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Il bitcoin fuorilegge spopola in Marocco

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Se vi dicessi Marocco, sicuramente pensereste a qualche viaggio effettuato da quelle parti, pensereste ai mercati pittoreschi e super affollati di Marraketch, pensereste alle città di Rabat, Casablanca, Fès o alla città blu di Chefchaouen.
Ecco, scordatevi le bellezze mozzafiato del Marocco, perché oggi parliamo di bitcoin.

Marocco leader in nord Africa per bitcoin e crypto

Da uno studio svoltosi in Singapore, pare che il 2,5% della popolazione marocchina, vale a dire circa 1 milione di persone, possiedano ad oggi criptovaluta. Grazie a questi dati, il Marocco si afferma primo paese nord africano e tra i primi 50 paesi al Mondo ad avere una percentuale del così alta di cittadini che possiedono criptovalute, addirittura più del Portogallo o di altri paesi europei.

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Non c’è da meravigliarsi, anzi, ci sono paesi fuori dalla nostra immaginazione che battono il Marocco e si trovano al vertice della classifica sull’utilizzo di criptovalute pubblicata già nel 2021 da Global Crypto Adoption Index, paesi come il Vietnam, l’India, il Venezuela o l’Afghanistan.

Sicuramente vi starete domandando come sia possibile tutto questo tutto questo e perché le criptovalute spopolino nei paesi emergenti. Molto semplice, bisogna elencare alcuni fattori chiave che incidono in questo eccessivo utilizzo di questi strumenti.

Quello che sicuramente favorisce di più questo utilizzo di criptovalute è sicuramente la difficoltà di spostare quantità di denaro dentro e fuori il territorio nazionale, questo per via degli eccessivi controlli sui flussi di capitale. Bisogna citare sicuramente la necessità di salvaguardare i propri risparmi e di tutelarsi dalle continue svalutazioni delle monete locali.

Infine non bisogna scordare la scarsa possibilità di usufruire di scambi centralizzati ed i flussi enormi di scambi su piattaforme peer-to-peer, ovviamente in rapporto alla popolazione che gode dell’accesso ad internet ed il potere d’acquisto pro capite.


Tornando al Marocco dobbiamo però aggiungere un piccolo particolare, il fatto che i bitcoin e le criptovalute siano fuorilegge, così come il mining ed il trading di quest’ultime. Ad affermarlo sono state le autorità marocchine che tramite una legge entrata in vigore nel 2017 hanno esplicitamente dichiarato di non sostenere alcun sistema di pagamento che non fosse supportato e riconosciuto dalle istituzioni finanziarie del paese.

Tutto questo non ha fermato però Binance, nota piattaforma di scambio di criptovalute, a sviluppare un sistema di acquisto di bitcoin e criptovalute utilizzando proprio la moneta locale marocchina, il dirham, tutto ciò avviene tramite Simplex, un fornitore di servizi on-ramp fiat-to-crypto.

Chissà se il governo marocchino riconoscerà le criptovalute o se questa fetta di popolazione dovrà continuare a muoversi nell’illegalità, staremo a vedere. 

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