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Thunderbolts* è il sequel che stavamo aspettando da anni | Recensione

La speranza è ufficialmente riaccesa. Dopo Avengers: Endgame i Marvel Studios hanno inesorabilmente rosicchiato il proprio credito nel cuore degli spettatori, tra serie TV discutibili, caos dietro le quinte, saturazione dell’offerta e mancanza di visione a lungo termine. Sei anni dopo, toccherà a un improbabile gruppo di (anti)eroi prendere in mano le redini di questo franchise e salvarlo dal baratro. E fortunatamente Thunderbolts* è esattamente il film di cui il Marvel Cinematic Universe aveva bisogno: in questa recensione vi spieghiamo perché.

Thunderbolts*, di cosa parla il nuovo film Marvel?

Yelena Belova anche dopo gli eventi di Hawkeye ha continuato a lavorare per Valentina Allegra de Fontaine. Operazioni clandestine, a cui ormai obbedisce come un automa, senza alcun vero interesse, vivendole come la più noiosa delle routine. E proprio mentre Valentina si trova coinvolta in un processo che potrebbe mettere in crisi la sua carriera politica, Yelena decide di cambiare vita e assumere un ruolo più alla luce del sole, simile a quello che interpretavano sua sorella Natasha e suo padre Alexei.

Arriva quindi un’ultima missione, un compito piuttosto di routine per una con i suoi talenti. Ma ovviamente non tutto va come previsto e la situazione prende una nuova piega. Yelena si troverà improvvisamente coinvolta in un caso gigantesco e costretta a fare in fretta delle amicizie improbabili. In ballo non c’è solo la sua vita, ma potenzialmente quella del mondo intero.

Un aspetto che differenzia Thunderbolts* da altri film Marvel recenti è la sua semplicità. Si, è vero, la posta in gioco è alta, ma non si parla di conflitti mondiali, reti di complotti sotterranee, battaglie tra divinità e universi al collasso. Tutto ha una prospettiva contenuta, lasciando molto più spazio per raccontare i personaggi e le loro relazioni, sfruttando questo per coinvolgerci, più che la scala della minaccia.

Tra le cose che è facile notare c’è un ritmo che tende ad accelerare nel primo atto. Gli eventi si susseguono troppo rapidamente e sarebbe stato utile un maggiore bilanciamento. Ma fortunatamente con il passare dei minuti Thunderbolts* ritrova il suo equilibrio e questa velocità iniziale rimane semplicemente un difetto del film, senza arrivare a essere un problema.

L’eco lontana dei Guardiani della Galassia

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Non appena i film sui supereroi sono diventati un fenomeno cinematografico impossibile da ignorare, è nata l’idea di raccontare le avventure dei villain (o presunti tali). Suicide Squad, Joker, Venom e i suoi seguiti e spin-off hanno tutti cercato di trovare la chiave per far funzionare i cinecomics con protagonisti negativi, calcando tantissimo su questo aspetto. Al punto che Harley Quinn lo diceva con orgoglio (un po’ didascalico): “Siamo cattivi!“.

Ecco Thunderbolts*, al di là di quello che può trasparire dai trailer, rinuncia a questo approccio. È vero, questa squadra non è formata da degli Steve Rogers senza macchia né paura, tutti hanno qualche lato oscuro nel loro passato. Ma sono prima di tutto persone che hanno sofferto, che sono tormentate da quello che hanno dovuto affrontare. In questo sono più vicini ai Guardiani della Galassia, soprattutto la loro primissima formazione: eroi non convenzionali, riluttanti, ma che sanno fare la cosa giusta quando serve.

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E così invece di provare ancora la formula dei villain che salvano il mondo perché obbligati, ma che appena possibile svicolano, Thunderbolts* costruisce una narrazione molto più profonda, anche per la media del genere. Sotto la superficie si sviluppa una riflessione affascinante sulla depressione, in qualche modo creando un parallelo con il percorso seguito dagli Avengers dopo la sconfitta contro Thanos.

A beneficiare di questo approccio è sicuramente Yelena, che è la vera protagonista del film. Ne esce in maniera straordinaria (anche grazie a una Florence Pugh che ha preso davvero a cuore il suo personaggio), con più spessore di quanto abbia mai avuto nei fumetti. Il suo rapporto con Alexei è uno degli highlight del film e siamo sicuri che conquisterà il cuore di tantissime e tantissimi fan.

Thunderbolts* finalmente raccoglie quello che i film (e le serie) Marvel hanno seminato

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In questi anni abbiamo letto e scritto una quantità incredibile di analisi sulla crisi del MCU a cui accennavamo in apertura di questa recensione. Il dito è stato puntato verso i troppi contenuti prodotti, la mancanza di carisma dei nuovi eroi, la qualità non eccelsa, soprattutto in TV, e tantissime altre ragioni per spiegare questo calo. Ma ce n’è una che tornava più spesso: la scomparsa dell’interconnessione.

Il Marvel Cinematic Universe aveva conquistato i suoi fan proprio creando legami tra tutti i suoi film, a un livello che non si pensava neanche possibile. Eppure dalla Fase 4 in poi i film non sembravano più parlarsi tra loro come una volta e le serie TV non avevano creato nuove connessioni. Ogni nuovo capitolo sembrava aprire una nuova direzione, indipendente dalle altre, senza richiami al passato o visioni del futuro.

Thunderbolts* cambia tutto e recupera quello spirito dei film Marvel del passato. Certo, era difficile fare diversamente considerato che la premessa era proprio riunire comprimari di altre pellicole e serie TV, ma il risultato va oltre il semplice compitino. Tutto si combina in maniera armonica, ridandoci finalmente la sensazione di esplorare un universo narrativo articolato.

In questo senso quindi questo film è un sequel e forse il primo vero sequel dell’MCU post-Avengers: Endgame. Per la prima volta da tanto tempo si costruisce qualcosa davvero sulla base di ciò che è stato seminato dal 2021 a oggi, con con una pellicola che potrebbe essere considerata un seguito di diversi film e serie TV del franchise. Ma vi lasciamo il piacere di scoprire quali direttamente in sala.

Thunderbolts* è il film del ritorno alla forma del MCU

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Il 2024 è stato un anno di calma per questo franchise, con un ritmo di release più basso. Il messaggio era abbastanza chiaro: “Dobbiamo riorganizzare le idee, perché qualcosa non va“. La magia stava svanendo, dopo diversi colpi non andati a segno, ed era tempo di incassare qualche vittoria. E ci viene da dire che questo piano, tra alti e bassi, sta funzionando.

Deadpool & Wolverine era aiutato dalla nostalgia e “protetto” dall’essere ambientato in un angolo remoto del Multiverso, ma è stato indubbiamente la vittoria che serviva. Captain America: Brave New World poteva andare meglio, ma come abbiamo raccontato nella nostra recensione, ha ricominciato a fare vedere la luce dello spirito che fu. E intanto in TV è tornato anche Daredevil, convincendo.

Thunderbolts* era il film che doveva alzare ancora l’asticella, facendoci passare da un “Va beh, dai, un po’ meglio degli ultimi” a reazioni davvero positive e convinte. E ci è riuscito in pieno: pur con qualche imperfezione, è uno dei migliori film della Saga del Multiverso, capace di raccontare una storia appassionante e profonda.

Con I Fantastici Quattro – Gli inizi dietro l’angolo (uscirà il 25 luglio) e le riprese di Avengers: Doomsday ufficialmente iniziate ieri, era tempo di riaccendere la speranza nel MCU. È incredibile che a farlo siano stati proprio gli eroi più improbabili di tutti, ma è anche assolutamente poetico.

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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