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Chi conosci davvero: il ricordo di tutti | Recensione

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Chi conosci davvero è il titolo del primo fumetto realizzato dai Perturbazione. Un progetto che nasce da lontano e che si è concretizzato grazie al disegnatore Davide Aurilia e a BAO Publishing che in questi giorni lo ha portato sugli scaffali. Una storia che parla di rapporti interpersonali, di memoria, degli sforzi che bisogna fare per tenere insieme un legame e soprattutto quelli che basta non fare per distruggerlo. Soprattutto, un racconto che pur essendo particolare, riesce a essere universale e toccare tutti noi.

Chi conosci davvero, la memoria comune

Siamo in provincia. Quella terra a metà, dove puoi provare a sognare di fuggire quando sei giovane, ma che poi in pochi lasciano davvero. Uno di questi è Luca che ha abbandonato tutto, compresi gli amici e la sua corsa verso l’irraggiungibile successo del suo gruppo musicale, per scappare all’estero. Un tragico evento familiare però lo riporta indietro da Londra, tanto improvviso quanto quella sua fuga di anni prima.

Lo strascico non è indifferente. Il ritorno a casa svela una serie di altarini, obbligando il ragazzo (anzi, ormai l’uomo) a restare più di quanto vorrebbe, per cercare di risolvere alcuni affari di famiglia. Una mossa che, volente o nolente, lo costringe a rimettersi in contatto con quegli amici che ha lasciato anni prima. Persone che, nonostante il tempo passato, ancora si ritrovano e si raccontano, in una vita da cui lui è rimasto fuori e che forse non riesce più a capire.

Una storia unica quindi, che pare eccezionalmente specifica. Una serie di eventi che in pochi hanno vissuto, che sono ancora meno comuni se accompagnati da tutti quelli che non citiamo per lasciarvi il piacere di scoprirli nella lettura. Eppure, sotto la scorza superficiale, si trova un’esperienza che è parte della vita di ciascuno di noi. Il concetto alla base è qualcosa che in qualche forma abbiamo vissuto tutti, universale quanto il cavo degli auricolari che si ingarbuglia misteriosamente nella tasca dei pantaloni.

Il ritorno, la riscoperta degli amici di una volta, il contrasto fra quello che sei, che vuoi essere, che vuoi apparire e che avresti voluto essere… Pennellato dietro la storia raccontata dei Perturbazione e di Davide Aurilia c’è un mondo in cui tutti abbiamo vissuto, in cui possiamo identificarci anche se non abbiamo fatto parte di un gruppo rock alle scuole superiori. Perché in fondo, ognuno di noi in un momento della propria vita si è trovato a chiedersi: “Chi conosci davvero?“.

La domanda, l’affermazione e la risposta

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Il titolo di quest’opera è una scelta davvero peculiare. Intanto perché riprende direttamente quello di una canzone dei Perturbazione, contenuta nel loro ultimo album (dis)amore uscito nel 2020. Secondariamente perché si tratta della chiave per leggere il libro stesso, scardinare il semplice racconto di un uomo che torna alla provincia per ritrovare una vita diversa e uguale ed esplorare una tematica più profonda.

Soprattutto però è un titolo che è pregno di significato per quell’assenza di punto di domanda alla fine. “Chi conosci davvero” non è, formalmente una domanda, ma un’affermazione. Eppure, intrinsecamente è come se lo portasse con sé, lasciato lì in sospeso. Perché in fondo, proprio come racconta il libro, non sei mai sicuro di chi conosci davvero e allora quell’interrogativa subdola si fa ancora più importante. E più il punto di domanda si fa concreto più il dubbio inizia ad andare oltre le persone intorno, fino a diventare introspezione, fino a chiedersi se davvero conosci te stesso.

Tuttavia, il fatto che resti a conti fatti un’affermazione è comunque significativo. Perché quella domanda una risposta ce l’ha sempre: è ambigua, forse non è del tutto convinta o forse segretamente sbagliata, ma esiste. E questo gioco sul filo della certezza e del dubbio, che si allinea al percorso che Luca fa nel suo ritorno a casa, offre innumerevoli spunti di riflessione al lettore, in cui ci si può perdere a lungo.

Questo mondo è degnamente incorniciato dal tratto di Davide Aurilia, che è chiaro senza essere rigido e soprattutto pieno di colori. Gli acquerelli sono uno strumento narrativo potentissimo, variando le tonalità continuamente e accompagnando la storia, senza legarsi però a un rapporto esplicito di significato. I colori caldi non rappresentano sempre la felicità o la giovinezza e viceversa. Perché in fondo, non è un mondo di risposte nette.

Chi conosci davvero, per un pomeriggio di pioggia

Chi conosci davvero è un libro da tenere sulla scrivania, sul tavolino, sul comodino, fino a un pomeriggio di pioggia. Un volume da aprire, da accompagnare a un disco dei Police, dei Creedence Clearwater Revival o degli Hüsker Dü, da appoggiare solo una volta finito per poi uscire a fare una passeggiata per rifletterci sopra. Nella speranza, chiaramente, che nel frattempo sia uscito il sole.

Chi conosci davvero è disponibile in libreria, pubblicato da BAO Publishing.

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