una grande folla alla sua premiére a Lucca Comics & Games 2022. Vediamo com’è quindi questa prima avventura del personaggio sul grande schermo…

Dampyr, il film ci porta alle origini del personaggio

Harlan Draka è un Dampyr, ovvero il figlio di un’umana e un vampiro. O meglio, un Maestro della Notte, una delle più potenti in assoluto tra queste creature. Vivacchia insieme all’amico Yuri, truffando i villaggi di contadini nei Balcani, presentandosi come un esorcista capace di affrontare fantasmi e presenze oscure. La verità però è che proprio per le circostanze della sua nascita è effettivamente dotato di poteri che gli permettono di affrontare le Forze del Male.

E così si troverà, trascinato dal fato, a scontrarsi con Gorka, un Maestro della Notte che sta tormentando quelle zone. Insieme a lui ci sarà Kurjak, un militare dal passato tormentato, cresciuto in mezzo alla guerra e induritosi per questo. A guidarli nella tana del nemico ci penserà Tesla, una vampira sottomessa al dominio proprio di Gorka da cui spera di liberarsi.

Quello che il film di Dampyr offre al pubblico, che siano appassionati del fumetto o meno, è una storia lineare e molto semplice. Una costruzione abbastanza tradizionale del viaggio dell’eroe (un eroe peraltro riluttante) di cui si possono riconoscere e prevedere facilmente quasi tutti i beat. E se da una parte ormai fatica a emozionare davvero questo tipo di racconto, dall’altra è un’ottima scelta per l’avvio di un progetto come questo. Un passo alla volta, senza correre, per porre delle basi solide su cui poi crescere.

Ad esempio un primo punto da sviluppare in un futuro progetto potrebbero essere i dialoghi. Qui l’approccio di semplicità forse sfora oltre il lecito, con battute che non brillano per originalità. Si tratta del punto più debole del film, che anche per questo non riesce a essere incisivo davvero.

Le cose in grande, come dovrebbe essere

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© Gianfilippo De Rossi

Dampyr può vantare un budget di grandi dimensioni rispetto alla media dei film del nostro Paese: parliamo di circa 15 milioni di dollari. E bisogna dire che effettivamente l’investimento si sente e aiuta a mantenere il feeling di una cosa davvero in grande. La cura per l’aspetto tecnico è attenta e il risultato è assolutamente evidente.

A questo contribuiscono anche degli attori effettivamente in parte. Al netto di alcuni dialoghi un po’ troppo piatti, come dicevamo prima, tutto il cast regala delle performance di buon livello. Spiccano particolarmente in questo senso Sebastian Croft, cioè Yuri, e soprattutto Stuart Martin che nei panni di Kurjak riesce a essere davvero credibile e soprattutto carismatico. Non vediamo l’ora di rivederlo in nuove avventure.

A questo proposito, vale la pena di parlare dell’elefante nella stanza: l’Universo Cinematografico Bonelli, di cui questo film vorrebbe essere il primo capitolo. Negli anni sono stati in tanti a cercare di creare un franchise in questo modo e tipicamente chi annunciava da subito le sue ambizioni (e soprattutto caricava la prima pellicola di collegamenti al futuro) era tra i primi a schiantarsi.

Il film di Dampyr invece prende una strada più tranquilla. Non corre, non cerca in ogni modo di lanciarci verso un universo cinematografico. Ci porta piano piano dentro il mondo di questo personaggio, con una prima avventura accessibile a tutti che strizza l’occhio agli appassionati di fumetti. Ed è la via che ha più probabilità di successo e che ci auguriamo possa portare bene.

Il film di Dampyr non brilla, ma fa il suo

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© Gianfilippo De Rossi

È difficile che qualcuno esca dalla sala dopo aver visto il film di Dampyr gridando al capolavoro. Si tratta di una pellicola semplice nella sua struttura, senza troppi difetti e che tiene a bada le ambizioni di un universo cinematografico restando in acque più calme. Ma proprio per questo motivo riesce a non strafare, non cercare di fare la rivoluzione e schiantarsi e offrire al pubblico un’esperienza piacevole seppur contenuta.

Non sconvolge quindi, ma senza correre troppo inizia a porre le basi, facendoci familiarizzare con personaggi non troppo noti al grande pubblico. Una volta create delle fondamenta solide si potrà provare a fare il grande balzo verso nuove altezze. Noi siamo già curiosi di vedere cosa succederà!

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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