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Samurai Jack: la rinascita di Genndy Tartakovsky

Nato a Mosca nel 1970, Genndy Tartakovsky passò la sua infanzia viaggiando tra l'Italia e gli Stati Uniti dove dopo la morte del padre la madre decise di stabilirsi, e dove quello che sarebbe diventato uno degli autori più amati dal pubblico di tutto il mondo scoprì il suo amore per i fumetti. Ma a volte l'amore non basta, e per assecondare i desideri della sua famiglia Genndy accantonò ben presto il suo interesse per il mondo dei comics per iscriversi ad un corso per diventare uomo d'affari. Nonostante ciò il suo destino, evidentemente, era un altro: essendosi registrato fuori tempo massimo la sua iscrizione fu rifiutata e fu così assegnato ad un corso di animazione e sceneggiatura. Frequentare quel corso lo spinse a studiare prima regia al Columbia College di Chicago e a trasferirsi poi a Los Angeles per studiare animazione al California Institute of the Arts, dove diresse il corto Dexter's Laboratory, prodromo di una delle sue creazioni più celebri, la serie Il laboratorio di Dexter. A influenzarlo, allora come in tutte le sue opere, fu la sua vita quotidiana: la fastidiosa Dee-Dee sorella del giovane genio Dexter è infatti ispirata a suo fratello maggiore, Alex, che era solito rovinare i piani di Genndy.
Dalla matita e dalla mente di Tartakovsky sono nate nel corso degli anni delle serie diventate dei veri e propri cult, icone della cultura giovanile a livello mondiale che hanno accompagnato per anni i ragazzi di tutto il mondo. Tra questi in primis la celeberrima serie Le Superchicche, seguita da  Samurai Jack e Star Wars: Clone Wars. Per queste ultime due opere agli Emmy's del 2004 Tartakovsky portò a casa ben due awards dopo una valanga di nomination, segno evidente del clamoroso successo che il suo tratto e le sue sceneggiature stavano avendo a livello internazionale non solamente in termini di apprezzamento da parte del pubblico, ma anche come riconoscimento dell’impatto positivo che i suoi lavori erano in grado di avere sulla critica. Peraltro, il regista e animatore di origini russe dovette aspettare solamente un anno per ottenere una tripletta agli Emmy’s, con un terzo award conquistato proprio nel 2005 per la micro-serie Star Wars: Clone Wars.  

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A rendere inconfondibili le creazioni di Tartakovsky non sono solamente il tratto marcato che imprime ai suoi disegni  e le forme decise che li rende riconoscibili a prima vista, ma anche i tantissimi riferimenti alla cultura pop che fanno delle singole puntate delle sue serie episodi apprezzabili tanto dai giovanissimi, che ne amano il soggetto e la storyline, quanto dagli spettatori più adulti, in grado di cogliere le molte citazioni e i rimandi alla realtà quotidiana e di ridere della sagace ironia che ne deriva. A caratterizzare più di ogni altro tratto l’impianto dei lavori di Tartakovsky sono i lunghi periodi di silenzi privi di qualsivoglia dialogo che possono protrarsi per svariati minuti nel corso della puntata senza tuttavia intaccare minimamente la fluidità dello svolgimento delle varie azioni, ma catturando anzi l’attenzione dello spettatore durante tutte le sequenze.
La storia artistica di Tartakovsky ha subito un deciso cambio di rotta quando, abbandonando il progetto Sony su un film animato dedicato a Braccio di Ferro, si è dedicato alla regia di lungometraggi di sicuro successo ma nella cui realizzazione, lavorando su un soggetto quale l’eroe Marvel Iron Man, non ha potuto imprimere a chiare lettere la firma che caratterizzava in maniera tanto evidente i lavori incentrati su soggetti che provenivano direttamente dalla sua fantasia, se non addirittura dalla reinterpretazione ironica e graffiante del suo vissuto quotidiano.
Ma quello tra Tartakovsky e le serie a colori era un connubio destinato a non dissolversi dietro la macchina da presa. “Come se fosse tempo di finire la storia”– ha affermato lo stesso animatore- un po’ come in un revival della sua stessa produzione.  É infatti tornato alla regia della serie da lui creata, Samurai Jack, che farà il suo ritorno alla fine di quest’anno su Cartoon Network. Le nuove puntate in cui si svilupperà l’avventura di Jack contro il demone Aku rappresentano uno spunto interessante per notare come, sebbene il regista sia tornato alle sue origini concentrando il proprio lavoro sui soggetti da lui ideati che tanta fortuna gli hanno portato in passato, il “revival” che sta vivendo non si esaurisca nel riproporre senza alcuna innovazione la formula vincente del passato. Lo stesso Tartakovsky ha infatti ammesso che non si concentrerà solo “su teste mozzate e sangue che sgorga ovunque”, desiderando piuttosto dare vita a una vera e propria evoluzione del personaggio, strizzando così l’occhio a quell’abitudine di attingere dal proprio vissuto personale che tanto caratterizza i suoi lavori. 
L’augurio è quindi che con il ritorno di Samurai Jack -insieme all’altro grande progetto su cui sta lavorando, il comic Marvel dedicato a Luke Cage-  abbia inizio una rinascita del Tartakovsky dei fumetti e dell’animazione graffiante a cui ci ha abituato negli anni passati senza rinunciare, proprio come il samurai Jack, ad affrontare nuove sfide ed avventure.

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Commenti

  1. Sono Impazziti.. Ok, ho sempre disprezzato i modi di Microsoft oltre che il loro modo di gestire i gamer fin da quando seppi che non avrebbero reso giocare online GRATUITO (una cosa ovvia, che sony capì immediatamente) .. Ma adesso siamo davvero a livelli vergognosi, spero con tutto il cuore cappottino LORO e le LORO esclusivissime esclusive!!

  2. Beh, siccome la 360 mi piaceva, ora che esce One spero di trovarne una di seconda mano sconnnntatissima.

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