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Un film di Minecraft che non ci ha creduto fino in fondo | Recensione

La pellicola con Jack Black e Jason Momoa si ferma proprio appena prima di diventare brillante

Come sa chiunque si sia approcciato al gioco, Minecraft è una bestia complessa da dominare. Ti offre una libertà estrema, dove puoi fare davvero esplodere la tua creatività. E solo dopo il primo buco nel terreno, la prima casetta e la prima notte superata ti rendi conto di quanto siano davvero immense queste possibilità e la tua mente inizia a correre. Mentre costruisci e scavi, stai già pensando a cose ancora più grandi da realizzare. Questo mondo di possibilità è tanto stimolante quanto schiacciante. E deve essere stato lo stesso sentimento che hanno provato Chris Bowman, Hubbel Palmer, Jared Hess e tutto il team che ha intrapreso la missione di portare il gioco sul grande schermo. Il risultato è Un film Minecraft e dopo averlo visto in anteprima siamo pronti a raccontarvelo in questa recensione.

La recensione di Un film Minecraft, come un cubo ha cambiato tutto

Steve fin da bambino è affascinato dalle miniere. Una volta cresciuto riesce finalmente a esplorarne una e dietro una parete trova due oggetti cubici bizzarri, che una volta uniti aprono un portale per un nuovo mondo. Si tratta dell’Overworld, una realtà squadrata dove può dare sfogo a tutta la sua creatività. Steve si scatena e esplora in lungo e in largo questo mondo, fino a trovare l’ingresso a un’altra dimensione.

Si tratta del Nether, dominato dalla malvagia strega Malgosha, che brama il potere del cubo. Per questo Steve lo affida, prima di essere imprigionato, al suo fedele lupo e lo spedisce sulla Terra. Una serie di peripezie lo farà cadere nelle mani del giovane Henry che sarà catapultato insieme alla sorella e agli amici in questo nuovo mondo, pieno di pericoli da affrontare.

È evidente che questo progetto sia passato per tante mani differenti, prima di arrivare sullo schermo. È infatti caratterizzato da un mix caotico di influenze e tono, sia nella scrittura che nella regia, senza riuscire a trovare un vero equilibrio. Abbiamo una serie di sequenze affiancate fra loro, debolmente connesse l’una all’altra e senza una vera visione completa. Ci è anche sembrato di aver notato un errore di continuità narrativa, piuttosto secondario di per sé, ma ci fa pensare che siano state tagliate delle importanti scene di raccordo.

Il risultato è che Un film Minecraft dà continuamente una sensazione di forzatura. Non c’è il minimo tentativo di far respirare i personaggi e creare fra loro le relazioni che ci vengono raccontate. Ogni rapporto e sua trasformazione è puramente funzionale e mai organico. Regge poco e solamente perché sappiamo esattamente dove deve andare a parare, perché lo abbiamo già visto in mille altri casi.

Creative Mode

un film di minecraft recensione
Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Per essere ispirato a uno dei videogiochi che fa della creatività il suo punto di forza, Un film Minecraft è davvero poco originale. Se già la sinossi qui sopra vi ha dato delle vibes da “già visto”, sappiate che il prodotto finale va anche oltre. C’è davvero una corsa continua al cliché, che coinvolge non solo i personaggi stessi, ma anche i dialoghi, totalmente svogliati.

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Il livello era tale che, per un attimo, abbiamo sperato che potesse cavalcare quell’onda. Abbracciare l’assurdità, calcando la mano il più possibile e diventare quasi una parodia delle commedie tradizionali, ribaltando l’effetto finale di quei dialoghi così piatti. Ma come potete intuire dal tono di questa recensione di Un film Minecraft, non è andata affatto così.

Questa pellicola si ferma esattamente un attimo prima, costringendoci a prenderla sul serio anche davanti a stereotipi, battute riciclate e scene che semplicemente non stanno in piedi. La sottotrama della vice-preside Marlene, interpretata da Jennifer Coolidge, rappresenta perfettamente tutto questo: potenzialmente un cult esilarante, frenato all’ultimo da un film che ha preso lo spirito di Non è un’altra stupida commedia americana (in una versione adatta anche ai minori) e lo ha poi abbassato di tre o quattro tacche.

un film di minecraft recensione
Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

E anche questo è un riflesso del caos e delle tante mani attraverso cui è passato, perché qualcuno fino all’ultimo ci ha provato a infondere energia. Jack Black e soprattutto Jason Momoa sono caricati al massimo, ma sono disconnessi dal resto del cast, rendendo ancora più evidente il contrasto.

Un film Minecraft, la recensione: il gioco c’è, ma manca il suo cuore

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Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Tra gli aspetti positivi di quest’opera possiamo sicuramente contare la sua capacità di integrare il gioco originale. Lungo tutta l’avventura vediamo tantissimi elementi tratti direttamente da Minecraft, da quelli più iconici come miniere, zombie, picconi, diamanti e redstone a quelli più di nicchia, che gli appassionati si potranno divertire a riconoscere.

Il problema è che nel risultato finale questo influisce poco. Gli elementi presi da Minecraft sono poco più di una skin applicata su una storia piatta e riciclata, piena di cliché al limite dell’assurdo, con un villain non particolarmente caratterizzato (e già che siamo in tema, con fin troppo minutaggio per essere affidato a un talent nel doppiaggio italiano) e degli eroi a cui vorremmo poterci affezionare, ma che non hanno neanche lontanamente una costruzione che lo permetta.

È un peccato che con tutto il potenziale che offre una IP come Minecraft, si sia scelto di optare per la strada meno ispirata, riproponendo gli stessi schemi che ritornano ciclicamente dagli anni ’80. Forse vale la pena di tornare alla schermata iniziale, generare un nuovo mondo e ripartire da quattro assi di legno e un banco da lavoro. Cercando questa volta di non gettare nella lava tutta l’energia che Jason Momoa era disposto a mettere nel progetto.

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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