Intrattenimento

For Honor: il richiamo della guerra

Il combattimento all’arma bianca ha sempre avuto un fascino tutto particolare. Parere prettamente personale, ma secondo noi lo scontro fisico e ravvicinato in cui conta solo l’abilità marziale del guerriero è molto più avvincente di un combattimento con armi da fuoco, dove sì conta l’abilità dei due contendenti, ma molto meno e con molta meno enfasi di quando si utilizza un’arma corpo a corpo. Nei secoli della storia umana, innumerevoli guerrieri sono sorti e caduti, i più forti fra loro, coloro che hanno innovato la disciplina marziale grazie al loro genio, sono ricordati come leggende nelle terre di Midgard. Sicuramente nell’immaginario collettivo esistono una serie di popoli che spiccano sugli altri per quanto riguarda le loro abilità marziali: i corazzati e nobili cavalieri medievali, armati di spadoni, mazzafrusti, scudi e spade corte; i feroci e brutali vichinghi, con le loro asce bipenni, le lance e la loro incredibile potenza fisica; gli onorevoli samurai, maestri spadaccini con le loro katana e il loro approccio filosofico alla guerra racchiuso nel Bushido. Queste tre diverse tipologie di guerrieri sono vissute in epoche e regioni diverse, ma è innegabile che tutti saremmo curiosi di sapere chi avrebbe potuto vincere in uno scontro mortale fra le tre fazioni. Ubisoft ha pensato di realizzare questo desiderio, magari inconscio, di ogni amante della lotta all’arma bianca e di trasformarlo in un videogioco, dando così vita a For Honor.

In For Honor potremo utilizzare una delle tre categorie disponibili fra, appunto, cavalieri, vichinghi e samurai, per affrontare esaltanti duelli mortali online. Sin da subito vi verrà chiesto di votarvi alla causa di una delle tre parti citate, così da poter poi lottare, durante il gioco, sotto la bandiera della vostra fazione preferita. Non preoccupatevi però: anche scegliendo uno specifico gruppo potrete poi usare tutti gli eroi disponibili, compresi quelli avversari. Prima di addentrarci nello specifico e discutere del cuore di questo gioco, cioè la componente multiplayer, è giusto discutere anche della parte dedicata al singolo giocatore. La modalità in single player è fondamentalmente un enorme tutorial in cui acquisire le basi per poi buttarsi nella mischia dell’online e vi basteranno un cinque o sei ore per completarla. In questa fase verremo a conoscenza della storia che muove il mondo di For Honor, in tre campagne, una per ogni fazione, che ci metteranno alla guida di più o meno tutte le classi presenti. Ottimo per fare pratica col sistema di combattimento. Alla guida dei vari eroi dovremo dunque affrontare la malvagia Apollyon, signora dei Cavalieri d’Ossidiana, una fazione a parte che continua a seminare morte e distruzione, con lo scopo di far crescere i germogli di guerra costante fra i tre schieramenti. La trama non è nulla di esaltante, d’altronde una storia di guerra fra i tre popoli, sradicati dal proprio tempo e spazio per combattersi a vicenda in eterno, è più che altro un pretesto perché questa battaglia da “what if” sia possibile. Non mancano però spunti interessanti, come missioni d’infiltrazione e spettacolari Boss Battle, anche se Ubisoft poteva osare di più in questa campagna.
Il fulcro di For Honor è però l’esperienza Multiplayer, divisa in cinque diverse modalità: Dominio, Eliminazione, Schermaglia, Rissa e Duello. In Dominio, 4vs4, dobbiamo mantenere il controllo di tre zone per guadagnare punti e, oltre ai personaggi umani, ci saranno tanti soldati NPC minori che dovremo respingere per guadagnare il possesso della zona centrale, un po’ in stile Musou. Anche Eliminazione e Schermaglia sono 4vs4: nella prima vincerà la prima squadra che riuscirà a eliminare tutti gli avversari, e i respawn saranno disabilitati fino alla fine del round; nella seconda invece si guadagneranno punti ad ogni uccisione fino all’arrivo dei 1000 punti, e a quel punto il respawn per la squadra avversaria sarà disabilitato e si otterrà la vittoria eliminandone tutti i membri rimanenti. Abbiamo infine Rissa, una sfida 2vs2, e Duello, che come si intuisce è il classico 1vs1. Le cinque modalità presentate potranno non sembrare tantissime, ma vi assicuriamo che basteranno, anche perché il vero protagonista è il sistema di combattimento. I duelli di For Honor riescono a trasmettere al giocatore quella sensazione di adrenalina provata quando ogni azione va studiata attentamente e ogni colpo è fondamentale per ottenere la vittoria, una vittoria che in rari casi si dimostrerà così appagante come in questo gioco, specie dopo aver tagliato brutalmente la testa al vostro avversario con una finisher degna di Mortal Kombat. Il sistema è molto tattico, ma allo stesso tempo veloce e immediato, anche se ci sarà bisogno di molta pratica per carpine ogni segreto, poiché il button mashing porterà solamente verso una morte disonorevole.

