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The Whale: welcome to the Brenaissance | Recensione

Finalmente anche in Italia l'attesissimo nuovo film di Darren Aronofsky

In questi mesi avete sicuramente sentito parlare di The Whale, il film che ha portato Brendan Fraser al centro della stagione dei premi. Si tratta di una pellicola intima e toccante, che ha conquistato il pubblico in tutto il mondo e che ora finalmente arriva anche nel nostro Paese. Se siete curiosi di saperne di più, potete leggere la nostra recensione di The Whale, ma vi anticipiamo il verdetto finale: è un’opera straordinaria.

The Whale, di cosa parla esattamente il nuovo film di Brendan Fraser?

Leggi la recensione su The Last of Us

La pellicola di Aronofsky si apre con una scena intensa. Un volontario di un’associazione religiosa si trova a dover prestare soccorso a un uomo in una profonda crisi. È in pericolo di vita e bisogna agire rapidamente. Una volta riportata la stabilità della situazione possiamo conoscere finalmente Charlie.

È un professore universitario dal peso di oltre 250 kg, che si è chiuso in casa ormai da anni. I suoi unici contatti con l’esterno sono la vicina di casa Liz, un’infermiera che si occupa di lui, il fattorino del delivery e i suoi studenti, che vede però solo in videochiamata e a cui non mostra mai la propria webcam. Quando la salute di Charlie si fa davvero critica decide però che è giunto il momento di ricucire i rapporti con Ellie, la figlia con cui non ha contatti da lungo tempo.

The Whale è un adattamento di un testo teatrale ed è evidente, soprattutto dalla sua ambientazione. L’intera azione si svolge nel salotto di Charlie, fatta eccezione per alcuni piccoli momenti. E così la casa stessa diventa un personaggio, che in qualche modo contribuisce a intrappolare il protagonista. Charlie però la asseconda, è ormai rassegnato al proprio destino e non vuole cambiarlo.

La storia che Aronofsky e Samuel D. Hunter (sceneggiatore sia dell’opera teatrale che del film) è una profonda analisi del dolore della solitudine. Del pozzo profondo in cui ognuno di noi può ritrovarsi, dal quale a volte è impossibile uscire, sebbene sia tecnicamente possibile uscirne. Per farlo ci coinvolge con una serie di “misteri” che siamo interessati a risolvere, ma sono solo un espediente. Anche quando arriva la risposta, per quanto importante, non ci interessa più.

La sfida della stanza chiusa

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Ci sono diversi film che si ambientano quasi unicamente in una stanza. A volte sono adattamenti di sceneggiature teatrali, altre volte si tratta di precise scelte stilistiche. Ma tutti si trovano ad affrontare la sfida di non poter muovere l’azione.

Quando togli una possibilità come questa, ti trovi costretto a rafforzare gli altri fronti. La regia e soprattutto la sceneggiatura sono obbligate a un ribaltamento di prospettiva. Tutto il dinamismo, l’azione che avveniva all’esterno ora diventa introspettiva. L’interesse dello spettatore passa da cosa fanno i personaggi a chi sono. Ed è qui che The Whale trionfa, creando un racconto che conquista sebbene a conti fatti non succeda quasi nulla.

L’altra parte della sfida è quella legata al cast. Quando ti chiudi in una stanza non hai più la possibilità di nascondere i difetti, hai un riflettore puntato addosso, la gran parte del risultato finale si regge sulle tue spalle. Ma anche qui il film riesce a superarsi, regalando una Hong Chau e una Sadie Sink straordinarie, che dimostrano tutto il loro talento.

Ma The Whale non sarebbe The Whale senza Brendan Fraser. L’attore torna finalmente sulla scena che conta tirando fuori la performance della vita. Avremmo potuto liquidare questa recensione di The Whale in poche parole spiegando che solo per lui valesse la pena di vedere il film. Oppure spenderne centinaia e centinaia per elogiare ogni aspetto della sua interpretazione. Abbiamo scelto una via di mezzo, ma speriamo di aver reso l’idea di quanto eccezionale sia stato il suo lavoro in questo film.

The Whale è uno dei film dell’anno, in un anno eccezionale

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L’unica sfortuna di The Whale è quella di essere originariamente uscito in un’annata davvero ottima per il cinema (più sul lato artistico che su quello economico, James Cameron a parte). Dodici mesi in cui si sono alternati grandi film di ogni tipo, con nuovi talenti e leggende storiche che hanno ottenuto risultati eccezionali. In un panorama come questo è difficile spiccare, soprattutto con un progetto così ostico a un primo impatto.

Ma chi davvero rende The Whale imperdibile anche in un anno così è Brendan Fraser. Chiunque conosca la sua storia non può che essere toccato da questo suo ritorno. Chiunque abbia visto le sue interviste, le sue reazioni, la sua commozione alle proiezioni in questi ultimi mesi non può che commuoversi a sua volta. Ma anche chi non sappia nulla di tutto ciò resterà a bocca aperta davanti alla sua interpretazione.

Darren Aronofsky
  • Mickey Rourke, Marisa Tomei, Sean Gullette (Attori)
  • Darren Aronofsky (Direttore)

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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