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Un pensiero, una parola

Qualche tempo fa, poco prima della fine del 2015, stavo facendo due chiacchiere con una signora giapponese con cui ogni tanto mi capita di parlare di linguistica e di cultura.
A lei fa piacere spiegarmi particolari della lingua giapponese e a me fa un gran piacere stare ad ascoltarla, e assorbire il più possibile per poi farne un grande tesoro.
Questa volta, oltre a come i Giapponesi passano il Capodanno seduti tutti insieme sotto la coperta del kotatsu, mangiando e guardando in tv programmi studiati apposta (non certo come il nostro Capodanno con Gigi D'Alessio che mi fa venire i brividi solo a scriverlo), mi ha elencato alcune parole che sono intraducibili in altre lingue. Come esistono un po' per tutti gli idiomi d'altronde.
Ovviamente lei mi ha fatto esempi tra giapponese e inglese perché ancora non conosce l'italiano, anche se medito di dare il mio contributo da questo punto di vista.
Tra tutte ne ho scelte due che voglio condividere con voi, soprattutto in questo periodo in cui Orgoglio Nerd si è rigenerato e ha cominciato una nuova vita tutto nuovo e scintillante, dopo aver anche compiuto i suoi quattro anni di vita.
Avrei potuto optare per quelle più evocative, per fare scena e lasciarvi a bocca aperta, e invece no, ho deciso di andare con le parole semplici che si possono usare tutti i giorni e che lasciano quel senso di calore dato dalla vita che viene vissuta, piano piano.
おつかれさま  
-Otsukaresama-
疲れる (tsukareru) significa letteralmente “stancarsi”, dopo una lunga giornata di lavoro, dopo uno sforzo fisico o emotivo particolarmente pesante, ma anche in seguito a un evento piacevole ma che ha impiegato grandi energie.
Usando おつかれさま quindi riconosciamo lo sforzo compiuto dall'altra persona, la ringraziamo per la fatica e per quello che ha fatto, perché l'ha fatto per rendere migliore un momento della vita. Ha usato tutto ciò che aveva per creare qualcosa di buono. Anche per le energie condivise per raggiungere uno scopo.
Per cui per tutti voi, per i miei compagni di Orgoglio Nerd, e per chi ha sofferto, riso, sudato e sanguinato nell'anno appena passato; per chi ha pianto, ha sperato, è rimasto deluso… per chi non ce la fa più ma va avanti comunque:
おつかれさま!
Ftegb6
La seconda parola è un'onomatopea.
In Giappone,  nel linguaggio comune, le onomatopee sono spesso utilizzate, sono parole che fanno parte del vocabolario quotidiano. Hanno un suono davvero simpatico, qualunque sia il loro significato, e sinceramente.. le userei dalla mattina alla sera.
こつこつ
-kotsukotsu-
Passo dopo passo, ma con costanza, con tenacia, con immensa pazienza.
Andare avanti con rettitudine, seguendo i nostri sogni o piani o desideri. Ma farlo senza lasciarsi abbattere. 
E se doveste perdere la speranza, se qualcosa dovesse fermarvi o per qualche ragione non riusciate più ad andare avanti, beh fermatevi un attimo.
Riflettete con cura su ciò che veramente volete e poi rimettetevi in piedi e andate avanti.
Sempre こつこつ
Che ne dite di andare avanti con noi?
Per qualsiasi curiosità e domanda non dovete far altro che mandarmi una mail al mio indirizzo nuovo fiammante: onigiricalibro38@orgoglionerd.it
See you space cowboy!

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