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Under the Skin: un’aliena sotto la pelle

Immaginate un’aliena, che si trova sulla Terra e che affronta una sorta di viaggio on the road alla ricerca di vittime da ammaliare e poi distruggere. Immaginate quest’aliena, che ad un certo punto si trova ad essere incuriosita, forse affascinata del mondo che la ospita. A quel punto, il suo comportamento cambia completamente rotta.
Messa così, sembra la trama di un film banalotto e scontato. Forse qualcuno di voi, sbuffando, s’è sistemato meglio sulla sedia e ha pensato “ma sì, certo, il cattivo ad un certo punto cambia idea, magari si innamora, e a quel punto smette di fare quel che fa e si ribella contro la propria specie. Già visto, già sentito”.
Vogliamo rassicurarvi: non è così, affatto. Non stavolta.

Under the Skin è una pellicola del 2013, tratta dall’omonimo romanzo di Michel Faber e diretta da Jonathan Glazer. La trama ve l’abbiamo praticamente già riassunta, ma ciò che rende il film particolare è il modo in cui viene presentata allo spettatore.
In Scozia, una ragazza viene rapita da un misterioso motociclista. Il corpo – per la cronaca, di Scarlett Johansson – viene preso in prestito, appunto, da un’aliena che a bordo di un furgone inizia a viaggiare incerca di vittime. Non sappiamo perché. Non sappiamo quale sia la sua missione, il suo scopo. Non sappiamo che fine facciano, effettivamente, le sue vittime.Non sappiamo chi siano il motociclista, la ragazza rapita, il perché, se vi è un perché, sia stata scelta proprio lei. Non sappiamo niente.
Il realismo delle scene è sconvolgente, e allo stesso tempo la sensazione di straniamento la fa da padrone. Pochissimi dialoghi, quasi sempre tra l’aliena e i malcapitati che le danno confidenza, il tutto quasi a rimarcare la freddezza e la totale mancanza di sentimenti della razza di cui la donna fa parte. Emblematica la scena in cui assiste all’annegamento di una coppia, tra le lacrime del figlioletto, e in totale silenzio recupera il corpo di un surfista accorso in loro aiuto per condurlo in un luogo appartato ed eliminarlo.

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La colonna sonora accentua e amplifica la sensazione di disagio che accompagna durante tutta la visione del film. Specialmente nei momenti in cui la creatura finisce le proprie vittime, in una sequenza di immagini tanto ipnotica quanto disturbante.
Tuttavia, ad un certo punto qualcosa si spezza. La donna inizia a mostrare empatia, e addirittura, mossa da pietà, risparmia la vita di un ragazzo affetto da una grave malformazione del viso. Dopo questa esperienza tenta di sperimentare, di capire sensazioni e sentimenti umani. Mangiare una torta, avere un rapporto con qualcuno che la attrae, perfino una cosa tanto semplice quanto naturale come ammirare un paesaggio, sono azioni che la confondono e la spiazzano. Come saremo spiazzati noi, una volta giunti all'inaspettato e violentissimo finale.

Glazer cerca di prendere esempio dal Kubrick di 2001: Odissea nello Spazio, a volte forse in modo fin troppo marcato.
Non tutti, comprensibilmente, gradiscono l’opera. Vi basti pensare che, dopo la prima, è stato fischiato da buona parte della platea.
Il film è lento, ripetitivo – con una sua logica, certo, ma comunque lento e ripetitivo – e la quasi mancanza di dialoghi, il tutto unito alla durata di quasi due ore, può risultare pesante. Qualcuno, come è successo, potrebbe addirittura arrivare a considerarlo solamente pretenzioso e totalmente privo di senso.
Per quanto ci riguarda, consiglio che vi diamo è di cercare di inserirvi nella giusta prospettiva e dargli una possibilità. Ovviamente, poi, il giudizio finale starà a voi.

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Francesca Menta

Nella vita legge fumetti, guarda cartoni e fa altre cose noiose e banali che non vale la pena menzionare. Allenatrice di Pokémon dal 1999. A quanto pare adesso recensisce anche videogiochi, coronando il sogno di una vita: poter gridare con fare oltraggiato "Lo sto facendo per LAVORO" ogni qualvolta viene trovata di fronte ad una console.

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Commenti

  1. ma dai…quella dei nani è difficile indubbiamente….ma alcune erano facilissime , questo dimostra anche che spesso la gente fa cosplay solo per vantarsi , un cosplay di batman che non sa il cognome di alfred un capitan america che non sa di cosa è fatto il suo scudo….il prossimo passo sarà un rufy che non sa di essere un pirata e superman che non sa di essere un’alieno…

  2. le domande su cap erano facili e il vibranio e’ ancora causa di molti epic fail nei film (se mi dici che il vibranio e’ in grado di assorbire qualsiasi onda d’urto non puoi farmi volare via capitan america quando para un missile)

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