Cultura e Società

Dalla racchetta da tennis alle armi, chi sono i due tennisti al fronte in Ucraina?

Dai palcoscenici del tennis internazionale al fronte per difendere la patria

Alexandr Dolgopolov e Sergiy Stakhovsky sono probabilmente due dei tennisti più noti che l’Ucraina abbia mai partorito. Il primo a suon di dritti, rovesci e volée riuscì a raggiungere un prestigioso 13° posto nel ranking mondiale e meno di un anno fa, precisamente il 1 maggio 2021, decise di terminare la sua carriera agonistica. Il secondo invece, divenne noto alla cronaca in due momenti ben precisi della sua carriera, la prima volta nel marzo 2008, quando come lucky loser e 209º del ranking sconfisse la testa di serie Ivan Ljubicic in finale e vinse il suo primo titolo ATP al PBZ Zagreb Indoors, mentre la seconda volta nel giugno 2013 quando sconfisse in quattro set Roger Federer nel secondo turno a Wimbledon.

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Sergiy Stakhovsky e Roger Federer

Appese le racchette al chiodo, il ritiro di Stakhovsky è avvenuto due mesi fa circa, entrambi i campioni ucraini hanno deciso di tornare in patria e imbracciare il fucile per difendere il loro paese dall’invasione russa.

“Non sono un soldato, non ho mai impugnato una pistola e non ho mai sparato a nessuno, ma se devo farlo lo farò. Certo che ho paura, solo gli idioti non provano paura in questa situazione” ha dichiarato il 36 enne Sergiy Stakhovsky dopo aver raggiunto l’Ucraina a piedi dal confine slovacco.

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Sergiy Stakhovsky

Alexandr Dolgopolov invece ha lasciato parlare le immagini, su Twitter l’ex numero 13 del Mondo ha postato una foto che ritrae il suo equipaggiamento da utilizzare in guerra. Nell’immagine si vedono chiaramente un AK47, un elmetto, un giubbotto antiproiettile ed alcuni caricatori pronti all’uso, il tutto accompagnato dalla frase “una volta c’erano racchette e corde, ora c’è questo”.

In collegamento da Kiev durante la messa in onda del programma tv Otto e Mezzo condotto da Lilli Gruber su La7, Sergiy Stakhovsky ha affermato che la sua scelta non è da ritenersi giusta o sbagliata, ma che se non si fosse arruolato probabilmente si sarebbe sentito in colpa, anche se in colpa si sente ugualmente per via della sua famiglia lasciata in Ungheria.
Stakhovsky ha continuato dicendo che nessuno di quelli che si sono arruolati come lui è stato addestrato per fare la guerra, ma che questa purtroppo è l’ultima spiaggia.

Sergiy Stakhovsky in collegamento da Kieva a Otto e Mezzo

La solidarietà ed il messaggio di Djokovic

A sostenere l’ex tennista ucraino è stato anche il numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic. In uno screenshot pubblicato sui social dallo stesso Sergiy Stakhovsky si legge il messaggio privato che l’atleta serbo ha inoltrato al suo collega ormai al fronte: “Sto pensando a te…spero che tutto si calmi presto. Dimmi dove posso mandarti un aiuto…un aiuto finanziario o qualsiasi altro tipo di aiuto…”.

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Sergiy Stakhovsky ed il messaggio di Novak Djokovic
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