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Strappare lungo i bordi: dalla carta allo streaming | Recensione

Parliamo della serie Netflix di Zerocalcare, in uscita proprio oggi

Ci sono pochi autori nel panorama fumettistico italiano moderno che siano riusciti a superare i confini del settore con la stessa forza di Zerocalcare. Lo scrittore e disegnatore romano è riuscito ad affermarsi a livello nazionale, diventando una figura conosciuta anche oltre l’ambiente di partenza. E la conferma di ciò si ha con Strappare lungo i bordi, la serie Netflix sviluppata da e basata sui lavori di Zerocalcare stesso. Oggi dopo una lunga attesa, lo show fa il proprio debutto sulla piattaforma e noi, dopo averla vista in anteprima, vogliamo raccontarvi perché ci è piaciuta così tanto.

Zerocalcare arriva su Netflix con Strappare lungo i bordi

Lo show lanciato oggi in streaming è decisamente particolare nella sua concezione. Si tratta di un progetto animato, che riprende direttamente lo stile che chi ha seguito assiduamente il fumettista sui social ha visto svilupparsi e ha imparato ad amare. Fra le caratteristiche più originali, la scelta di affidare il doppiaggio di tutti i personaggi all’autore stesso, fatta eccezione per l’Armadillo, rappresentazione della coscienza del protagonista, affidato a Valerio Mastandrea.

Tutta la narrazione si sviluppa quindi come un lungo monologo di Zerocalcare, che riassume allo spettatore gli eventi di un viaggio in compagnia di Secco e Sarah, due figure che i lettori conoscono molto bene. Non sappiamo esattamente dove li porterà il treno che devono prendere, ma lo scopriremo passo passo, alternando il racconto del presente con il passato, con qualche variazione sul tema.

In questo la serie TV Netflix è un perfetto adattamento delle opere di Zerocalcare (con molto dello spirito dei primi lavori), seguendone tutte le linee tradizionali. La trama principale è inframmezzata con racconti della quotidianità dell’autore, sempre vista attraverso la sua lente. Lezioni di vita che si dipanano davanti ai nostri occhi, con piccoli problemi di tutti i giorni che diventano storie grandissime, intrise di una bizzarra epicità se confrontata con la scintilla che le ha avviate.

L’unica differenza apparente è un minore ricorso a figure della cultura pop per incarnare lati della personalità dell’autore. Non mancano assolutamente i riferimenti, ma sono molto più trasversali che in passato, si potrebbe azzardare per una questione di diritti. Ma alla fine non è rilevante, perché la sensazione è davvero quella di trovarsi davanti a un volume di Zerocalcare fatto e finito, solo in un formato differente.

Troppo vicino a casa

Zerocalcare Netflix Strappare Lungo I Bordi Recensione 02

Perché quello che non manca a Strappare lungo i bordi è la caratteristica chiave dei lavori dell’autore romano: quella di riuscire a colpire “too close to home“, troppo vicino a casa come dicono gli anglofoni. Zerocalcare riesce a scovare elementi (a volte micro, a volte macroscopici) che fanno dire a ciascuno dei suoi lettori o spettatori: “Ehi, ma è esattamente quello che succede a me“.

E se per la maggior parte della narrazione questo concetto si finalizza all’umorismo, come il miglior stand-up comedian degli anni ’80 che ironizzava sul non saper programmare il videoregistratore, puntata dopo puntata con brusche sterzate si passa a un tono più serio. Con una lucidità estrema, Zerocalcare passa dal farci sorridere di una situazione ad affrontare tematiche profonde e cariche di emozione.

In questo modo siamo spiazzati e ogni passaggio ci arriva con maggiore intensità, in un lento ma costante crescendo fatto di scalini sempre più alti. Così quella che inizialmente può sembrare una semplice serie divertente, che strappa qualche risata parlando del disordine casalingo o dei disagi di un bagno pubblico, si trasforma in un’esperienza completa, che riesce a toccare corde che non sapevi di avere, direttamente nel cuore delle emozioni. Appunto, vicino a casa.

Il tutto poi condito da un’animazione che resta legata allo stile semplice del fumettista, ma che sa farsi valere quando deve, soprattutto nelle fantasie oniriche del protagonista. In questo modo accompagna fedelmente la narrazione, prendendosi lo spazio che serve per brillare nei momenti giusti.

Zerocalcare su Netflix è assolutamente da vedere

zerocalcare netflix strappare lungo i bordi recensione

Come spesso capita quando si approccia un adattamento di qualcosa a cui teniamo (soprattutto quando si parla di passaggi da carta a schermo), abbiamo tenuto un atteggiamento molto cauto su questo Strappare lungo i bordi, fin dai primi annunci. Il talento alla narrazione di Zerocalcare è ormai indubbio, ma fare un salto di questo tipo è sempre rischioso e non è facile che riesca.

Ora che però abbiamo visto il risultato non possiamo che essere felici di questa scelta. Strappare lungo i bordi è un’eccezionale nuova opera dell’autore romano, con un team che è riuscito a trasporre alla perfezione il suo stile e la sua poetica in questa forma nuova. Il tutto senza realizzarne un mero ricalco, ma facendolo evolvere e sfruttando le potenzialità offerte dal nuovo media.

Insomma, questa serie ci è piaciuta davvero molto e consigliamo a tutti di lanciarsi nella visione il prima possibile. L’unica pecca riscontrabile è che si sarebbe potuto esplorare di più l’universo di Rebibbia costruito in tutti questi anni dall’autore, con i suoi tanti personaggi iconici, qui spesso citati di sfuggita come easter egg per i lettori. Ma siamo piuttosto sicuri che non sarà l’ultima occasione di collaborazione tra Zerocalcare e Netflix e quindi chissà che non possa esserci spazio per questo nel futuro…

Strappare lungo i bordi è disponibile dal 17 novembre su Netflix.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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Commenti

  1. Insomma. Il passaggio sa media così diversi è sempre difficile, i fumettisti che lo hanno fatto con successo sono molto pochi. Sicuramente avrà un buon riscontro di pubblico perché è molto seguito e sta ricevendo grandissima pubblicità, ma qualitativamente mi sembra un po’ debole. La criticità più grande a mio avviso è la scelta di improvvisarsi doppiatore, addirittura sul 90 percento dei personaggi… Si fa molta fatica a capire cosa stia dicendo. Non riesco a capire come abbia potuto passare un controllo qualità, l’unica spiegazione è che sia contornato da yes man che qualsiasi cosa lo idolatrano come genio. Diciamocelo: quando parla non si capisce un cazzo, poi quella cadenza veloce e strascicata andava benissimo per fare i video di 1 minuto su YouTube durante il lockdown, ma farci un’intera serie animata rende veramente difficile arrivare in fondo. I disegni, chiaramente, sono sempre piacevoli e alcune battute sono simpatiche, anche se spesso c’è molto cringe, per me l’unico sbaglio vero è il suo volersi improvvisare doppiatore/narratore.

    1. Personalmente ero scettico anche io, ma si tratta di una scelta che a mio parere paga. Non lo definirei “volersi improvvisare attore/doppiatore” perché non c’è un tentativo di avere la stessa qualità, ma un preciso desiderio di restituire quella sensazione di monologo interiore che caratterizza tante delle sue opere. Poi ci sta che possa non piacere, ma personalmente non l’ho trovato un grosso problema.

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