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Vivi e Vegeta: piante imbruttite e fiori cattivi

Al Napoli Comicon abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Stefano Simeone e Francesco Savino, autori di Vivi e Vegeta, recentissimo volume edito da BAO Publishing. La storia è ambientata in un mondo in cui le piante si sono rifugiate per sfuggire dagli esseri umani, e racconta le vicende di Carl, un cactus del deserto alla ricerca della sua ragazza, una pianta grassa giornalista recentemente svanita nel nulla nella città dei fiori, dove le piante non sono viste di buon occhio. 
Innanzitutto, il volume di cui stiamo parlando è una storia a sé stante? Saranno due volumi? Una serie?
S: Nell’intenzione è una serie. Insomma, siamo molto modesti ma è una serie. Stiamo preparando la seconda stagione, però la prima funziona come autoconclusiva. Ogni stagione è ambientata nello stesso universo narrativo, però le stagioni si leggono anche indipendentemente l’una dall’altra, che è la cosa migliore.
In effetti leggendolo viene un po’ da chiedersi se sia una cosa autoconclusiva, o se ci sarà un seguito.
F: In realtà il punto di forza, su cui abbiamo lavorato tanto all’inizio io e Stefano, è un universo narrativo. Ovvero un mondo con delle sue regole, dei suoi personaggi, un passato che non abbiamo ancora fatto vedere, un futuro che stiamo esplorando nella seconda stagione. Tutto progettato in modo tale che sia coerente, e in modo da poter creare dei cicli, delle stagioni, autoconclusivi, ma comunque strettamente collegati. Quindi la seconda stagione va a dire cose in più rispetto alla prima pur essendo slegata. Ha dei personaggi in comune con la precedente e personaggi nuovi, il protagonista rimane lo stesso, ma cambia un po’ tutto il contesto, pur restando nello stesso universo.
Appunto per come il volume inizia viene un po’ la voglia di sapere ciò che viene prima. Quindi prima o poi si saprà?

F: Sì, sì, si saprà, viene detto. Qualcosina emergerà.
S: Non ne so niente. [ride]
F: Qualcosina è emersa con gli spin-off, che per ora sono rimasti solo sul web. Lo spin-off in questione esplora una parte del passato, relativo a vicende precedenti al primo volume. Stiamo aggiungendo dei tasselli.
S: Anche l’episodio di Natale è precedente.
F: Sì, l’episodio di Natale, scritto da me e illustrato da Nicoletta Baldari, è precedente rispetto alla prima stagione. Ed è contenuto all’interno del volume.
A proposito, vale un po’ la pena di raccontare come è nata questa cosa. È nata nel web, giusto? Come è diventata un fumetto fisico?
F: È nata nel web, sì. Ed è diventato un fumetto perché BAO Publishing, la Casa editrice che si è interessata e che lo ha pubblicato, ha visto le potenzialità di questo progetto. E in più conosceva già Stefano, autore che aveva già avuto modo di collaborare con BAO.
S: Siamo molto raccomandati.
F: …dicevo…era autore della casa editrice, che ha trovato il progetto interessante e ci ha subito proposto di farlo diventare un volume. Noi abbiamo accolto l’invito alzando un po’ il tiro. Abbiamo aggiunto pagine, rimasterizzato i dialoghi, inserito contenuti extra, perché ci piaceva valorizzare un prodotto diverso da quello del web, con del materiale in più.
Quindi è parzialmente ciò che era sul web, con una aggiunta.
S: Ovviamente quando ancora era sul web abbiamo pensato al fatto che magari un giorno sarebbe andato su carta. Però ce ne siamo fregati altamente, perché per fare una cosa che funziona sul web bisogna lavorare diversamente. Anche soltanto a livello di regia della tavola, a livello di lettura, è diverso dallo sfogliare un volume cartaceo: io ho fatto tavole lunghe, il movimento era tutto pensato diversamente. Sulla carta abbiamo ripensato anche la regia. Il tempo di lettura è diverso, perciò abbiamo aggiunto delle pagine per renderlo più morbido. Il web soffre un po’ degli stacchi da “Lo leggo in cinque minuti prima di andare al lavoro”, che era naturalmente la nostra intenzione iniziale.
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A proposito appunto della genesi: una domanda che mi è sorta molto spontanea leggendolo è “come vi è venuta in mente questa cosa delle piante?

