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Il significato di White Rabbit, la sigla della nuova serie Netflix 1899

"Go ask Alice"

Cogliendo al balzo la sua inclusione nella sigla del nuovo show Netflix 1899 (dai creatori di Dark), oggi vi parliamo del significato di White Rabbit, canzone senza tempo dei Jefferson Airplane. Un brano decisamente mistico, oscuro, dalle tinte psichedeliche come solo le canzoni composte alla fine degli anni ‘60 sapevano essere. Non stupisce, infatti, che alla base di tutto ci sia un enorme trip dovuto all’LSD. Ma partiamo dall’inizio. Dalla genesi, per esempio.

La prima cosa che c’è da sapere è che White Rabbit non nasce come una canzone dei Jefferson Airplane. A scriverla è infatti Grace Slick, che diventerà sì frontwoman degli Airplane nel 1966, ma che prima militava in un gruppo di San Francisco chiamato The Great Society. La band non avrà troppa fortuna, ma realizzerà comunque due canzoni destinate a diventare eterne: Somebody To Love e, appunto, White Rabbit

Nel 1966 i Great Society si sciolgono, proprio mentre i Jefferson Airplane perdono la loro cantante Signe Toly Anderson. Ciò che accade dopo è scontato: Grace Slick si unisce unisce agli Airplane portando in dote due canzoni. Quali? Proprio Somebody To Love e White Rabbit. Entrambe finiranno sull’album Surrealistic Pillow del 1967, la prima sul lato A e la seconda sul lato B.

Com’è nata White Rabbit dei Jefferson Airplane?

Grace Slick ha scritto White Rabbit sotto l’influenza di massicce dosi di LSD, come spesso avveniva all’epoca, mentre ascoltava ossessivamente Sketches Of Spain di Miles Davis. In particolare, ad ossessionarla, era il ritmo latino della prima traccia dell’album: Concierto de Aranjuez. Influenzata anche dal Bolero di Maurice Ravel (che infatti è caratterizzato dalla celebre marcetta delle percussioni che ritornerà nel brano dei Jefferson Airplane), Slick cominciò ad immaginarsi il ritmo iniziale, che sarà poi impreziosito da una martellante linea di basso firmata Jack Casady. E scusate se è poco.

Il testo comprende invece palesi riferimenti al Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie, sempreverde opera di Lewis Carroll. Un racconto per bambini? Non proprio secondo Grace Slick. La cantante arrivò infatti alla conclusione che tutte le grandi storie per bambini contengono un elemento di tipo “allucinogeno”. Il testo di White Rabbit, non a caso, parla di una pillola da assumere. “Una pillola ti fa diventare grosso, l’altra ti fa rimpicciolire” recita la prima frase della canzone. Durante un’intervista (che trovate qui) la cantante ha spiegato questa sua visione “alternativa” delle favole, affermando:

“Da piccoli ci leggevano tutte queste storie, ma i genitori dovrebbero sapere che, in definitiva, parlano di droghe. Assumevi una sostanza chimica e vivevi una grande avventura. Alice nel Paese delle Meraviglie è sfacciata: lei si ubriaca, letteralmente, e finisce nella tana del Bianconiglio, mentre il bruco diventa una farfalla dopo aver morso un fungo. Ne Il Mago di Oz i protagonisti atterrano in un campo di papaveri da oppio e all’improvviso vedono questa Città di Smeraldo. Peter Pan? Cospargi un po’ di polvere bianca  sulla tua testa e puoi volare”.

Grace Slick sarebbe stata una babysitter niente male.

Il significato del testo

La prima frase della canzone, quella in cui la cantante ci descrive le due pillole che fanno diventare giganti e minuscoli, è un riferimento proprio ad Alice. Nei primi capitoli dell’opera di Lewis Carroll, infatti, Alice mangia un pezzettino di torta e diventa gigante (e bevendo una bottiglia può invece rimpicciolirsi). Slick ha mantenuto il concetto di fondo, ma introducendo l’elemento della pillola, per sottolineare la presenza di una sostanza stupefacente.

