Site icon Orgoglionerd

You Should See Me Dance the Polka

You Should See Me Dance the Polka thumbnail
Mesi fa in classe abbiamo proiettato una scena di “Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde”, con Spencer Tracy del 1941. Un mio alunno, dopo il video, mi ha posto questa domanda: “Potessi scegliere, vorresti essere Jekyll o Hyde?”.
Ai tempi avevo evitato di rispondere girando la questione alla classe, ma la domanda mi ha sempre affascinato, e ora che Kevin O'Neill è passato da noi a Lucca mi è tornata in mente. 
La libertà assoluta implica la malvagità. Non si può essere completamente slegati da ogni vincolo e catena senza essere anche considerati “malvagi” nel senso più conosciuto del termine.
Ma la questione è molto più complicata di così.
Viviamo in una società che identifica il concetto di bene e male con quello di premio e punizione, e non c'è nessun'altra differenza, se ci pensate, tra le due grandi facce della medaglia.
Se fai del bene sei premiato, o almeno lasciato in pace, se provochi il male sei punito, additato.
La cosiddetta “morale” legata alle proprie azioni è solo una convenzione indotta dal contesto nel quale si è cresciuti, se a un bambino insegni che rubare è giusto non avrà nessun problema a farlo, se un bambino non viene “educato”, ucciderà, ruberà, tutto per se stesso.
Il nostro lato malvagio non è una parte di noi, siamo noi.
La moralità non esiste in termini di regole “valide per tutti”, è intima quanto il senso dell'onore. Per essere libero, completamente libero, devi trascendere il bene e il male con i loro significati imposti.
Quanti di noi, noi umani, non avrebbero problema ad uccidere se non ci fosse una punizione, nessuna conseguenza nel farlo. E se ci fosse un premio? Una medaglia magari.
La famosa frase “la tua libertà finisce quando comincia quella di un altro” è profondamente sbagliata, come può la libertà finire o essere arginata?
L'unico modo per essere sul serio “liberi” è allargarsi, espandersi e se qualcuno viene schiacciato significa che non ha spinto abbastanza.
L'eroe ha i polsi incatenati dalle regole che il suo pubblico gli impone, il Villain non ha un seguito da accontentare, nessuno si aspetta niente da lui, è solo e completamente libero. 
La situazione di Edward Hyde è spiegata in maniera esauriente dallo stesso personaggio nell'irraggiungibile “League of Extraordinary Gentlemen” di Alan Moore.
Prima di tutto dovete sapere che Hyde, nel tomo di Stevensons, è più piccolo di Jekyll, scarno e basso. Non viene mai descritto nel dettaglio ma possiamo immaginarci qualcosa di simile al Gollum di Tolkien.
Per Alan Moore invece è un colosso di memoria Hulkesca, ferino, bestiale e sanguinario quanto il personaggio da quale è tratto ma in più alto tre metri e gargantuesco. 
Hyde, a cena, giustifica così questo strano caso: “Jekyll ci ha separati per essere puro. Ma senza di me lui ha non ha più stimoli e io non ho più freni”.
Allora tra i due chi è l'uomo libero? Henry, malaticcio, mite e senza peccati o Edward, irrefrenabile senza regole, capace di ogni cosa?
Una persona buona è una persona rispettosa delle regole, una persona buona non è libera. Nessuno, in una società, può scegliere veramente come vivere, come morire.
Il peso delle scelte degli altri grava come la punta di una piramide sulle nostre spalle, colui che è veramente libero è il padrone della piramide.
Possiamo dedurne che il bene e il male non esistono sul serio, che la bontà è solo una pila di regole da rispettare e il male, quello vero, intimo, che ci spaventa è la più ampia libertà.
Una vita senza conseguenze, senza punizioni. Oggi temiamo chi ha più potere di noi, perché può eludere le regole imposte, ma quella non è libertà è una cella più grande.
Io invidio Edward, è libero. Tutti lo guardano mentre balla la Polka.
Exit mobile version