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Il sistema si basa fondamentalmente su tre direzioni che rappresentano la guardia in alto, a destra e a sinistra: spostando la leva analogica di destra in una di queste direzioni potremo parare un colpo quando attaccati, mentre ne sferreremo uno premendo l’attacco leggero o forte. Ma tutto ciò è solo la punta dell’iceberg, perché oltre alle parate potremo schivare, contrattaccare, spezzare la guardia avversaria, e utilizzare speciali attacchi imparabili; inoltre dovremo sempre tenere un occhio sulla nostra barra della resistenza, perché una volta finita ci impedirà di muoverci e attaccare velocemente, rendendoci facili bersagli del nemico. Esiste poi una modalità power up chiamata Vendetta, che serve principalmente a bilanciare gli scontri quando saremo in inferiorità numerica. Dopo aver subito o parato diversi colpi, infatti, avremo la possibilità di riempire una barra speciale che ci permetterà di utilizzare questo potenziamento e, una volta in modalità vendetta, saremo più forti e veloci e otterremo anche un bonus di punti vita. Insomma, per padroneggiare questo sfaccettato sistema di combattimento ci vorranno davvero parecchie ore di allenamento. Dovete anche tener presente che esistono dodici classi, quattro per fazione, generalmente divise in categorie quali: l’Avanguardia, potenti in attacco e dall’ottima resistenza, i più immediati per iniziare; la classe Pesante, che, basata sulla difesa, può proteggersi da attacchi provenienti da tutte le direzioni per un periodo limitato di tempo e si mostra inoltre molto potente anche nell’attacco; gli Assassini, classi agili basate più sulle schivate che sulla parata, attaccano con velocità e ferocia e possono infliggere danni debilitanti; infine gli Ibridi, personaggi che mescolano le caratteristiche di due delle classi già descritte. Considerate poi che ognuno dei dodici personaggi ha un approccio alla battaglia totalmente diverso; anche rispetto alle controparti della stessa categoria, ognuno avrà un moveset differente da imparare e padroneggiare, cosa che invoglierà il giocatore a utilizzare più di un solo personaggio, anche per cambiare la routine di gioco di tanto in tanto. Le dodici mappe presenti sono ben realizzate in fatto di design: ricche di dettagli, non sono né troppo dispersive né troppo piccole, dando il giusto respiro al giocatore dopo ogni respawn, senza però fargli perdere troppo tempo alla ricerca degli avversari. Ogni mappa ha poi degli elementi interattivi, che, se sfruttati a dovere, permetteranno di avere facilmente la meglio sul nemico, per esempio buttandolo giù da una rupe o spingendolo contro degli spuntoni acuminati.  La scelta dello schieramento fatta all’inizio del gioco servirà per partecipare alla guerra di fazioni. Fra un turno e l’altro delle battaglie in multiplayer, potremo spendere dei punti per difendere o attaccare dei territori disposti su una mappa fittizia e alla fine di ogni stagione la fazione vincitrice verrà premiata con dei premi speciali.