F: Sì, be’, quella è stata la follia dell’unione fra me e Simeone. Era nata da un mio stupidissimo disegno di un cactus, che è l’unica cosa che riesco a disegnare. Casualmente l’ho beccato quel giorno che era in buona e mi fa “bello, facciamone una serie umoristica”.
Poetico questo inizio.
F: Assolutamente. Mi fa “è da un sacco che voglio disegnare i fiori e le piante, sono anni che desidero fare una roba così. E poi è stata una giornata di fervida fantasia, telefonate su telefonate, e alla fine era diventata una serie da dieci capitoli di fiori che si picchiano e sono cattivissimi, perché ci siamo accorti entrambi di avere un substrato di interesse verso cuochi e alimentazione vegetariana, cose che si erano un po’ sedimentate in noi e abbiamo riversato completamente in questa storia. È stato bello lo scambio fra me e lui, sicuramente, perché lui mi mandava degli studi di personaggi di fiori che gli venivano istintivi, e io poi a posteriori ricavavo la storia di questi personaggi, ricavavo il character, e viceversa. A quel punto lui li vedeva, suggeriva altre idee. È stato il momento iniziale in cui abbiamo creato tutto questo mondo rimbalzandoci spunti; poi è venuta la storia, la suddivisione e tutto il resto.
S: è stato un po’ il processo che fa uno quando è autore completo, ma in questo caso in due. Non c’è stata imposizione da nessuna delle due parti. 
Un po’ di brainstorming insomma. Riguardo ai disegni: è curioso questo modo che avete deciso assieme, nonostante la mano sia una, di disegnare dei fiori, che nell’immaginario sono una cosa super carina e aulica, come questi esseri a volte spelacchiati e cattivi. Qual è la cosa che vi ha portato a distaccarvi da questo immaginario ovvio dei fiorellini?
S: Io non so fare i sorrisi.
F: Ma proprio come persona, non li sa fare. [ride]
S: Sì, nemmeno io stesso li so fare, non ho proprio il concetto. Il mio sorriso è questo  [ :| ]. In realtà abbiamo usato gli elementi dei fiori per renderli cattivi; una volta ideata la storia, imbruttirli è stato un gioco facile. Ad esempio, usi i petali come baffi. La forma umana comunque ti aiuta molto perché è da quello che si parte, è quello che noi conosciamo e riconosciamo. Quindi l’idea è quella di cambiare tali elementi e fare i fiori come se fossero umanizzati.
F: Esatto, da un punto di vista visivo sì. Narrativamente volevamo ribaltare un po’ il classico punto di vista. Basta con l’idea che i fiori siano belli, simpatici e gioiosi. Fondamentalmente tutto è perché a me non piace regalare fiori, quindi li odio e devono essere depressi e antipatici… perché sì. Ci ha divertiti molto prendere le caratteristiche tipiche dei fiori e ribaltarle: la margherita che si strappa i petali perché il m’ama non m’ama è una cosa tipica degli umani, mentre lei è una margherita depressa che, assieme alle margherite depresse dell’omonimo club vive nell’ombra per non farsi vedere. E così via, tutti i personaggi seguono questa scia. 
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Un’ultima cosa legata a queste simbologie che avete inserito: la storia del “un noir vegetariano”. Perché all’inizio uno legge questa descrizione e si chiede un po’ cosa voglia dire, poi viene fuori questo ruolo della cucina vegana. Io mi chiedevo: avete ricevuto critiche pesanti riguardo a questa questione?

S: In realtà solo apprezzamenti da parte degli stessi vegani e vegetariani.
F: C’è stato un forte interesse. Vegolosi ha scritto degli articoli su di noi, in tanti si sono interessati. Li abbiamo trovati assolutamente pacifici e la cosa ci ha fatto molto piacere. Questo luogo comune dei vegetariani arrabbiati è una leggenda. 
S: Forse non abbiamo preso quelli giusti.
Concludendo, i prossimi volumi quando potremo leggerli?
F: Se tutto va bene e se Simeone fa il suo dovere, a settembre uscirà la seconda stagione. L’avevamo inizialmente prevista per questa primavera, ma volevamo dare il giusto spazio alla promozione del volume, e poi daremo il giusto spazio alla pubblicazione online della seconda stagione.
Quindi prima sarà comunque sul web?
S: Sì, manteniamo comunque lo stesso metodo. Noi non abbiamo creato questo progetto sul web per creare una cosa da poi pubblicare. Noi volevamo fare una cosa gratis che potessero leggere tutti gratuitamente. Quindi i volumi avranno delle cose in più e saranno un’esperienza di lettura diversa, ma le stagioni andranno sempre online prima gratuitamente. 
Perché a noi i soldi ci fanno schifo!

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Giada Rossi

Laureata in Astronomia, aspirante Astrofisica. Curiosa di natura. Scrivo soprattutto di scienza, ma preferisco parlare di cani buffi.

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