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Zero: giovani eroi metropolitani | Recensione

Debutta oggi la nuova serie originale Netflix italiana e siamo qui per raccontarvela...

Zero è il titolo del nuovo progetto originale Netflix italiano. È una serie TV che prende il via da un’idea di Antonio Dikele Distefano, liberamente ispirata al romanzo Non ho mai avuto la mia età dello stesso scrittore. Oggi questo show arriva sulla piattaforma di streaming e noi abbiamo avuto l’opportunità di visionare i primi episodi in anteprima. Ora siamo qui, pronti a raccontarvi le nostre impressioni a riguardo (senza spoiler, ovviamente!).

Di cosa parla la nuova serie Netflix Zero?

Siamo nella periferia di Milano. Omar è un ragazzo che vive qui, nel Barrio, uno dei quartieri più in difficoltà del capoluogo lombardo. La sua vita si divide tra le consegne a domicilio per una pizzeria della zona, la famiglia e il sogno di diventare un fumettista. La sua scrivania è piena di fogli e fogli dove ha disegnato le avventure dell’eroe che ha creato e che un giorno spera di poter pubblicare.

Nel frattempo però un’ombra scura si allunga sul Barrio. Il quartiere è oggetto di diversi attacchi che mettono in difficoltà i suoi abitanti. C’è bisogno di qualcuno che intervenga in loro difesa, che decida di essere il cambiamento positivo che serve. E così Omar, insieme ai suoi nuovi amici Sharif, Sara, Inno e Momo, decide di mettere a frutto un’abilità che ha scoperto di avere: l’invisibilità.

Il mix che offre Zero è sicuramente particolare e non comune per il panorama tricolore. A prima vista può sembrare una storia abbastanza tradizionale di giovani e periferie (con Milano a sostituire la più classica Roma). Tuttavia prende un taglio differente, introducendo un elemento paranormale, grazie alle abilità del suo protagonista. Lo show vira quindi verso un racconto di supereroi, portando con sé i tratti tipici del genere, ma tenendo un piede ancorato alla realtà. Un approccio che nonostante tutto lo rende altro rispetto alle innumerevoli avventure di vigilanti (e relative riletture) che abbiamo visto in questi anni.

In questo processo, è giusto sottolinearlo, non mancano delle ingenuità. Le vicende seguono linee narrative piuttosto tradizionali e in alcuni casi gli espedienti scelti sono difficili da accostare a quel “piede ancorato alla realtà” di cui sopra. A questo si accompagnano dei dialoghi non sempre di qualità, che si sforzano troppo di risultare accattivanti, ottenendo l’effetto opposto e risultando quindi poco credibili.

I giovani, gli eroi, la metafora

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Cr. FRANCESCO BERARDINELLI/NETFLIX © 2021

Guardando i primi episodi di Zero, si può percepire una somiglianza con un altro prodotto italiano di Netflix (almeno per la sua ultima stagione), ovvero SKAM Italia. Pur non condividendo nessun elemento del team creativo, emerge una somiglianza nella freschezza dello stile e nel tentativo di raccontare i giovani italiani in maniera più fedele. Per quanto sia sicuramente filtrato da uno sguardo più adulto e ancora debba migliorare, il risultato è apprezzabile e sensibilmente lontano dalle versioni eternamente stereotipate (e spesso paternalistiche) del panorama tricolore.

Omar, Sharif, Sara e i loro amici sono gli eroi della propria avventura, ma non sono gli unici. Sparse per il Barrio ci sono altre figure altrettanto eroiche, altrettanto dotate di abilità speciali. Poteri non super da un punto di vista meramente tecnico, ma non meno eccezionali di quelli di Omar. Negli episodi che abbiamo visto finora non hanno ancora rivelato il loro pieno potenziale, ma si intuisce che sapranno avere un ruolo di guida per il giovane eroe del quartiere.

L’aspetto che poi è più evidente e più interessante da esplorare di Zero è la metafora che sta alla base di questa nuova serie Netflix. Un aspetto che viene messo in chiaro fin da subito, esplicitando le chiavi di lettura. Omar non è l’unico invisibile del Barrio: tutti i suoi abitanti lo sono in qualche modo. La sua capacità di controllare questo potere e usarlo come arma di rivalsa rappresenta un messaggio semplice, ma importante.

Soprattutto incuriosisce quale sia il ruolo delle emozioni da questo punto di vista. Il meccanismo che scatena le abilità di Omar è complesso e non così semplice da decodificare in quest’ottica. Sarà interessante procedere con gli episodi per scoprire se e come sarà integrato non solo nella narrazione in senso stretto (con tutte le complicazioni che pone al controllo delle capacità del protagonista) ma anche nell’analisi sociale che si propone.

Zero, una prima volta su Netflix a cui dare una chance

zero netflix sara sharif
FRANCESCO BERARDINELLI/NETFLIX © 2021

La storia di Omar e di tutti i ragazzi del Barrio è un passo importante per la serialità e per certi versi l’intero show business italiano. Può essere uno strumento forte per mettere in luce nuovi talenti, dare spazio a nuove voci e aprire nuove narrazioni per questo settore, che troppo spesso si è chiuso sulle proprie abitudini.

Tuttavia Zero è molto di più di questo e per questo ci sentiamo di consigliarvi di dare una possibilità a questo show Netflix. Un progetto che porta con sé alcuni difetti e che non mostra ancora un livello qualitativo tale da rivaleggiare con le migliori produzioni televisive attuali, ma che ha grande cuore e che proprio per questo motivo riesce ad arrivare allo spettatore, spingendolo a chiudere gli occhi sui problemi e lasciarsi prendere. E vedrete che dopo poco, anche voi vi troverete a sostenere gli eroi del Barrio nella loro missione.

Offerta
Non ho mai avuto la mia età
  • Distefano, Antonio Dikele (Autore)
  • Audience Rating: X (Solo per adulti)

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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