Pochi autori nella storia del cinema sono riusciti a creare uno stile caratteristico e definitivo quanto quello di Tim Burton. Questo regista, animatore, sceneggiatore e mille altre denominazioni ha dimostrato nelle sue opere un’inventiva incredibile, creando una mitologia intorno al suo nome, che immediatamente richiama il gotico, il dark, ma allo stesso tempo il colorato e il vivido, la melancolia incrociata con la gioia più pura. Un universo ricco di fascino e pieghe da esplorare che ora, anche in Italia, possiamo scoprire in un modo nuovo, grazie a Tim Burton’s Labyrinth, la nuova mostra ed esperienza immersiva che apre oggi a Milano, negli spazi della Fabbrica del Vapore.
Un labirinto di arte, installazioni, film realizzati e solo concepiti
Più di 650.000 persone hanno già visitato questa mostra evento in città come Madrid, Parigi, Barcellona e Berlino che l’hanno ospitata negli ultimi anni. E ora già oltre 50.000 si sono prenotate per scoprirla adesso che Tim Burton’s Labyrinth arriva a Milano, prenotando un biglietto per la visita alla Fabbrica del Vapore. Ma esattamente, di cosa si tratta?
Il punto di partenza di questa esperienza, nata da un’idea di Iñaki Fernández, è il libro The art of Tim Burton, che raccoglie illustrazioni e opere di questo prolifico autore. Come i suoi fan sanno bene infatti, il suo percorso artistico parte nel disegno e questo impulso creativo non l’ha mai abbandonato, fin a oggi. Non è raro, come ci hanno raccontato i curatori della mostra, che anche nei momenti più informali e rilassati si dedichi a qualche bozzetto improvvisato, anche su tovaglioli, scontrini e fogli casuali.
Questo ha contribuito a creare una quantità immensa di materiale che definisce e allarga sempre di più l’immaginario burtoniano. Una buona parte di tutto questo lo possiamo vedere nella mostra: oltre 150 dipinti e schizzi e 55 opere animate (perché nella sua mente i disegni sono sempre in movimento) sono esposti, spaziando dagli studi preparatori a quelli ispirati a tutti i suoi film più celebri, da Edward Mani di Forbice a Beetlejuice, da Batman a Mars Attacks! e ovviamente Nightmare Before Christmas, con buona pace di Henry Selick.
Ma questa non è tanto una mostra “classica” quanto una vera e propria esperienza immersiva. A renderla speciale non sono tanto le opere esposte, quanto il fatto che queste escano dalle loro cornici, avvolgendoci tra effetti speciali, videomapping, proiezioni, scenografie, musiche e molto altro ancora. Per farci sentire davvero dentro la mente di Tim Burton.
Tim Burton’s Labyrinth arriva a Milano: una mostra diversa da tutte le altre
Che questa sia una mostra diversa da tutte le altre, lo capiamo fin dal primo momento. Già l’ingresso, nella bocca di una gigantesca bestia clownesca ci mette nel giusto mood, ma successivamente dobbiamo sottoporci a un rituale. Premendo un bottone una musica con la giusta dose di creepy sceglierà per noi quale tra le quattro porte davanti a noi dovremo attraversare, dando il via al nostro percorso.
Stanza dopo stanza, dovremo scegliere ogni volta quale soglia attraversare, spostandoci tra i vari mondi che costituiscono l’universo burtoniano. Ci sono aree dedicate alla sua vita, altre dedicate a concept mai – o forse non ancora – realizzati, ricostruzioni dei suoi film più amati con statue gigantesche dei protagonisti e spazi in cui approfondire in maniera più generale i temi che caratterizzano la poetica di questo autore.
Il nostro percorso è quindi randomizzato, basato sulle scelte (casuali) che di volta in volta faremo. Ed è impressionante quanto effettivamente siano stati capaci di disorientare totalmente il visitatore con questo layout: noi abbiamo provato a farci una mappa mentale di dove fossimo all’interno di questo labirinto, ma è stato impossibile. Cosa che ha reso l’ingresso in ogni nuova stanza un momento di grande attesa e sorpresa, per poi restare a bocca aperta davanti alle ricostruzioni.
Anche per questo, il consiglio che ci è stato dato fin dall’inizio e che rigiriamo volentieri è quello di non visitare Tim Burton’s Labyrinth in gruppo, ma di separarsi. Ognuno vivrà un’esperienza differente e sarà sorprendente incrociarsi tra i corridoi dell’immaginario di questo regista.
Tim Burton’s Labyrinth è a Milano fino al prossimo marzo
Quella che si può trovare alla Fabbrica del Vapore non è una tradizionale mostra dedicata a Tim Burton. Sì, esiste un certo elemento “didattico”, che può permetterci di conoscere qualcosa di più su questo artista, scoprendone le abitudini, il pensiero, i sogni e le influenze. Ma è soprattutto un viaggio emozionale nella sua poetica, che farà impazzire qualunque fan di Burton.
Non è soltanto la questione di vedere riproduzioni gigantesche delle icone dei film, quanto piuttosto la sensazione di essere davvero avvolti da quell’immaginario. Paradossalmente a colpire di più è tutto il materiale originale. Anche se quando abbiamo visto Emily de La sposa cadavere con il suo velo fluttuante ci si è davvero stretto il cuore.
Davvero un’esperienza unica e affascinante, realizzata con una cura straordinaria. Il mix di proiezioni, installazioni, videomapping e musiche è stato bilanciato alla perfezione, facendoci sentire connessi come non mai con Tim Burton e i suoi personaggi.
Forse l’unico neo riguarda la gimmick del labirinto. Se, come detto, è assolutamente funzionale e riesce a disorientarci e slegarci ancora di più dal mondo esterno, avremmo preferito fosse organizzata in maniera da “costringerci” a passare da tutte le stanze, prima di uscire. Anche se siamo sicuri che i fan di Tim Burton non vedranno l’ora di rituffarcisi dentro a prescindere.
Tim Burton’s Labyrinth sarà alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 9 marzo 2025. Per maggiori informazioni su orari, biglietti e prenotazioni, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale dell’experience.
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