Eleonora Giorgi si è spenta a 71 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore al pancreas. Fino all’ultimo ha affrontato la malattia con forza, condividendo la sua esperienza per trasmettere un messaggio di speranza.
La carriera di Eleonora Giorgi, attrice simbolo degli anni Settanta e Ottanta
L’esordio nel cinema avviene nel 1973 con Storia di una monaca di clausura, diretta da Tonino Cervi. Ma la sua bellezza e il suo carisma la rendono presto protagonista di pellicole che mescolano sensualità e raffinatezza. Nel 1975, dopo un periodo difficile segnato da una grave perdita personale e dalla dipendenza dall’eroina, trova una nuova occasione grazie ad Alberto Lattuada, che la dirige in Cuore di cane. Seguono collaborazioni con registi di rilievo come Dario Argento, Damiano Damiani e Giuliano Montaldo.
Negli anni Ottanta, Eleonora Giorgi si distingue anche nella commedia italiana, dimostrando versatilità e una leggerezza che la rendono perfetta per ruoli brillanti. Lavora con Adriano Celentano in Mani di velluto e con Renato Pozzetto in Mia moglie è una strega.
Il grande riconoscimento arriva nel 1982 con Borotalco, diretto da Carlo Verdone, che le vale il David di Donatello come miglior attrice protagonista. Il sodalizio con Verdone continua anni dopo in “Compagni di scuola”.
Negli anni Novanta e Duemila, la sua carriera si sposta sempre più verso la televisione, con ruoli in fiction di successo come Lo zio d’America e I Cesaroni. Nel 2003 esordisce alla regia con Uomini & donne, amori & bugie, seguito da L’ultima estate nel 2009.
Dopo una lunga pausa dal cinema, nel 2016 torna sul grande schermo con My Father Jack di Tonino Zangardi e Attesa e cambiamenti di Sergio Colabona. La sua versatilità la porta però anche alla radio, dove conduce Effetto Notte su Rai Radio Due.
La malattia affrontata con estremo coraggio e dignità
Quando la malattia si manifesta, Eleonora Giorgi decide di condividerne ogni fase con il pubblico, raccontando la sua lotta con dignità e sincerità. “Ogni giorno è un regalo”, aveva detto, sottolineando l’importanza di non sprecare il tempo con ansie e frustrazioni.
Ricoverata in una clinica romana per le cure palliative, ha affrontato la fine circondata dall’affetto dei figli Andrea e Paolo e del nipotino Gabriele. Il legame con la famiglia si è rafforzato negli ultimi mesi, come raccontato dal figlio Andrea Rizzoli nel libro Non ci sono buone notizie.
- Rizzoli, Andrea (Autore)
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