L’online di For Honor non ci ha dato grossi problemi durante i nostri duelli, ma il fatto che il sistema sia peer to peer e non abbia server dedicati si fa sentire: sia per la lentezza che spesso dimostra nel trovare un match, sia perché si rischia, se la qualità della connessione dell’host non è particolarmente stabile, di subire rallentamenti o disconnessioni. Graficamente il titolo di Ubisoft si pone a un buon livello, con delle ottime animazioni che si distinguono per una buona fluidità in ogni situazione, un frame rate fisso a 30 fps e un’ottima attenzione al dettaglio sia nelle mappe che nei personaggi. La personalizzazione, poi, è incredibile. A livello estetico potremo scegliere fra una moltitudine di emblemi, tatuaggi e simboli per rendere i nostri guerrieri unici. Particolarmente belle le skin leggendarie, che faranno dei nostri eroi degli esseri quasi divini con fulmini e fiamme di contorno. Anche l’equipaggiamento è personalizzabile, e ogni nuovo pezzo fornirà dei potenziamenti ad alcune caratteristiche, come ad esempio il recupero della resistenza. Le statistiche prese in causa da questi potenziamenti, però, non sono fondamentali per la vittoria, mettendo sempre in primo piano l’abilità del giocatore, infatti ci è capitato più volte di affrontare guerrieri con un equipaggiamento più elevato e uscirne vittoriosi; nelle modalità Duello e Rissa, inoltre, i bonus dovuti agli oggetti indossati non verranno contati. La nota negativa arriva dalla possibilità di comprare con soldi veri i crediti del gioco, così da poter ottenere facilmente skin, tatuaggi e nuovo equipaggiamento, senza dover faticare nell’accumulo dei crediti solamente giocando. Non si tratta certo di una situazione totalmente “pay to win”, ma è una scelta che potrebbe creare degli squilibri di livello fra giocatori, e in un gioco che mira a diventare puramente competitivo, con le partite classificate che verranno introdotte in futuro, non è il massimo.

For Honor è un gioco che porta una ventata d’aria fresca nel mondo dei giochi online
, dominato da ormai troppi sparatutto, giochi sportivi e MOBA. Mancava proprio un titolo che riproducesse con forza ed epicità i mortali duelli all’arma bianca del passato. Con un sistema di combattimento ottimamente realizzato, For Honor riuscirà a tenere incollati allo schermo gli appassionati del genere per diverso tempo. L’unico dubbio che ci assale è se basterà questo sistema a tenere alto l’interesse dei giocatori per i mesi a venire, anche se come previsto nuovi contenuti sono già all’orizzonte.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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Commenti

  1. Ci sto giocando anch’io da un po’ (anche se purtroppo non riesco a giocarci spesso quanto vorrei) ed ero davvero molto curiosa di sentire un tuo parere! =D
    Vedo che alla fine la pensiamo allo stesso modo: io sono particolarmente entusiasta di questo gioco, specialmente per il sistema di combattimento. Unica pecca è a volte appunto l’host: mi è capitato già più volte di perdere una fase di uno scontro per un lag (capitato ovviamente in un momento fondamentale) o di essere buttata fuori da una partita. per il resto, il caricamento delle partite è sempre abbastanza lento, ma vabbè, non mi pesa particolarmente aspettare.
    Non vedo l’ora di rendere leggendaria la mia Peacekeeper! =)

  2. Si è inspiegabile il fatto che non abbiano optato per dei server dedicati, considerando che introdurranno anche una modalità competitiva. Io attualmente uso solo i vichinghi

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