Non sorprende che Lunana fosse candidato agli Oscar 2022 per la categoria Miglior film internazionale. La sua forza visiva è prorompente, così come il modo con il quale le tematiche vengono affrontate: ponendo l’attenzione sul dettaglio. Lunana è ambientato nel Buthan, luogo in cui vive il protagonista Ugyen. L’uomo è un’insegnante che viene trasferito in un paesino protetto dalle montagne per permettere ai bambini del posto di imparare a destreggiarsi tra inglese, matematica e canto. Abituato alle comodità di una città moderna, dovrà reinventare il suo modo di insegnare. Prima di proseguire con la recensione di Lunana, vi ricordiamo la sinossi ufficiale del film diretto da Pawo Choyning Dorji:
“Un giovane insegnante del Bhutan moderno, Ugyen, si sottrae ai suoi doveri mentre progetta di andare in Australia per diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo inviano nella scuola più remota del mondo, nel villaggio di Lunana a 4.800 metri di quota. L’obiettivo è completare il suo periodo di servizio. Dopo un cammino di 8 giorni, Ugyen si ritrova esiliato dalle sue comodità. A Lunana non c’è elettricità, né libri di testo e nemmeno una lavagna. Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante. Quest’ultimo deve affrontare il difficile compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione.“
Lunana, la recensione
Meno parole e più fatti. Una sceneggiatura minimalista ma efficace è quella che caratterizza Lunana, di cui vi proponiamo la recensione. Nel film si tende a dare maggior rilievo alle sfumature, alla bellezza delle ambientazioni e agli approcci tra i personaggi stessi. Il tutto lo si percepisce – sempre più chiaramente nel corso di Lunana – attraverso le immagini e le scelte di regia volte a dare spessore ai suoi protagonisti e al loro modo di vivere emozioni come la felicità; una felicità che a Lunana è data dalle piccole cose. Ciò non significa necessariamente accontentarsi, ma gioire di tutto quello che il creato ha donato loro.
La profondità con cui Pawo Choyning Dorji affronta la storia ha fatto il lavoro più grande. Il regista ha raccontato un mondo lontano dalla nostra realtà e allo stesso tempo così affascinante. Pare di tornare indietro nel tempo, quando i cellulari erano solo un’utopia. Nessuna comunicazione è facile, nemmeno quando si tratta di interazioni face to face. Il regista pone l’accento sulla spiritualità e felicità intrinseca che sembra governare gli abitanti del paesino di Lunana; un luogo in cui al centro di tutto c’è la gratitudine: verso il maestro, la natura e le cose belle del mondo.
L’uomo e la natura
È un aspetto che emerge sin dalle prime scene, quando il protagonista deve percorrere un lungo sentiero nel bosco per arrivare alla sua nuova meta. Già in questa circostanza Ugyen è costretto a rinunciare alla linea telefonica e riscontra i primi problemi con l’elettricità. Dall’altra parte, i suoi accompagnatori sono perfettamente a loro agio e si godono i suoni e le meraviglie dell’ambiente circostante: dai versi degli uccelli alla presenza di piante particolari. È un mondo che gli abitanti del posto hanno imparato ad apprezzare sino in fondo, tanto che la loro conoscenza in tal senso è impeccabile. Nel frattempo però il protagonista ascolta la musica con le cuffie invece di ammirare il panorama e ciò che l’Universo gli sta offrendo.
Quello che capiamo riguarda qualcosa di più complesso: cosa ci stiamo perdendo? In un mondo in cui telefoni, comfort e social la fanno da padrone, la bellezza della natura e i rapporti con gli altri hanno assunto una valenza diversa, meno importante. Lunana ci ricorda che si può essere felici vivendo a pieno ritmo la realtà e lasciando da parte le cose materiali; un sorriso, una voce, un suono possono regalarci tutto ciò di cui realmente abbiamo bisogno: emozioni. Non servono le comodità per stare bene, ma come si fa ad abituarsi al nulla quando hai avuto tutto? Altro dilemma esistenziale che porterà il nostro maestro ad avere dei forti dubbi sulla sua permanenza a Lunana. Eppure Ugyen si renderà conto di avere già tutto quello di cui ha bisogno: l’insegnamento, l’amicizia e l’amore, in particolare verso i bambini, anche se non mancherà un piccola parentesi amorosa.
La recensione di Lunana: il racconto
La storia si svolge nell’arco di tre mesi circa, prima dell’arrivo dell’inverno che renderà Lunana un paesino completamente innevato. Sono giorni in cui abitanti e maestro impareranno ad apprezzarsi l’uno l’altro, portando Ugyen a cambiare prospettiva sulla situazione; un cambio di direzione reso molto bene nella pellicola, soprattutto grazie a una determinata scena e al confronto – verrà automatico – di quest’ultima con un momento precedente.
Di tutto quello che il regista ci mostra, ciò che rimane più vivo nella memoria di chi guarda è la fiducia e la gioia con cui il popolo del luogo ha accolto il maestro. Perché gli abitanti sanno che la vita al di fuori di Lunana e delle cittadine limitrofe è molto differente dalla loro, eppure nessuno sembra intenzionato a lasciare la propria casa per conoscere il diverso. Alla fine dei conti, quindi, possiamo dire che, trattandosi di due stili di vita differenti, con abitudini altrettanto diverse, ognuno è a suo agio nel proprio ambiente, fermo restando che tutto il mondo è Paese: problemi di stampo più generale, come l’alcolismo, riguardano anche Lunana.
D’altronde vi avevamo già anticipato nella recensione di Lunana che Pawo Choyning Dorji ha affrontato varie tematiche importanti. Talvolta i temi vengono solo accennati, anche per farci capire che ogni realtà ha i suoi pro e contro; altre volte approfonditi. Tutte le problematiche sono messe a fuoco con estrema eleganza e delicatezza, due elementi rafforzati dalla scelta dei brani musicali.
Conclusioni
Così la vera ricchezza di Lunana sta nell’insieme, e uno degli ingredienti principali è l’interpretazione dei suoi protagonisti. Il peso maggiore, insieme a una regia caratterizzata dai movimenti di macchina lenti e inquadrature sopraffine, è lasciato alla forza espressiva di Ugyen Norbu Lhendup, il maestro. L’attore esprime le diverse emozioni – dall’angoscia alla gioia – che attraversano il suo personaggio con una certa compostezza, affidandosi a una mimica facciale minimalista quanto la sceneggiatura ma altrettanto proficua.
Lunana arriva oggi, giovedì 31 marzo 2022, nelle sale italiane, distribuito da Officine UBU.
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