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Game of Thrones: hanno fatto bene a distanziarsi dai libri?

È una stagione con scene memorabili da riguardare più e più volte per l’intima soddisfazione che possono dare (chi l’ha già vista sa di cosa stiamo parlando). Gli spargimenti di sangue continuano e qui si raccolgono le prime conseguenze degli sbudellamenti della stagione precedente.
La quarta è più ricca di risvolti politici per l’universo di George R.R. Martin. È qui che vediamo King’s Landing (Approdo del re) coinvolto in spinosissime questioni di politica estera. Dorne infatti entra in grande splendore nel quadro dei conflitti generali in occasione del matrimonio di Geoffrey Lannister con la splendente erede di Alto Giardino Margaery Tyrell.
Oberyn Martell, fratello minore del principe di Dorne in carica, noto con il soprannome di Vipera Rossa, giunge ad Approdo de Re non annunciato e la prima cosa che fa è rispettare la sua fama di grande amatore e guerriero, andando a divertirsi in un bordello locale e infilzando qua e là qualche Lannister inopportuno.
La sua personale agenda però avrà dei punti da risolvere che poco hanno a che fare con il gozzovigliare e brindare a banchetti di nozze, e molto di più con la vendetta famigliare.
La Vipera è uno tra i personaggi più ben voluti della serie, interpretato dal carismatico Pedro Pascal Il quale ha molto accentuato l’aspetto latino della popolazione dorniana, più libera di costumi e passionale, connotato anche dall’accento velatamente spagnolo.
Nel contempo molto più a nord la Barriera è sotto violento attacco da parte dei Bruti e la battaglia raggiungerà picchi elevatissimi di spettacolarità.
L’altra grande spinosa questione politica vede Daenerys Stormborn alle prese con la gestione delle città conquistate dai suoi Immacolati.
Grande è stata la gloria per la conquista delle città schiaviste con l’esercito e i draghi della madre dei draghi, e per la liberazione di tutti gli schiavi dal giogo dei padroni.
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Ma dovrà imparare dolorosamente che una volta conquistato un territorio e distrutto le vecchie istituzioni, per quanto brutali e ingiuste, bisogna saper riempire il vuoto lasciato.
Il fuoco dei draghi e l’acciaio degli Immacolati sono mezzi che non hanno lo stesso mordente in tempo di pace, nelle delicate questioni di equilibrio interno. Come governare chi fino a un momento prima era organizzato in una società strutturata in schiavi e uomini liberi? Come convivere pacificamente? Come si ristruttura una società?
Ma oltre agli eventi più storicamente significativi, per le masse coinvolte, non ci siamo certo dimenticati dei singoli, come della piccola Arya, impegnata a vagare senza più una meta stabilita per Westeros e oltre, incrociando qua e là qualche personaggio che le sarà di peso significativo.
O Brienne di Tarth un’altra pellegrina nonché paladina, in nome di un giuramento fatto a Cathelyne Stark.
A proposito dell’aderenza più o meno fedele del telefilm ai libri si è discusso molto. Naturalmente chi ha letto i libri sa che molte cose sono state cambiate, spostate e reinterpretate diversamente.
È un pieno diritto per gli sceneggiatori della serie cambiare le carte in tavola come stanno facendo, hanno asciugato diverse parti, già preannunciando archi narrativi nettamente differenti rispetto a quelli pensati da Martin.
Non hanno derubato i fan ma hanno dato loro qualcosa di nuovo: i libri sono i libri e meritano di essere letti, la serie tv ha le stesse storie ma con grandi punti di divergenza, che si preannunciano essere sempre di più. Sono due realtà diverse ma entrambe con proprio valore. 
È limitante dover per forza aderire, anche pedantemente, al testo scritto senza libertà creativa, come se fosse un tomo sacro inalienabile; quello rimane ed è a disposizione di tutti, e siete (caldamente) invitati e leggerlo.
La serie è un’altra cosa, prodotto della rielaborazione di altri scrittori e portata sullo schermo, sfruttando il mezzo al meglio per questo non ci stupiscono le decisioni prese per la quinta stagione.
Che, come molti avranno già notato, sta prendendo molta distanza dai libri e già hanno confermato che spariranno personaggi ancora sani fra le pagine.
Cosa ne pensate?
Intanto vi ricordiamo che il Cofanetto della Quarta Stagione di Game of Thrones è disponibile, ricco di scene inedite e anche una divertente Gag Reel
ma anche di speciali come:  il Dietro le Quinte della Battaglia alla Barriera o la creazione della battaglia più ambiziosa fino ad oggi realizzata.
E anche 11 commenti audio del cast e del team creativo tra cui David Benioff, D.B. Weiss, George R.R. Martin, Peter Dinklage, Lena Headey, Kit Harington, Jack Gleeson, Natalie Dormer, Pedro Pascal, Nikolaj Coster-Waldau e molti altri.

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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Commenti

  1. Concordo pienamente sul fatto che una serie tv possa prendere le distanze dai libri da cui è stata tratta e creare nuovi archi narrativi, ma in quel caso le nuove sceneggiature devono dimostrarsi almeno tanto robuste e credibili quanto quelle dell’opera originale.
    Purtroppo, secondo me, non è questo il caso.
    Ok, ringrazio gli sceneggiatori in ginocchio per aver “asciugato” le parti con “Daenerys che fa finta di essere una regina” (che nel libro sono di una noia agghiacciante), ma è l’unico punto positivo.
    Ripeto, non sto mettendo in dubbio il diritto e spesso il dovere di cambiare l’opera per meglio adattarla al mezzo differente, ma va fatto bene e proponendo soluzioni altrettanto geniali.

    La scelta di non far pronunciare a Jaime e a Tywin (nella scena della morte di quest’ultimo) quelle due frasette che avrebbero reso le azioni di Tyrion molto più sensate e la scena ancora più epica secondo me non è buona.
    La scelta di far morire gente a caso per differenziarsi per forza dai libri nemmeno. Così come non lo è la scelta di far diventare Sansa il Minime di Petyr.
    La scena di Bran che arriva all’Albero del Corvo, dove trova gli scheletri a reazione e la nana con i bombardamenti orbitali in tasca (e senza Coldhands…massì, abbiamo un personaggio fighissimo, perchè metterlo?), è di un ridicolo e un insensato che fanno male agli occhi, così come la scena di Stannis che teletrasporta 20000 cavalieri oltre la barriera (dove sono rimasti tipo 5 Wildlings…e gli altri 99.000???).

    E in ultimo, la rubrica “Brienne di Tarth che incontra Stark a caso e si fa mandare affanculo” proprio potevano risparmiarsela…perlomeno spero che fossero buone le droghe che hanno preso quando hanno avuto un’idea del genere!

    Giustissimo che abbiano avuto la volontà e il coraggio di staccarsi dai libri…peccato che l’abbiano fatto male.

  2. Per chi come me ha la (s)fortuna di avere la memoria di un paramecio, è possibile leggere tutti i libri, poi vedere la serie tv e non rendersi conto in cosa si sia discostata 🙂

  3. Be’, io ricorderei che Adams ha lavorato ad almeno quattro versioni diverse della Guida e le ha fatte apposta in modo che, a parte per l’avere Arhtur e Ford che lasciano la Terra e viaggiano un po’ con Zaphod, Trillian e Marvin, non avessero nulla in comune tra loro, quindi non credo ci sia niente di sacrilego nel cambiare la storia.

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