Il testo prosegue asserendo che le “pillole che ti dà tua madre non ti saranno utili”, riferimento probabilmente a medicinali e contraccettivi accettati dalla società. A differenza delle medicine, le pillole illegali sono però ben più divertenti, “se hai dubbi in merito chiedi ad Alice” dice la canzone.

Il secondo verso di White Rabbit continua “se insegui i conigli, sai che potresti cadere”. Oltre al riferimento a Carroll, questa frase contiene un gioco di parole, dato che l’espressione “insegui il drago” è un modo in inglese per indicare il fumo di oppio. Nella frase seguente si fa riferimento al “bruco fumante”, che, nell’allegoria di White Rabbit dei Jefferson Airplane, è un riferimento a colui che introduce la protagonista alle sostanze stupefacenti. 

I riferimenti all’opera di Lewis Carroll continuano anche nei due versi finali, sempre suggerendo che i personaggi siano in qualche modo una rappresentazione delle sostanze illecite all’interno della società.

White Rabbit dei Jefferson Airplane dal punto di vista musicale

Dal punto di vista strettamente musicale, il brano inizia con il martellante giro di basso seguito dalla marcetta di batteria (e qui il riferimento a Ravel è palese). La voce non entra prima dei 28 secondi e, contrariamente all’usanza dell’epoca, una volta entrata non smette di cantare fino alla fine: niente assoli di chitarra, niente parti strumentali. Una scelta decisamente atipica rispetto alle composizioni rock degli anni ‘60/70. 

Le strofe sono caratterizzate da una tonalità minore (Fa#-), ma c’è una soluzione armonica interessante: quando il testo canta “Vai a chiedere ad Alice”, la tonalità diventa maggiore, suggerendo che il/la protagonista ha preso coraggio e sta per fare una scelta importante. Storicamente, infatti, gli accordi minori danno un mood “triste” alla canzone, mentre quelli maggiori sono più gioiosi.

Proprio quest’anno, con un post su Twitter, Grace Slick ha rivelato di aver composto la canzone utilizzando un pianoforte verticale rosso al quale mancavano diversi tasti. “Ho scritto White Rabbit su un pianoforte verticale rosso che mi è costato circa 50$”, si legge nel tweet. “Mancavano otto o dieci tasti, ma andava bene lo stesso perché potevo sentire nella mia testa le note che non c’erano”.

L’eredità culturale del brano e la versione dei The Great Society

La canzone ebbe subito un immediato successo. È bene ricordare che nel 1967 nascevano i movimenti hippie e pacifisti che avrebbero portato, solo due anni dopo, alla Summer of Love di Woodstock, al grido di “mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Quel giro di basso ossessivo, la marcetta della batteria nelle strofe e l’incredibile melodia vocale di Grace Slick ben si sposavano con i trip psichedelici. Negli Stati Uniti i Jefferson Airplane, con White Rabbit, hanno raggiunto l’ottavo posto in classifica e il quinto con Somebody To Love.

Nel 1968 è stata pubblicata anche l’inedita versione live registrata dai The Great Society prima dello scioglimento. Contrariamente a quella degli Airplane (che dura 2:29 minuti ed è priva di sezioni strumentali), la versione dei The Great Society dura 6:07 minuti, con un intro strumentale di ben 4 minuti ricco di scale arabeggianti. Potete ascoltarla qui sotto.

Vale la pena di riportare anche che i Jefferson Airplane hanno suonato White Rabbit come canzone finale del loro iconico set a Woodstock 1969. La band prese il palco alle 8 del mattino del secondo giorno, dopo che i The Who avevano concluso il loro set notturno.

Oltre al già citato 1899, White Rabbit compare in numerosi film, serie TV e videogame. La canzone è presente infatti nel primo episodio della prima stagione Stranger Things, quando Undici fugge dalla tavola calda di Benny. Compare inoltre nella serie I Soprano, nel film Paura e Delirio a Las Vegas (dov’è citata anche in un dialogo) e in Matrix Resurrections. White Rabbit è presente anche nella missione finale di Call of Duty: Black Ops III ed è stata recentemente utilizzata dalla WWE per una campagna pubblicitaria.

Surrealistic Pillow
  • vinyl album/LP (12" size)
  • released 2017 in Europe by RCA Victor (88985396711)
  • Genre: Rock- Psychedelic

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 29 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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