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Zombieland – Doppio colpo: dieci anni e non sentirli – Recensione

Parliamo di un sequel che non ha nulla da invidiare al primo capitolo

Oggi, 14 novembre, approda nelle sale Zombieland – Doppio colpo, un sequel che si è fatto attendere ben 10 anni. Questa lunga e logorante attesa ha alimentato nei fan la paura collettiva che il film non riuscisse ad essere all’altezza del primo capitolo (cosa che accade anche troppo spesso quando si parla di lunghi intervalli di tempo tra un film e il suo seguito). Fortunatamente questa paura è risultata totalmente infondata, in quanto Zombieland – Doppio colpo riesce a mantenere lo stesso ritmo umoristico e la stessa dose di azione del primo film, non sfociando quasi mai nel ripetitivo.

Non bisogna mai affezionarsi

Zombieland -Doppio colpo

Una simpatica scena iniziale con protagonista la Torch Lady del logo della Columbia Pictures, fa capire subito allo spettatore dove si vuole andare a parare.

Il film parte con i nostri eroi decisi a stabilirsi definitivamente all’interno della Casa Bianca. Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock decidono dunque di provare a vivere una vita ‘normale’, per quanto normale possa essere una vita a Zombieland. Ma per le due ragazze, il legarsi sempre più profondamente al gruppo e mantenere una vita monotona e statica all’interno di una casa, risulta soffocante. Decidono così di scappare, lasciando soli Tallahassee e Columbus. Naturalmente le cose non vanno come sperato, Little Rock fugge con Berkeley, un hippie raccattato per strada, costringendo Wichita a tornare all’ovile. Non c’è da stupirsi se il resto del film sarà un divertente viaggio on the road sui nostri tre eroi alla ricerca della sorellina scomparsa.

#32 Goditi le piccole cose

Zombie0A

Il ritmo del film è ben scandito da una serie di particolarità pronte ad apparire nei punti giusti.

Le conversazioni dopo un po’ potrebbero risultare monotone se limitate ai quattro protagonisti del film: questa problematica è stata facilmente risolta grazie all’introduzione di vari nuovi personaggi durante tutto il corso della pellicola, pronti a dare ritmo ai dialoghi. Avremo così il piacere di conoscere Madison, Nevada, i simpatici doppelganger dei protagonisti (Albuquerque e Flagstaff), nonché l’intera comunità di Babilonia.

Set-up e Payoff sono ben congegnati, entrano di soppiatto senza fare troppo rumore e tornano vincitori nel momento opportuno, garantendo il Doppio colpo promesso. Troveremo infatti qua e là dei piccoli indizi che anticiperanno ciò che ci attende nel corso degli eventi.

Le automobili creano un’ottima cornice al viaggio on the road dei protagonisti: la classica The Beast di Tallahassee, il Pullman, il Monster Truck, la Cadillac o il furgone con sopra stampata la faccia di un clown, potrebbero essere considerate le auto protagoniste se non fossero offuscate dalla costante presenza dell’auto elettrica tanto odiata da uno dei protagonisti (garantendo ennesimi punti umoristici alla storia).

Le ‘Zombie kill della settimana/anno/secolo’ restano un caposaldo perfetto per intervallare il film e, da un certo punto di vista, riescono a superare per stupore quelli visti nel primo capitolo.

Zombieland – Doppio colpo, un team vincente

Zombieland - Doppio colpo

Squadra che vince non si cambia insomma: dopo 10 anni, Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigail Breslin non si sono affatto dimenticati su come rendere al meglio i caratteri dei loro personaggi; sicuramente un grande aiuto è stato dato dal regista Ruben Fleischer che, dopo la direzione del primo capitolo, ha avuto le idee chiare sin dal giorno successivo su come realizzare il secondo e, anche se ci è voluto un (bel) po’ di tempo, il progetto è riuscito a tenere duro e a non diventare aceto.

Quello che troviamo in Zombieland – Doppio Colpo è quindi un sequel all’altezza dell’originale, di cui riesce a replicare la stessa atmosfera scanzonata. Ci sono sicuramente alcuni difetti, che vanno dalla reiterazione forzata di alcune gag alla poca profondità di alcuni personaggi nuovi. Senza entrare troppo nei dettagli, ovviamente, ci sarebbe qualcosa da correggere anche nel finale, che arriva in maniera fin troppo rapida e avrebbe richiesto un po’ di respiro in più.

Tuttavia, queste sono tutte cose su cui si può tranquillamente chiudere un occhio, considerate le risate e il divertimento che questo film saprà regalare al suo pubblico. Chi ha amato il primo capitolo saprà ritrovarne le stesse qualità e chi non lo ha ancora visto, ha una ulteriore buona ragione per recuperarlo.

P.S. Restate anche per i titoli di coda. Non ve ne pentirete!

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Enrico Natalini

il suo DNA è composto al 100% di cultura trash e underground. Che siano libri, film, fumetti, serie tv, spettacoli teatrali, mostre o televendite è un segugio per tutte quelle chicche che sopravvivono all'insaputa del mainstream. Di lui dicono che è come un cartone animato, non ha capito bene se sia un complimento o meno, ma a lui piace.

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