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Un isopode gigante che in realtà era due

I ricercatori hanno scoperto un nuovo isopode gigante, appartenente al genere Bahtonymus e originario del Golfo del Messico. Questo tipo di fossili viventi sono per molti aspetti ancora misteriosi, e la scoperta di questa nuova specie è quindi un passo importante per la biologia marina.

Una nuova specie di isopode gigante

La nuova specie è stata scoperta nell’Acquario Enoshima di Fujisawa, in Giappone. Alcuni esemplari erano stati portati qui nel 2017 dalle cose della Penisola di Yucatán, trovati a 600-700 metri di profondità e scambiati erroneamente per un’altra specie, il Bathonymus giganteus. Solo grazie al sequenziamento genetico fatto da un ricercatore dell’Università Nazionale di Tainan, in Taiwan, si è scoperto che si tratta invece di una nuova specie, battezzata Bathonymus yucatanensis.

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A differenziarla dalla B. giganteus sono le dimensioni leggermente più piccole. Gli esemplari misurano infatti 26 centimetri in lunghezza, coda compresa, e 13 centimetri in larghezza, contro i circa 30-35 di lunghezza del B. giganteus. Il corpo è leggermente più snello in proporzione, mentre le antenne risultano più lunghe. Infine anche l’esoscheletro ha un colore leggermente diverso, tendente al giallo lattiginoso invece che al grigino.

A rendere così tardiva questa distinzione, nonostante il B. giganteus sia noto agli scienziati dalla fine dell’800 e nonostante lo studio di migliaia di esemplari, è stata un’assunzione incorretta da parte dei ricercatori. Si pensava infatti che a differenziare principalmente le diverse specie fosse il diverso numero di placche dorsali. Il B. giganteus, ad esempio, si distingue dal B. maxeyorum, un’altra specie, proprio per questo numero (11 nel primo, 7 nel secondo). Il B. yucatanensis ha invece sempre 11 placche.

Crostacei misteriosi

Gli scienziati conoscono circa due dozzine di specie di isopodi giganti, tutti caratterizzati da dimensioni importanti, 14 zampe e una vita adatta alle acque profonde e fredde. Si tratta di specie in un certo senso ancestrali, fossili viventi che sembra siano cambiati pochissimo nel corso degli ultimi 200-300 milioni di anni.

Si tratta di animali estremamente affascinanti e ancora poco compresi. Sembra ad esempio che siano in grado di non mangiare per degli anni. Si tratta di un adattamento sensato in un posto povero di nutrienti come le profondità marine. Quando mangiano, sembra che gli isopodi si nutrano prevalentemente di carcasse, di ad esempio coccodrilli marini e balene, che dopo la morte affondano.

Il prossimo passo è capire se per caso altri esemplari sono stati classificati incorrettamente. Lo studio ha già citato degli esemplari presenti nel Mar Cinese Meridionale come prossimi candidati. La ricerca quindi continua, alla scoperta di nuove specie.

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Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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